Alt … fermi tutti!!! Il tavolo di Poker sul rinnovo del Cda RAI è saltato e i giocatori maramaldi si aggirano confusi e storditi: si erano dimenticati di invitare un giocatore scomodo … l’Europa!
Cosa è successo? Semplice: il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza (464 a favore, 92 contro e 65 astenuti) il Media Freedom Act che, di fatto, spara una palla incatenata contro la Legge 220 del 2015 e tutto ciò che ne consegue, compresi i dubbi di costituzionalità (ad esempio la nomina dell’AD) che pure tanti hanno ignorato.
A suo tempo, in Vigilanza RAI, Noel Curran (DG di Ebu) dichiarò: “Con le nuove regole Ue la Rai sarà fuorilegge”.
Gli effetti più dirompenti della cannonata si evidenziano subito, oggi, sul processo di rinnovo dei vertici RAI che non dovrebbe più avvenire con i criteri della vecchia Legge “Renzi”. Europa dixit!
Quali sono gli adempimenti ai quali il nostro ordinamento si dovrà uniformare per quanto riguarda specificamente la RAI? Teneteli bene a mente:
Art. 4: 2.a “Gli Stati membri rispettano l'effettiva libertà editoriale dei fornitori di servizi di media. Gli Stati membri, comprese le autorità e gli organismi nazionali di regolamentazione: (a) non interferiscono né tentano di influenzare in alcun modo, direttamente o indirettamente, le politiche e le decisioni editoriali dei fornitori di servizi di media;. Chiarissimo: non si deve tentare nemmeno di influenzare, figuriamoci di nominare “amici degli amici”.
Art.5: Garanzie per il funzionamento indipendente dei fornitori di media di servizio pubblico 1. I fornitori di media di servizio pubblico forniscono in modo imparziale una pluralità di informazioni e pareri al loro pubblico, in linea con la loro missione di servizio pubblico. 2. Il direttore e i membri degli organi direttivi dei fornitori di media di servizio pubblico sono nominati mediante una procedura trasparente, aperta e non discriminatoria e sulla base di criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati stabiliti in anticipo dalla normativa nazionale. La durata del loro mandato è stabilita dalla normativa nazionale ed è adeguata e sufficiente a garantire l'effettiva indipendenza del fornitore di media del servizio pubblico. Essi possono essere licenziati prima della fine del loro mandato solo eccezionalmente qualora non soddisfino più le condizioni giuridicamente predefinite per l'esercizio delle loro funzioni, stabilite in anticipo dalla normativa nazionale, o per motivi specifici di condotta illecita o di colpa grave come definito in anticipo dalla normativa nazionale. Le decisioni di licenziamento sono debitamente motivate, nonché preventivamente notificate alla persona interessata, e prevedono la possibilità di un ricorso giurisdizionale. I motivi del licenziamento sono resi pubblici”. Tradotto in italiano: già pwer questa nuova tornata di nomine in primo luogo applicate la procedura trasparente, aperta e non discriminatoria sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori … poi, scordatevi gli ”inciuci” tra le segreterie dei partiti e, infine, aridatece Fuortes e scordatevi di cacciare un AD a vostro piacimento, quale che sia il Governo in carica.
Ma il più dirompente è il comma successivo: “3. Gli Stati membri fanno in modo che i fornitori di media di servizio pubblico dispongano di risorse finanziarie adeguate e stabili per l'adempimento della loro missione di servizio pubblico. Tali risorse sono tali da salvaguardare l'indipendenza editoriale.” Tradotto in italiano: il taglio del canone non si può fare a piacimento del Governo di turno.
Infine, collegato a quanto sopra, è notevole pure rilevare quanto
disposto dall’art. 28: “Entrata in
vigore e applicazione 1. Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo
giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea”.
Per chi di
competenza: portare cortesi saluti a quanti volevano imprimere un’accelerazione
al procedimento di nomina dei nuovi consiglieri!
Se mai non dovessero
venire applicati i criteri disposti dalla legislazione comunitaria, ciascun candidato
che volesse concorrere al procedimento di selezione e venisse escluso senza
motivazione, potrebbe trovare facilissima udienza presso qualsiasi giudice
ordinario per chiedere la pubblicazione degli atti per verificare i criteri di
selezione avvenuti. Ci sarebbe proprio da divertirci!
Viene in mente una
proposta bizzarra: candidiamoci tutti e vediamo chi scelgono e come.
bloggorai@gmail.com
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