Mi permetta di rivolgerle un caloroso saluto e un sentito ringraziamento per le attenzioni che, in questo delicato momento, Ella sta rivolgendo al Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Le sono certamente a conoscenza le complessità e le criticità che si profilano intorno e sul futuro della Rai che si evidenzieranno con l’approvazione del prossimo Bilancio di esercizio, previsto per il prossimo mese. Come da accordi intercorsi, non appena compiuto questo formale adempimento, ci vedremo per valutare di comune accordo quali potranno essere le opportune, necessarie e forse doverose mosse successive.
Mi corre però l’obbligo di anticiparLe il mio pensiero affinché Ella possa trarne le opportune valutazioni e conseguenze. Sono indotto a ritenere che il clima intorno alla mia persona sia divenuto alquanto ostile, all’interno dell’Azienda e al suo esterno. Sono sottoposto ad una pressione che diviene viepiù insostenibile. Vorrei anciparLe le mie dimissioni, seppure lo ritengo atto vile e codardo rispetto alle responsabilità che non mi riguardano e per quelle che invece mi dovrebbero riguardare e che invece respingo con sdegno. Che colpa ne ho se sono contornato da incapaci, fannulloni, corridoristi, gossippari, complottisti di ogni genere e grado, maniaci dei selfie nei giadini di Viale Mazzini e frequentatori compulsivi di luoghi equivoci (Partiti, lobby di varia natura e cultura, associazioni segrete etc)? Alcuni, lo ammetto, me li sono scelti da solo e pago pegno, ma gli altri no!!! Mi sono capitati addosso come il vaiolo, la peste bubbonica e le cavallette. Li ho trovati già qui cresciuti e pasciuti. Pertanto, vorrei tanto dimettermi ma non posso, non voglio, non devo.
Allora? Che fare? Gentile Presidente, sottopongo alla Sua cortese attenzione una concreata possibilità di uscirne tutti felici e contenti: Lei, nella Sua grazia, potrebbe fare una dichiarazione di intenti dove professa la Sua fiducia nei miei confronti ed io, per quanto nelle mie prerogative, mi impegno ad esaudire ogni suo desiderio fino alla fine del mio mandato. E poi, beato chi avrà un occhio.
Con doveroso rispetto, un molto cordiale e affettuoso saluto, in attesa di vederci presto a Palazzo Chigi per un caffè o un te pomeridiano con pasticcini (mi faccia sapere se vengo da solo o posso venire accompagnato)”.
Tutto finto, falso, apocrifo, ovviamente, uno scherzetto, una minchiatina, un soffietto in tempo di primavera, un pelo di gatto caduto sul divano. Non ci sarà mai nessun AD che potrebbe scrivere una lettera del genere e proprio perché frutto di totale fantasia, sotto sotto, alla fin fine, qualche frammento di verità lo si può trovare.
Ormai è diventato un tormentone con il quale Bloggorai rischia di rompersi l’osso del collo con le scommesse accettate: Fuortes se ne va o no? E, nel caso, quando? E, nel caso, chi lo sostituisce? Questa mattina, per l’ennesima volta, sui giornali fioccano ardite previsioni e si legge di “dimissioni”… “si farà da parte…” etc. ma è mai possibile che nessuno sia in grado di fare un ragionamento semplice semplice come questo: A - Fuortes non si dimetterà sua sponte nemmeno sotto tortura. Dovrebbe implicitamente ammettere un suo totale fallimento, cosa che non è mai avvenuta nella storia della Repubblica nemmeno di fronte alle infamie più clamorose. B - Lo potrebbe fare solo nel caso in cui “il Paese a gran voce lo chiama” ma in questo momento il Paese sembra in ben altre faccende affaccendato. C – Il Paese, qualora fosse, non ha posti liberi adeguati alla bisogna (Firenze puah !!! Milano posti in piedi, Venezia è lontana, Napoli meglio lasciar perdere).
Conviene poi che se ne vada ora quando manca poco più di un anno alla fine del suo mandato? No, semplicemente no: non conviene a nessuno, men che meno al Governo. E men che meno nelle delicate e complesse dinamiche aziendali che si andranno a profilare (piano industriale fantasmico, palinsesti, ascolti, definizione risorse economiche, sindacati pronti allo sciopero generale etc). Chi sarebbe l’eroe pronto ad immolarsi per la Patria in queste contingenze? L’interno di cui molti scrivono, a tempo determinato come lo yoghurt e affiancato da un Commissario ad acta del Governo? Tarzan … facce ride! Sembra che pure i suoi colleghi non ne nutrano grande simpatia.
Se è vero, come sembra, che il malloppo grosso non sia la testa di Fuortes ma tutto il cucuzzaro che gli sta sotto nelle direzioni di reti e testate, il lavoro sporco può essere fatto senza grande clamore: hic manebimus optime. Poi, fra un anno, si vedrà.
Questo il vero scherzo, questa la vera minchiata della narrazione su questo tema. Per tutto il resto, ci adeguiamo al dignitoso silenzio che si diffonde da Viale Mazzini e dintorni.
Ps: se dovesse mai succedere che Fuortes abbandoni il campo, quale che sia il modo, per chi ha scommesso su questa possibilità e Bloggorai perda, chiediamo solo di poter pagare in comode rate mensili.
Doppio ps. La Vigilanza che torna in alto mare potrebbe congiungersi con una partita molto delicata: la vendita e il cambio del Cda di Rai Way prossimo venturo. In che modo? In tanti modi!
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