Panico, sconcerto, preoccupazione e sbandamento tra i fini strateghi finanziari di RAI Way e Viale Mazzini!!! Questo è successo stamattina, intorno alle 7,20 (quando solitamente arriva la Rassegna Stampa) per tutti coloro che si aggiravano intorno a Via Teulada. È stata avvistata un’astronave carica di marziani minacciosi che sventolavano sulle antenne di RAI Way il titolo di Repubblica di oggi: “Il governo benedice la fusione delle torri via alle nozze tra Ei Towers e Rai Way” cioè esattamente il contrario di quanto si apprestava a fare Viale Mazzini con l’intenzione di vendere solo la differenza tra il 64% delle azioni possedute fino al limite del 51%, valutato circa 190 mln e messo nero su bianco sul Piano industriale del valore complessivo di 190 mln di euro. Del resto, i “fondi azionari” lo avevano scritto chiaro e tondo: “Questa operazione non s’ha da fare, noi vogliamo il polo!!!” e già in precedenza avevano scritto (ed ottenuto ) da Draghi quanto desiderato.
Lo abbiamo scritto più volte e a chiare lettere: sono due operazioni del tutto diverse nella sostanza, nella forma e nei tempi.
Leggiamo prima quanto scrive la solita “benissimo informata” Sara Bennewitz: “Il governo "benedice" le nozze tra Rai Way e Ei Towers. Una mossa che non dispiacerà nemmeno a Pier Silvio Berlusconi, che da tempo auspica «un campione italiano delle torri». L'atto che unirà le antenne della tv di Stato e quelle in possesso di Mediaset (40%) e F2i (60%) è un Dpcm atteso subito dopo Pasqua, anche se ieri sera fonti di governo non escludevano un passaggio già al Consiglio dei ministri in programma oggi pomeriggio a Palazzo Chigi”. Di corsa … tutto di corsa e all’insaputa di tutti, di tanti, almeno di qualcuno a Viale Mazzini che, come abbiamo scritto, si è visto calare i marziani e non se ne sono accorti prima.
Rivediamo quanto scritto sul Piano Industriale:
In tutto questo, qualcuno ignora o fa finta di ignorare che per la cessione di quote azionarie di RAI Way deve essere applicato quanto disposto dall’art. 21 comma 5 della Legge 112 del 2004 dove si legge che “… sono vietati i patti di sindacato di voto o di blocco, o comunque gli accordi relativi alla modalità di esercizio dei diritti inerenti alle azioni della RAI-Radiotelevisione italiana Spa, che intercorrano tra soggetti titolari, anche mediante soggetti controllati, controllanti o collegati, di una partecipazione complessiva superiore al limite di possesso azionario del 2 per cento, riferito alle azioni aventi diritto di voto, o la presentazione congiunta di liste da parte di soggetti in tale posizione. Tali clausole sono di diritto inserite nello statuto della società, non sono modificabili e restano efficaci senza limiti di tempo”.
Grandissima la confusione sotto il cielo e i marziano non hanno ancora capito chi deve decidere cosa. La sola cosa che hanno capito è che nessuno sa bene cosa fare e per aggiornare il nuovo Piano Industriale RAI ora dovranno chiamare la Società di consulenza per metterlo in frigorifero in attesa di chiarimenti. Del resto, pure del Contratto di Servizio non si sa nulla: la GU è pronta per riceverlo e pubblicarlo ma nessuno glielo porta!
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