giovedì 9 marzo 2023

Note africane 2: pubblico e privato ... come la Rai

Foto di dioptapha da Pixabay

Bloggorai si appresta a festeggiare cinque anni ininterrotti e quotidiani di racconto. In un certo senso, è un racconto di viaggio all’interno e all’esterno della Rai, del Servizio pubblico radiotelevisivo. Avvertenza ai naviganti e ai viaggiatori: necessario prendere sempre con le pinze e con le molle ogni racconto di viaggio. Il più accurato, il più dettagliato e appassionato, sarà sempre un racconto parziale, limitato e determinato dalle contingenze che ogni scrittore vive in quel determinato momento. Si tratta sempre e solo di percezioni e, come tali, fugaci, fragili e passeggere.

Approfittiamo della rete stabile e del caldo che ancora non si fa sentire e completiamo il primo giorno africano con piccole, brevi e sommarie note di viaggio. Ieri pomeriggio ci siamo incamminati verso il mare, l’Oceano laddove avevamo prima visto un “parcheggio” a secco di piroghe da pesca coloratissime. Mentre il sole calava si era levato un venticello fresco, una brezza tonificante. Raggiungiamo la spiaggia: animatissima. Erano da poco sbarcati i pescatori con il loro carico di pesce. Accanto, sulle bancarelle, si cuoceva e si mangiava. Un infinito numero di piroghe, tanta gente intorno, e odore di mare, di pesce, di fuoco. 

Basta, la giornata poteva anche essere sufficiente e, sulla strada del ritorno a casa, ne approfitto per un paio di considerazioni. Le persone: sono tutti molto belli, nella media più le donne degli uomini. Lo sguardo colpisce: indifferente allo straniero, non ostile ma solo e semplicemente indifferente. Se poi invece vieni introdotto dal nostro accompagnatore, che parla perfettamente francese e alquanto bene il Wolof, lingua locale, allora tutto cambia e ci si scambiano calorose strette di mano accompagnato da un sincero e accogliente sorriso.

Altro argomento che ci colpisce (e ci rimanda alle cose di casa nostra) è il rapporto tra pubblico e privato: solo apparentemente sembra che tra i due termini non ci siano confini. Tutto sembra pubblico e tutto sembra privato allo stesso tempo. Ad esempio lo spazio: ognuno sembra poter occupare quello che ritiene utile e necessario, in particolare per esercitare il commercio che, come noto, è il motore della civiltà. Non avverte luogo, spazio pubblico che non si possa occupare più o meno arbitrariamente, senza regolamentazione, per commerciare, vendere o comprare o esercitare una attività artigianale. Forse, dietro una formale apparenza, potrebbe non essere così ma questa è la percezione e di queste vi raccontiamo. Le strade sono costellate di venditori e di botteghe dove si costruisce e, soprattutto si ripara. Colpiscono i meccanici: non ci sono tracce di “officina” tutto è in terra e non è pensabile che possa essere solo disordine casuale. Tutto deve avere pure una sua logica e un senso. La stessa impressione vale per i falegnami e per i sarti: la “bottega” spesso semplicemente non c’è. Ma una su tutte ci ha colpito: una dove si preparavano “giri giri” cioè potentissimi amuleti in grado di fare miracoli. Quattro persone in un paio dimetri che tagliavano, arrotolavano, cucivano e lisciavano legno, corde, osso e metallo. Ne ho chiesto uno anche se in verità ne sarebbero necessari anche di più, ma l’argomento era troppo delicato per essere trattato in quel modo, in quel momento e in quelle circostanze. Sono bianco e pur sempre straniero e pure di passaggio: “à bientôt” … un cenno con gli occhi del più anziano tra loro. Si magari, a presto. Ne abbiamo bisogno tuti di “giri giri”.

Dall’Italia giunge poco: sappiamo solo che la Vigilanza Rai è ancora impantanata ma sappiamo ancora che non è assolutamente chiaro per colpa di chi. Chi ostacola, chi si oppone chi rinvia? Non è affatto scontato che la colpa, la responsabilità sia solo del Governo. Son leciti i dubbi che riguardano pure le relazioni le tensioni, all’interno dell’opposizione. La distanza non ci consente di vedere persone, telefonare e approfondire. Rimane il fatto che in questo momento è la parte più grave che incombe sul presente sul futuro della Rai. Ovviamente, anche dalla lontana Africa, emergono con chiarezza assonanze concettuali, similitudini e metafore su temi della comunicazione, dell’informazione e del “Servizi Pubblico” ... quale che esso sia. È nella sua natura primordiale, concettuale che ancora è necessario lavorare. Come sul suolo africano: occupare uno spazio pubblico e renderlo privato, poi, semmai, un giorno, forse, qualcuno si occuperà di regolamentare ma allora potrebbe essere già troppo tardi.

Il sole si sta alzando, comincia a fare caldo, molto caldo.

bloggorai@gmail.com

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