Basta, è troppo, non è cosa e pure la fantasia ha i suoi
limiti. Oltre non è possibile andare e supporre, indipendentemente da chi regge
il microfono e dalle domande che possono essere fatte. Non è questo il momento
storico. Del resto, ci dicono i tamburi lontani, a Palazzo Chigi ancora non si
è palesato il “Funiciello della situazione” e che il “metodo Meloni” ancora non
sia stato messo a punto. Almeno prima c’era Draghi con la sua fantomatica
agenda che ora tutti hanno dimenticato ma almeno c’era. Ora, ci dicono, sia il
turno di un certo Gaetano Caputi (capo di gabinetto) che, a differenza del
precedente, sembra non sia molto pratico dell’ambiente e in questa chiave alcuni
spiegano lo stato confusionale in cui versa il governo sulla partita delle
nomine.
Qui, nella lontana Africa, giungono segnali di fumo. Rarefatti
ma giungono e almeno per ora ci dicono e confermano quanto sappiamo, cioè che il
personaggio di cui sopra resterà a lungo. Pronti a pagare pegno se ci siamo
sbagliati, ma ogni giorno le notizie si fanno sempre più complicate per il suo
futuro: anche la Scala ha chiuso le porte e Meyer resterà ancora al suo posto.
Poste Italiane? Ma si perché no, una minchiata vale l’altra. Ma il vero
problema non è se lui se ne va o meno ma chi viene o rimane e, su questo
fronte, a quanto sembra, nonostante il ”wishfull thinking” di alcuni interni, i
giochi sono ancora impaludati: c’è tensione tra due contendenti e i loro “referenti”
Lega e FdI.
Infine e alfine: è stata convocata la Vigilanza Rai per il prossimo
21 marzo con i suoi 42 (si, due in più rispetto a prima. Nessuno ha battuto
ciglio su questo aspetto e nessuno ha posto il dubbio se sia stata un’anomalia
legislativa (una legge si modifica solo con un’altra legge) come pure nessuno
ne ha lamentato il ritardo ingiustificato. Ora il tema è la Presidenza di cui
ancora “si dice che…” possa andare al M5S. Poi, chissenefrega se una
parlamentare della Commissione sia stata “… di recente condannata in via
definitiva dalla Cassazione a un anno e sei mesi…” come scrive il Corriere. Sciocchezze,
gossip, bassa cucina della politica. Ora, però, dalla prossima settimana “torneremo
a rivedere le stelle” e allora sì che ci divertiremo.
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