Fumo, aria al vento, parole in libera uscita. Come altro definirlo il nuovo Piano Industriale oltre che povero, come abbiamo già scritto. Questa mattina volevamo tornarci sopra, dopo aver visionato e studiato ancora una volta il documento in nostro possesso e dopo aver letto l’articolo di Italia Oggi con il titolo “Fremantle e Banijay, i Re della Tv” ma poi, tutto sommato, abbiamo ritenuto che non ne vale la pena.
Non ne vale la pena perché c’è qualcosa di oscuro e misterioso che si annida dietro tutto questo ed è la scomparsa del Contratto di Servizio che dopo quasi 6 mesi non si sa più nulla. il Contratto è la cornice, la premessa, costituisce le fondamenta del Piano Industriale (vedi foto).
Se non c’è il primo non ci dovrebbe essere
il secondo. Attenzione: il Piano ci sarebbe perché “bollinato” dalla Vigilanza
lo scorso 3 ottobre con un parere obbligatorio ma non vincolante se non che
sono intervenuti fatti e circostanze che potrebbero aver modificato in modo rilevante
la sua sostanza.
A. era previsto che lo scorso 10 gennaio si doveva attuare la fase di transizione al DVB-T2 e questa data è stata spostata a non si sa quando (forse settembre, forse). Su questo tema l’unico punto certo è la dichiarazione di Stefano Ciccotti (CTO RAI) quando a settembre affermò in una lettera ufficiale al Ministero che si correva il rischio di perdere un numero indeterminato di telespettatori. Verosimile supporre che l’allarme è stato raccolto ed è stato poi appunto deciso di rinviare a dopo l’estate a causa degli importanti eventi sportivi in calendario. Dunque, l’allarme era giustificato? Ma se era giustificato per l’estate perché non dovrebbe esserlo per l’autunno o l’inverno? Tutto tace. Tutti tacciono.
B. l’articolo citato sopra si riferisce alle quote di produzione esterna/interna RAI su intrattenimento e fiction. Sono tanti numeri e tanti soldi che, nel Piano Industriale, si vorrebbero ridurre a vantaggio delle risorse interne. Lodevoli intenzioni, ottimo obiettivo. Se non che, abbiamo letto, che qualcuno al Ministero del Made in Italy avrebbe “bocciato il limite agli appalti e produzioni esterne che il nuovo Contratto aveva previsto nel testo approvato in Vigilanza” (Il Fatto del 16 gennaio scorso). Anche altre parti sarebbero state modificate. E la Vigilanza non ha battuto ciglio? E il Cda non ha battuto ciglio? Il Ministero cambia le carte in tavola e nessuno obietta? Almeno per verificare se sia vero meno quanto scritto dal giornale. È vero o non è vero che ci sono state modifiche sostanziali al testo approvato in Vigilanza? Tutto tace, tutti tacciono.
C. parliamo di RAI Way: nel documento in nostro possesso si legge che la stima per la vendita della quota residua (dal 64 al 51%) è di 190 milioni. Sappiamo però che questa operazione nuda e cruda è duramente osteggiata dai “fondi” che invece spingono per la creazione del “polo delle torri” ritenuta invece assai più importante e vantaggiosa. Il Governo non è insensibile a questa ipotesi, anzi! allora come si può sostenere un Piano che vorrebbe poggiare su un pilastro tanto incero e confuso? Questi soldi sono teoricamente in cassaforte si o no?
Lasciamo perdere …
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