mercoledì 8 marzo 2023

Note africane: il Mercato e la Rai


Piccole note da un Paese della lontana Africa.

È probabile che siamo in molti ad avere una bizzarra “malattia”: siamo assidui frequentatori di “mercati” dovunque siano nel mondo. Così succede che, appena arrivato in una nuova città, il primo luogo che cerco di visitare e conoscere è “il” mercato. Così, già da stanotte, ora tarda e già accaldata, appena annusato il profumo del luogo, mi sono preoccupato di sapere dove fosse quanto distante dal luogo in cu avrei alloggiato. Ma, in verità, un mercato già mi era venuto incontro e l’ho scorto distintamente, seppure tutto chiuso, lungo la strada che mi portava verso l’abitazione. Eppure sono esperto: da bambino sono stato affascinato da Porta Portese che frequento abitualmente e, da quando ho iniziato a viaggiare, ne ho frequentati molti in tanti paesi. Ho sempre in mente una frase “le istituzioni sorgono sulla piazza del mercato” e non dimentico mai il Foro Romano che era, appunto, il “mercato” di Roma antica. Il mercato come perfetta metafora delle cose del mondo.

Il risveglio africano è stato rapido, la fretta di uscire era trascinante. Di fronte alla mia stanza c’è attaccata al muro una grande mappa della città ed ho subito chiesto dove fosse “il” mercato e la risposta è stata semplice: “Non c’è il mercato, qui è tutto e sempre un mercato”.  

Sceso in strada, calda e polverosa e subito il mercato diffuso mi è apparso agli occhi: la boutique di Ibrahim piccola ma carica di tutto e, a ridosso, il coutorier: un tavolo da lavoro improbabile, un ferro da stiro alimentato a carbonella e stoffe sparse sotto un piccolo baobab e, accanto a lui, il falegname intento la costruzione di un letto con un legno a me sconosciuto, leggero, compatto, senza nodi con venature forti e segnate. Il mobile ha già preso forma: solido e con una sua eleganza.  La persona che mi accompagna è molto conosciuto nel quartiere e così il camminare è tutto un saluto e una presentazione che potrebbe protrarsi all’infinito. Ma una insaziabile voglia di vedere tanto e subito oltre mi trascina mentre il sole comincia a farsi caldo, molto caldo, più di quanto sapessi e immaginassi. 

Si suda e si cerca acqua. Lentamente ci addentriamo nella città e il mercato, tutto il mercato, si distende di fronte a miei occhi. Tutto è merce, tutto è mercato. Tutto ha un prezzo, tutto si compra e si vende. Dopo aver attraversato mezza città, a piedi, abbiamo cercato di mangiare all’Istituto di Cultura francese in un giardino fresco e verde: impossibile. Oggi si festeggiano le donne, tutte vestite di bianco. Cerco di capire e di sapere se esiste qualcosa di simile di “italiano”… no… la loro “potenza di fuoco” in questo campo, qui in Africa, è imparagonabile. Ripieghiamo su un “ristorante" locale all’interno di un cortile dove si mangia solo un piatto di riso dove poggia un pesce fritto ricoperto da una salsa di cipolle agropiccanti accompagnato da una bevanda verde, il Dittar, fresco e mi dicono nutriente. Ottimo, ci salutiamo con un caloroso saluto .

Le energie sono esaurite: a bordo di un taxi, si far per dire, con lo sportello “anziano” che non si chiude come sosteneva il conducente, torniamo verso casa per un necessario e meritato riposo. Fuori fa molto caldo, oltre 30 gradi e, mi dicono, presto farà ancora più caldo. Appena possibile, torneremo nel mercato, in tutto il mercato.

Ci giungono notizie rarefatte e lontane dalla Rai: ci dicono poche cose. Nulla di più di quanto più o meno già è noto. La “sorpresa” sarebbe che l’incontro tra la Meloni e Fuortes sarebbe stato patrocinato da Vespa. Sai che notizia!!! Dopo il Comunicato dell’incontro che, di fatto, ufficializza e formalizza il commissariamento dell’Azienda, da oggi in poi tutto è lecito. La Rai è “mercato” ovvero merce di scambio dove tutto si compra e si vende ed ogni cosa ha un prezzo: basta saperlo e poterlo pagare.

Rimanete sintonizzati. Per quanto possibile, cercheremo di scrivere.

bloggorai@gmail.com

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