venerdì 24 gennaio 2025

RAI: una voce da dentro

by Bloggorai ©

Una “voce” alquanto ufficiosa sullo “stato delle cose” in Rai e dintorni, spesso e volentieri, è Il Foglio e la firma è quella di Carmelo Caruso. Complimenti! Oggi la lettura è assai gustosa e fotografa quasi perfettamente la situazione e aiuta a comprendere in parte lo “stallo” sulla presidenza Rai.

Fino ad un certo punto. Il punto è che sembra addebitare la origini, le cause, dello stallo solo a Gasparri e Tajani, ovvero a FI e FdI, dimenticando o lasciando in secondo piano i partiti di opposizione e uno tra questi in particolare. La frase centrale, la sintesi perfetta, la dice Gasparri: “Il M5s o collabora o si attacca al tram. Non esiste nessuno scambio, Rai-Consulta-M5s, io parlerei invece di un clima favorevole. Il M55 aveva chiesto gli stati generali Rai, di incardinare la legge sulla nuova governance. Ebbene, entrambe le cose sono state fatte dunque adesso o votano o ...". O si attaccano al tram? "Esatto".  A suo tempo, Bloggorai ha pure scritto che il suo partito non ha ancora presentato la proposta di legge per la riforma Rai e, di fatto, se non c’è quella, non si va avanti. Chiaro. E il PD? Per quanto noto, sembra interessato solo a sostenere la nomina di Coletta a “superdirettore dei generi” (ci manca!!!) e di Terzulli al Tg3. Per il resto? Boh… non è dato sapere.

Sull’argomento “Coletta” superdirettore dei generi, di fatto quasi un vice AD, sarà necessario scrivere una nota a parte: a quanto sembra Rossi non ne può fare a meno e cercheremo di capire perché. Una battuta lapidaria l’abbiamo raccolta: “Rossi non è un uomo di prodotto ed ha bisogno di avere qualcuno che gli copre questo fianco”. Ma la domanda allora è: come è possibile che un AD non sia “uomo di prodotto” e, inoltre, possibile che solo Coletta in Azienda  “conosce il prodotto”?

Andiamo avanti. Antonella Baccaro sul Corriere titola “Gli stalli gemelli … la Agnes aspetta un si dai Dem” e poi si legge “Il Pd, che non ha un suo esponente in Cda, formalmente sta a guardare, ma sa che M55 e Avs (che hanno il loro rappresentante) difficilmente possono dare il via libera ad Agnes se resta il loro no. Un sì del Pd è condizionato al recepimento del Media Freedom Act, una norma europea che prevede che la tv pubblica sia sganciata dal potere politico”. In che termini il si del PD sarebbe condizionato al recepimento del MFA? Cercheremo di capire.

Bloggorai dice: Consulta e Rai sono partite forse collegate per una singolare combinazione temporale ma sono imparagonabili tra loro. Per molteplici aspetti. Il primo, strettamente politico, è che in questa “trattativa a testata multipla” manca il terzo incomodo: la Lega. Difficile tenerla fuori da queste trattative, specie e in particolare dentro Viale Mazzini (attenzione, tra pochi giorni non potremmo più scrivere il nome dello storico Viale (forse dovremmo scrivere “Via C.C.”). Poi, un giudice della Consulta “pesa” quanto la presidenza Rai? Non scherziamo: bene che vada la presidenza Rai mette bocca su questioni marginali dell’Azienda, mentre la Consulta “dirige il traffico” istituzionale di ben altro livello. Infine, la partita Consulta si pone su un piano di elevatissima conflittualità politica, la giustizia, mentre per la Rai la posta in gioco interessa per lo più il brutale e logoro giochetto dello scambio di poltrone. Dal futuro del Servizio Pubblico sembra osservare attenzione vicina allo zero (vedi canone).

Comunque, staremo a vedere e pronti a cospargerci il capo di cenere: siamo convinti che la partita presidenza Rai non si sblocca sulla “resa” di Fdi e Fi che ritirano la candidatura Agnes ma quando l’opposizione tirerà fuori un nome dal cilindro, come in parte hanno già fatto M5S e AVS lo scorso 26 settembre con la rottura del patto “prima la riforma e poi le nomine”. Ci aspettiamo che prima o poi possa succedere ancora qualcosa di simile. E comunque, occhio al calendario, nei primi giorni di febbraio, a ridosso di Sanremo, qualcosa potrebbe succedere.

Bene. Ieri è stata sottoscritta dai sindacati, meno la CGIL, una ipotesi di contrato che interessa i circa 9.600 lavoratori del Servizio Pubblico. Rispetto alla precedente versione, bocciata dai referendum, sul piano economico non ci sono novità: sono rimaste le stesse cifre (come osserva la CGIL). La stampa riporta solo la versione aziendale “Rai: rinnovo contratto di lavoro tra azienda e sindacati c'è intesa … L ’accordo sottoscritto è un passaggio importante che pone le basi per affrontare con la piena partecipazione di tutti i dipendenti il percorso di trasformazione in digital media company, che vedrà l’Azienda impegnata nel potenziamento  tecnologico e dei modelli produttivi … L’Azienda, venendo incontro alle aspettative dei lavoratori coinvolti, ha previsto anche efficaci forme di conciliazione vita-lavoro”. 

Su quest’ultimo aspetto, alquanto innovativo, merita citare una piccola nota di precisazione che ci è stata inviata: l’accordo prevede “Conciliazione vita-lavoro in produzione: - 120 ore (10 al mese) fruibili in testa o in coda all' orario, frazionabili da un minimo di 15 minuti al giorno fino ad un massimo di 120 minuti - Per i profili compatibili con l'istituto dello SW, da un minimo di 10 ad un massimo di 20 giorni all' anno - Lo Smart Working per Staff ed Editoriale cessa di essere sperimentale e diventa strutturale, ovvero non ci saranno più nuove proroghe”. Per chi fosse interessato abbiamo i testi completi.

Il 2025 sarà un anno complicato molto complicato.

bloggorai@gmail.com

 



 

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