Stanno facendo il deserto e lo chiamano “Servizio Pubblico”.
Non paghi di averlo tenuto sotto scacco fino all’ultimo minuto sul rinnovo del canone (“salvato” grazie a Pier Silvio Berlusconi), non paghi di averne fatto sfregio con le nomine del Cda avvenute senza rispetto delle norme e del buon senso, non paghi di tenerlo ancora sotto scacco con lo stallo della nomina del presidente e le successive/conseguenti nomine dei direttori di Tg3 e TgR, non paghi di tenerlo sotto scacco con la “calendarizzazione” delle riforme che nessuno saprà mai se e quando si potranno realizzare (luglio 2025 come prevede il MFA???) ci si mettono pure i “dettagli” sull’informazione a tenere sotto scacco tutta la baracca Rai.
Quello che è successo ieri a Ciampino quando era atteso l’arrivo di Cecilia Sala è un dettaglio ma la dice lunga su come questo Governo intende gestire l’informazione pubblica: una questione “privata” a suo uso e consumo e magari da centellinare solo ai pochi intimi. È successo che lo “Speciale del Tg1” era tutto meno che uno “speciale” ma un banale collegamento da un luogo senza immagini significative, senza notizie e senza niente di rilevante e quel poco che si è visto proveniva da un “fonte” interna ovvero il fidanzato di Cecilia Sala. Per tutto il resto niente: l’aereo che rullava sulla pista. Per i giornalisti, tutti, non era previsto nulla e poi in video si è vista solo la Meloni con la dichiarazione ufficiale confezionata da Palazzo Chigi. Se vogliamo estendere il discorso a tutta la faccenda di questi giorni si può ricordare come è stato comunicato il viaggio della Meloni alla corte di Trump: silenzio assoluto prima, durante e dopo.
Come avevamo anticipato, lo scorso 30 dicembre è iniziata la rilevazione degli ascolti televisivi con il nuovo sistema Total Audience e, come avevamo pure anticipato, per Rai ci potrebbero essere dolori. Questa mattina Italia Oggi pubblica una tabella riassuntiva della prima settimana dove si legge che nella TA sia sulle 24 ore e sia nel Prime time Mediaset batte Rai, di poco ma la supera. Tra i due dati quello del PT è interessante perché colpisce al cuore della “cassaforte” degli ascolti Rai dove il traino dei “pacchi” è sempre molto forte.
Infine, vi avevamo detto che ci interessava capire se mai ci fosse qualche relazione tra l’affare Starlik di cui abbiamo letto molto e il dossier Rai Way. Per quanto abbiamo potuto sapere non c’è una connessione diretta: sono mondi tecnologici diversi che non si lambiscono direttamente. Certo, poi ci sarà tutto un tema di diffusione dei segnali televisivi via satellite che insidiano le frequenze del digitale terrestre ma questo è altro tema.
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