Ci sarà tempo e modo per decifrare correttamente e capire
bene il senso dell’operazione Rai Way conclusa con la designazione di Cecatto e
Pasciucco come AD e Presidente che ieri abbiamo definito una “porcata a più
dimensioni”. Al momento, ci corre solo l’obbligo di fare osservazioni sommarie
ma essenziali. A: non è assolutamente chiaro perché sia avvenuta B: non è assolutamente
chiaro se questa operazione rafforza o indebolisce l’AD.
Abbiamo fatto, al solito in nostro rapido sondaggio interno ed
esterno a Viale Mazzini. Si fronteggiano due partiti: da un lato coloro che
vedono il segno della resa di Fuortes ai desiderata del Governo (o di una parte
di esso) ovvero una forse ultima contropartita da offrire in cambio di una exit
strategy onorevole (la Scala o qualcosa di simile). Dal fronte opposto, la
capitolazione alle pressioni politiche esterne (Lega?) rappresenta pura e
semplice merce di scambio in garanzia della sua adesione totale alle indicazioni
che gli vengono fornite. Nell’una e nell’altra interpretazione c’è un segno
comune: gli interessi dell’Azienda sono in secondo piano. La sola e unica motivazione
fornita in Cda è stata la pretesa “discontinuità” con la precedente gestione di
Rai Way. “Discontinuità” con cosa? Con i risultati finora ottenuti? Con i
progetti non realizzati? Nulla di tutto questo è noto.
Rimane solo il secondo interrogativo destinato a tenere
banco ancora per molti giorni: se ne va o no? Bloggorai, come noto, accetta
scommesse e punta alla sua sopravvivenza. Per paradosso assoluto, siamo pure
costretti ad ammettere che temiamo più un possibile nuovo che avanza (a parte l’autocandidatura
dell’antipatico interno, non ci sono altre figure di cui si accenna) che il
vecchio che rimane. Inoltre, ci appare particolarmente indigesto avvallare il
principio che, in questo caso assumerebbe una plastica e tangibile rappresentazione,
dello Spoil System: cambia il governo del Paese e cambia la governance Rai. E’
il frutto avvelenato di un albero malato: la nefasta legge Renzi del 2015 che
schiaccia sotto il tallone del Governo la nomina dell’AD Rai. I giornali di
oggi, compresi quelli “solitamente bene informati” ovvero quelli dei “soffietti”
ad arte, quelli che hanno avuto il coraggio di sostenere la candidatura di Minoli
come presidente, sono tutti infervorati dal taglia e cuci sulla sua candidatura
alla Scala (nel caso fosse si parla di giugno) e i nomi dei ranghi inferiori. Confessiamo:
non siamo esperti in questo campo e non ci appassiona più di tanto.
Ci interessa molto di più riflettere sull’argomento ascolti
della Tv: secondo quanto reso noto dallo Studio Frasi (su dati Auditel) Rai Uno
nelle prime 11 settimane del 2023 rispetto alle stesse dell’anno precedente
perde in prime time oltre 300 mila telespettatori (-6,1%) e il Tg1 delle 20 ne perde
oltre 600 mila (-11,1%). È sempre vero che il processo di emigrazione del
pubblico verso “altra” tv diversa dalle generaliste è progressivo e inarrestabile:
complessivamente perdono oltre 1,3 mln di telespettatori (pari a -8,9%).
bloggorai@gmail.com
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