“E quindi uscimmo
a riveder le stelle” …
Dopo tanti giorni di apparente silenzio, oggi si parla in lungo e
largo di Rai e le stelle che si intravvedono non sembrano proprio tanto luminose
e speranzose.
Anzitutto le polemiche
successive alla messa in onda di Report di domenica sera. Marina Berlusconi ha
rilasciato dichiarazioni furenti per quanto la trasmissione ha riportato sulla storia
di suo padre e del suo sodale Dell’Utri. Bloggorai non fa il difensore d’ufficio
di Report perché si difende benissimo da solo, consapevole che quanto messo in onda
avrà certamente subito il vaglio dettagliato e puntuale della verifica dei fatti
riportati. Si potrà essere d’accordo o meno con le tesi e le ipotesi sostenute da Ranucci
e Mondani ma non gli si può certo ritenere che si possano esporre a rischi di querele seppure intemerate senza
avere le adeguate certezze sula documentazione proposta. In soldoni: quello che è andato in onda sembra un
servizio giornalistico solido e accuratamente documentato. Punto. Ora, per quanto
si legge, a Viale Mazzini sono “infastiditi” perché “L'imbarazzo anzi è enorme”
(Corriere). Fatto sta che oggi la gran parte dei titoli sui giornali è più rivolto e riprendere le dichiarazioni
della Berlusconi che non gli argomenti sollevati da Report. Bizzarrie.
Per la cronaca: gli
ascolti hanno confermato la soglia media di Report del 7,3% di share e oltre
1,3 mln di telespettatori a fronte di circa 2,7% e circa 500 mila telespettatori
per Goldrake.
Un argomento che invece oggi è pressoché ignorato dalla stampa è l’apertura del XVII congresso dell’Usigrai dove ieri il segretario uscente Macheda ha presentato la sua relazione. L’abbiamo ascoltata attentamente e, per essere certi che non ci fosse sfuggito nulla, abbiamo chiesto il testo che ancora però non ci è pervenuto e allora ci dobbiamo accontentare del comunicato stampa pubblicato sul sito del sindacato. A nostro avviso si parte subito con il piede sbagliato e si legge ““La Rai ha bisogno di una politica capace di lasciare che sia realmente autonoma, indipendente, pluralista, come chiede l’Europa, e non al servizio dei governi di turno che la spremono per i propri interessi e la lasciano asfittica”. Già, allora con l’occasione, avrebbe potuto dire una parola su come e perché è avvenuto lo strappo del 26 settembre quando la “politica”, una certa politica “vicina” e non solo la protervia del Governo ha consentito la nascita di questo Cda in sfregio alle norme e al buonsenso sui criteri di nomina adottati per la scelta dei consiglieri Rai. Da ricordare sempre che c’è stato un ricorso prima al TAR e poi al Consiglio di Stato su questo tema e, se ricordiamo bene, l’Usigrai forse lo ha “dimenticato” (vedi manifestazione sotto il cavallo dello scorso 16 maggio quando il temine "ricorso" non è stato mai pronunciato). Per non dire poi il plauso concesso per la nomina del consigliere Natale, ex segretario dello stesso sindacato, uscito dal cilindro di accordi sottobanco e nominato senza alcun criterio aperto, chiaro e trasparente come peraltro richiede il MFA che tutti invocano. A proposito di Natale, oggi si legge di lui “Non a caso si dice che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI” (il Corriere). Atroce sospetto!!! Lo chiameranno, forse, semmai dovesse riuscire nell’ardita operazione, il “placatore”. Recentemente, un suo collega che lo conosce bene ci ha detto di lui: "E' un sindacalista ... vuole portare a casa il risultato". la Agens presidente? Vedremo.
Andiamo avanti. Anzitutto non abbiamo colto poi la fondamentale riflessione su cosa è e cosa dovrebbe essere, a parere Usigrai, l’informazione del Servizio Pubblico prossimo venturo, nella contemporaneità dei grandi processi tecnologici in corso e in prossimità delle grandi mutazioni istituzionali che a breve interverranno a modificare sostanzialmente, forse, la sua natura e la sua missione: il dibattito incorso sulla riforma (della governance o meno), il MFA e il rinnovo della Convenzione. Dobbiamo poi verificare (forse ci è sfuggito) cosa è stato detto sulla fonte di finanziamento della RAI.
Poi, l’altro grande argomento che ci è
sembrato completamente assente dalla sua relazione è stato quello del progetto editoriale
complessivo sull’informazione del
Servizio Pubblico. È stato solo fatto un breve cenno “Rilanciamo a questo
vertice Rai la richiesta di un confronto con direzioni di genere, di Tg e Gr,
comitati di redazione per definire insieme il piano di informazione” senza
toccare nemmeno di sfuggita il problema del numero e del coordinamento tra le
testate e dei giornalisti addetti. Circa 2000 giornalisti sparsi in 8
testate sono pochi, sono troppi, sono giusti? Per fare cosa e in che modo, con
quali strumenti? La famigerata “Digital Media Company” articolata sul terreno
dell’informazione su quali gambe potrebbe camminare? Contratto di Servizio,
Piano industriale, rinnovo della Convenzione del prossimo 2027 come pure “newsroom”
e “rimodulazione delle testate giornalistiche” sembrano fantasmi lontani. Aleggia
sempre una domanda misteriosa: chi ha affossato il Piano Verdelli sull’informazione?
Aspettiamo di rileggere attentamente la relazione poi ne riparleremo.
Chiudiamo sul tema amianto a Viale Mazzini: ieri
una nota della Vigilanza Rai dava notizia della programmazione di una prossima “visita”
dei parlamentari nella sede Rai e proprio questa mattina veniamo a sapere che è stato convocato un Cda straordinario per affrontare il problema,
giusto proprio prima del sopraluogo.
bloggorai@gmail.com
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