Telefonate notturne.
“Ciao cara… come stai?”
“Bhè ... dai … andiamo
avanti … in Abruzzo ci aspettavamo qualcosa di più ...”
“Va bhè ... ora non facciamo polemiche ... Ascolta, ora che è arrivata ‘sta tegola da Bruxelles sulla Rai che facciamo?”
“Ahhh … bhè .. bella
domanda … noi stavamo già facendo le carte per Chiara Valerio …”
“Chiara chiiii??? Ma hai capito che adesso dobbiamo adottare
“… criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori …” e che non possiamo fare più come l’altra
volta? Significa che dobbiamo dire come e perché proponiamo Tizio o Caia, con quali
criteri li scegliamo etc etc etc …”.
“Va bene …
pensiamoci sopra … vedremo, faremo … magari una nuova proposta di riforma della
governance … magari ci organizziamo un bello Stato Generale sulla RAI … daiiiii
… ciao caro, ci vediamo a Potenza!”
Mah ... sono passate
solo poche ore da quando è arrivata la notizia dell’approvazione del Media
Fredom Act e lo sconforto ancora non si è diradato. Corriere e Repubblica
nemmeno se ne sono accorti e La Stampa inserisce la notizia dentro quella dell’IA.
Solo il Fatto e Domani gli dedicano attenzione. Ovviamente, a Viale Mazzini
brancolano nel buio: “e mo’ che famo?”. Dicono che Sergio gongola e Rossi brontola: il colpo di mano potrebbe vacillare.
A Bruxelles Forza Italia ha votato a favore. Quello che ad alcuni sembrava facile
ed immediato, improvvisamente si è oltremodo complicato. Forse non nel merito
del dispositivo che comunque dovrà essere recepito nel nostro ordinamento con
tempi non immediati ma certamente nella sostanza: come si può gestire ora pubblicamente
un procedimento di nomina dei nuovi amministratori senza tener conto in qualche
modo di quanto l’Europa ora ha detto in modo forte e chiaro: con la Legge
220 e i suoi criteri di nomina ci potete fare gli aeroplanini e farli girare
sui giardinetti di Viale Mazzini.
Per PD e M5S è l’occasione
buona per uscire dall’angolo: “Fuori i partiti dalla RAI” ora o mai più!
bloggorai@gmail.com
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