venerdì 1 marzo 2024

Il futuro della RAI ???

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

«Ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e morale. Bisogna creare gente sobria, paziente, che non disperi dinanzi ai peggiori orrori e non si esalti a ogni sciocchezza. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà» (A. Gramsci)

Come ai fatto a fare bancarotta ? chiese Bill. In due modi - Mike disse – gradualmente prima e improvvisamente poi. Chi ti ci ha portato? Amici – disse Mike. Io avevo un sacco di amici. Falsi amici. (Fiesta, E. Hemingway)

“Un’azienda sopravvive e si fortifica solo se cresce in tutte le sue dimensioni” (J.K. Galbraith)

In questo periodo alcuni festeggiano i 70 anni di televisione sovrapponendo il tema con quello della RAI che non è solo televisione ma qualcosa di molto, molto più complesso. Bloggorai non partecipa a questa “festa”. Non ci interessa tanto guardare indietro quanto più ci appassiona provare ad immaginare cosa ci attende tra 10 anni. Ci è stata proposta una metafora suggestiva, dura ma convincente. Quando si è di fronte ad una persona cara in gravi difficoltà psico fisiche, magari anziana, spesso si dibatte se augurargli di chiudere serenamente il proprio dolore ed auguragli una nuova miglior vita oppure se battersi strenuamente con un accanimento terapeutico per la sua sopravvivenza pur consapevoli di un’esistenza faticosa e durissima alla quale andrà incontro. Non è un tema facile e non ci sono facili risposte.

Quando si parla di RAI, di Servizio Pubblico (anche qui sovrapponendo due concetti non sempre simili tra loro) il dibattito si apre e divide gli schieramenti. LA RAI non sta bene per tanti aspetti noti a tutti. Potrà guarire? Potrà sopravvivere a se stessa? Abbiamo proposto un mini sondaggio a spanne, amichevole, tra i nostri lettori chiedendo come potrà essere la RAI tra 10 anni e, grosso modo, questi i primi risultati.

Una larga maggioranza, circa il 50%, la ritiene sostanzialmente persa, irriformabile, destinata all’estinzione. Qualcuno precisa: “Fermo restando questo quadro politico e questa dirigenza” forse immaginando che se invece cambiasse il contesto qualcosa di buono potrebbe succedere. In questa maggioranza risiedono pure coloro che il futuro della RAI non dipende da “se stessa” o dalla politica che la dirige quanto da grandi fenomeni e mutamenti che comunque impatteranno su di essa, sul mercato entro il quale si muove, sulla società e la cultura che evolve. Un pessimista scrive: “Non è il tema RAI ad essere rilevante. Mediaset, una volta scrollata di dosso la veste politica, sarà molto più libera di fare concorrenza e diventerà di gran lunga la più importante e rilevante industria media del Paese. La Rai è destinata a diventare sempre più irrilevante”. Un altro lapidario: “Sarà la nuova Alitalia”.

Una “minoranza silenziosa e qualificata” (circa il 20%)  è fortemente convinta che “… della RAI non si può fare a meno” e quindi tra 10 anni ci sarà ancora, magari fortemente ridotta, ridimensionata nelle risorse di cui dispone, nella quantità di persone che impiega e nel volume complessivo di offerta editoriale. Citiamo “Se mantiene la coerenza e complementarietà delle piattaforme agendo su tutte le dimensioni sarà una Rai rafforzata. Se invece si concentra solo sul broadband sarà una RAI ridimensionata con una drastica riduzione dimensionale fino alla sua progressiva scomparsa”. Il modello che si aggira come uno spettro è la PBS americana: una buona televisione “pubblica” per pochi. Il problema è che “questa RAI” non ha le risorse economiche necessarie e sufficienti per essere diversa dal broadband.

Un buon  20% invece ritiene che si possa e si debba fare qualcosa, che non tutto è perduto, che ci sono spazi di iniziativa e proposta … sempre che … a condizione che … Sono lettrici e lettori inguaribili ottimisti, forse gli ultimi giapponesi che non si vogliono arrendere e resistono nella giungla in attesa che “il nemico” possa implodere senza combattere perché “… comunque questi non sono capaci ... a governare il Paese e dirigere la RAI”. Bloggorai, ovviamente, è tra costoro altrimenti avrebbe chiuso bottega da un pezzo. Certo, consapevoli che non si sa bene su quali forze contare: i partiti di Governo? “l’opposizione” ? La Società Civile? La Croce Rossa? I Boy Scout? Forse, si tratta solo e sempre di “inguaribili ottimisti”, di sognatori, di visionari e di sonnambuli. A prescindere.

Rimangono i confusi, gli incerti, gli osservatori silenziosi, gli “umarel” ai bordi del cantiere. Leggermente rasseganti ad un futuro che ignorano, i timorosi di minacce incognite dell’Intelligenza Artificiale di cui non sanno nulla e manco vogliono sapere.

Infine, si aggira una sparuta pattuglia di estremisti, di pasdaran del “tanto peggio tanto meglio”, gli incalliti pessimisti a priori: “Sale grosso e tutti a casa!!! Io guardo altro”.

bloggorai@gmail.com

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