Lo scoooooppppp !!!! il PD cambierà nome: si chiamerà MD, Movimento Democratico. È stato deciso stanotte, dopo che sono stati pubblicati i dati sulla composizione del voto che ha eletto la Schlein segretaria: sono diminuiti e diversificati "quel tipo" di elettori, si sono diluiti nella loro composizione e origine, si sono plasmati su altre e sconosciute dinamiche sociali e culturali.
Ormai è certificato che la "forma" partito non è più attuale: che partito potrà mai essere quello dove il primo che capita di fronte ad un gazebo, con soli due euro, vota ed elegge il suo vertice? Che partito potrà mai essere quello dove una persona qualsiasi si iscrive last minute, fa un po’ di campagna elettorale fortemente sostenuta dai “diversamente giovani” del “fu” partito e ne diventa segretaria? Che partito potrà mai essere quello dove da una parte ci sono i militanti duri e puri, quelli che giorno per giorno partecipano alla sua vita politica, aprono le sezioni e le tengono in vita, distribuiscono i volantini e organizzano le Feste dell’Unità e dalla parte opposta ci sono quelli dell’area, delle sofisticate e colte Agorà Democratiche, quelli della palude, dell’incertezza e della confusione, quelli che non sanno mai se la loro identità è più di centro o di qualche altra parte che non è sinistra, di salottieri della sinistra del centro storico, quelli che gli fa fatica pure il pensiero di andare a votare ovvero quelli che dibattono sul futuro quale che esso sia.
Ora è il turno di Elly Schlein, ora è il turno di ciò che essa rappresenta e sintetizza plasticamente, iconicamente non tanto per quello che sarà o potrà fare ma per ciò che è e ancora di più per ciò che è stata. Ognuno di noi si rappresenta e viene percepito anzitutto per quanto è in grado di raccontare, per quanto è avvenuto nel suo recente e antico passato. La percezione che gli altri hanno di noi è il diretto derivato di quanto noi mettiamo in evidenza rispetto a ciò che noi siamo in quel determinato momento. La Schlein è esattamente ciò che ha mostrato ieri durante il confronto con il Ministro Piantedosi: istituzionalmente educata, moderata nei torni e nella postura, dura al punto giusto per fornire materia per un titolo ad effetto del tipo “Il Ministro si deve dimettere”. Non un accento di più, non un accento di meno. Quanto basta. Eppure c’era materia per alzare la voce, battere i pugni sul tavolo, alzarsi in piedi e puntare il dito accusatore e minacciare non solo “opposizione durissima” ma ad esempio proporre di andare tutti giù a Crotone subito per essere fisicamente presenti accanto a quei disgraziati che hanno voluto partire lo stesso per sfuggire da guerre e carestie e non hanno voluto o potuto attendere di essere salvati quando era possibile e necessario.
La Schlein è esattamente ciò che ha evidenziato nel suo orizzonte politico programmatico dove mancava una parolina: informazione pubblica. Nulla si sa di lei e del suo pensiero sul tema Rai e Servizio Pubblico, salvo una impercettibile battuta di ciglio quando ha difeso Sanremo dalle aggressioni sulla censura. Del resto, nulla si sapeva anche prima e non solo per lei ma anche per il suo competitor ovvero di tutto il partito (oopppssss … da ora in poi Movimento) che li vede uniti. Divertitevi, provate a cercare opinioni, commenti, studi, valutazioni, interventi pubblici o un qualsivoglia pensiero su temi come il canone, i piani editoriali, l’innovazione tecnologica, i contenuti dei programmi o quello che vi passa per la capa. Forse siamo noi duri di comprendonio e magari nemmeno sufficientemente informati, magari esiste una ricca e fiorente letteratura che a noi è sfuggita. Possibile, probabile e, in questo caso, siamo pronti a cospargerci il capo di cenere e chiedere scusa. Rimaniamo in attesa: fateci sapere, pubblicheremo tutto.
Segue …
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