lunedì 13 marzo 2023

Rai: l'uomo che viene da vicino


Sulla strada del ritorno ci riavviciniamo alla Rai. Nella lontana Africa ci mancano le telefonate, i caffè, i quattro passi lungo i giardinetti di Viale Mazzini e quindi la maggior parte degli spunti che reggono Bloggorai. Ci rimane solo WhatsApp e le mail: importanti ma non sufficienti. Intanto però ci accontentiamo.

Anzitutto un last minute: abbiamo appena letto un comunicato sindacale: Il CDA Rai del 3 marzo ha approvato un piano di produzione che assegna il 50% dei programmi di prima serata in appalto totale "chiavi in mano". Sono le solite "ditte" le beneficiarie della pioggia di centinaia di milioni di euro di denaro pubblico, che arriva in deroga a ogni criterio di trasparenza. Perché alla Rai se vuoi comprare telecamere o sedie devi fare una gara europea ma se vuoi fare un programma in appalto milionario, lo fai in affidamento diretto, senza nessuna trasparenza. Insindacabili questioni editoriali, sostiene la Rai”. Chiaro, chiarissimo e si capisce tanto sul futuro di questa Azienda.

Abbiamo intuito che ci sono tre fronti aperti: la Vigilanza che potrebbe essere convocata presto ma ancora irrisolto il problema della presidenza. Colpa solo dell’ostruzionismo del Governo? Forse ma non solo. Il prossimo CdA dove potrebbe avvenire qualcosa di simile al nulla, ovvero il Piano Industriale (perché ce lo chiedono le Banche) e la santificazione della teoria del pareggio di bilancio. Provate ad immaginare un “buon padre di famiglia” che applica questo sublime pensiero economico pensando al futuro dei suoi figli: gli lascerà in eredità lacrime e sangue e i gioielli di famiglia venduti al banco dei pegni. Per quanto anche i tamburi della lontana Africa hanno rullato, non sono attese sorprese. Vedremo. Il terzo fronte, alquanto sotterraneo ma non meno rilevante, è il canone: oggi compare una lunga e complessa intervista a Mauro Masi che entra a gamba tesa sul tema. L’uomo che non ti aspetti, quello che si definisce “…uomo delle istituzioni, vado dove mi mandano…” sostiene che la “…se utilizzi il denaro del canone, devi comportarti come un vero servizio pubblico. Se vai sul mercato, l'obiettivo è fare più ascolti possibili. Si comincia a comprendere che le due cose difficilmente sono conciliabili nel mondo dominato da Internet». Che fare? «Bisogna decidere ed evidenziare con chiarezza cosa è finanziato dal canone e cosa dal mercato”. Be careful, stay on the alert, please, Masi will be on board! Cosa non si fa per le istituzioni!!! E se poi te lo chiede il Governo come resistere? Potrebbe essere l’uomo che salva capre e cavoli. Vedremo. La partita è solo all’inizio. Che ne sarà di Fuortes&C? Manteniamo la posizione: rimane. Nei giorni scorsi Il Foglio gli ha dedicato uno spazio come una piazza di mercato: goduria allo stato puro per lui e per chi lo ha sostenuto. Ora il problema è capire chi lo sostiene ancora: l’agenda Draghi si è persa per strada e il PD non è più il PD ma qualcosa che ancora non si sa bene cosa potrà essere. Vedremo… vedremo…

Ci è giunta notizia di quanto sta succedendo alla BBC con il caso Lineker, cacciato per le sue posizioni troppo antigovernative. Pensate una cosa del genere in Italia: anzitutto sarebbe necessario trovare un giornalista televisivo pubblico del genere e poi trovare chi lo difende e sostiene. Qualche filino di dubbio ci viene. Intanto noi ci accontentiamo di Vespa... non sarà Lineker ... ma ...buttalo via !!!

Per chi ha seguito le Note Africane ed è ancora interessato può mandarci una mail.

bloggorai@gmail.com

 

 

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