venerdì 31 gennaio 2025

La RAI del silenzio, della pigrizia e della stanchezza

by Bloggorai

Abbiamo una sgradevole sensazione. Nel “giro” di quanti seguono le vicende della Rai, del Servizio Pubblico e dintorni sembra che ci sia una certa stanchezza, una certa pigrizia, una certa svogliatezza. Abbiamo una sgradevole sensazione che ci allarma: sembra che non ci sia più nulla in grado di suscitare interesse, allarme, stupore o indignazione. Abbiamo la sgradevole sensazione che il gap generazionale (età media dei lettori di Bloggorai è vicina a quello della stessa Rai, ovvero over 60) comincia a farsi sentire: ne abbiamo viste tante, troppe, ed è difficile ora sorprenderci per qualcosa, per qualcuno.  Tutto, tanto, appare già visto, già noto.

Dentro quello che fu “il Palazzo di vetro” ci raccontano di aria di smobilitazione fisica e morale, di guerre per bande sempre più agguerrite, di preoccupazione per un futuro sempre più incerto e confuso. Fuori il Palazzo, nella politica, siamo fermi al Deserto dei tartari. Il nulla allo stato puro, il vuoto pneumatico dentro la maggioranza e all’interno dell’opposizione (o di quello che ne resta): fermo il dibattito sulla riforma e immobile la trattativa sulla presidenza. A leggere le nostre chat, bene che vada, si osserva che molti vanno in sollucchero quando si tratta di capire se la nuova AI cinese è meglio o peggio di Chat Gpt. Per tutto il resto, silenzio. Tutt’al più, alcuni degnano di uno sguardo qualche pezzo sul cavallo morente o sorgente prossimo ad essere impacchettato.   

Amen.

bloggorai@gmail.com


 

giovedì 30 gennaio 2025

RAI: doppio Colpo Grosso e mezzo ... più sorpresa finale

by Bloggorai

“Gli Stati membri provvedono affinché le procedure di finanziamento dei fornitori di media di servizio pubblico si basino su criteri trasparenti e oggettivi stabiliti in anticipo. Tali procedure di finanziamento garantiscono che i fornitori di media di servizio pubblico dispongano di risorse finanziarie adeguate, sostenibili e prevedibili corrispondenti all’adempimento della loro missione di servizio pubblico e alla capacità di sviluppo nell’ambito di tale missione” EMFA, art. 5, 3.

Perché ieri abbiamo lanciato il sasso nello stagno sul tema canone Rai 2025? Lo spunto è avvenuto quando recentemente abbiamo letto che P.S. Berlusconi lo ha “salvato” dalle grinfie della Lega che voleva mantenere la riduzione e, comunque, mantenere attiva la Pdl di riduzione progressiva del 20% fino alla sua completa abolizione. Così è avvenuto e il resto è noto. Ma poi è successo quello che noi abbiamo ritenuto grave nel 2023 e ancora più grave nel 2024: il pressoché completo disinteresse da parte di molti se non di tutti. Pressoché nessuno ha sollevato il problema costituzionale della indisponibilità del canone dall'iniziativa del  Governo, ovvero un tema che non potrebbe e non dovrebbe essere inserito in una Legge di Bilancio. La gravità poi si è aggravata per il sopraggiungere a maggio dello scorso anno dell’EMFA che in proposito è molto chiaro, come abbiamo scritto in premessa a questo Post. Esiste un problema politico strutturale sulla Rai che si è poi concretizzato lo scorso 26 settembre con la nomina del Cda in forte dubbio di legittimità (vedi ricorso al TAR). C’è spazio e ce n’era già da tempo a sufficienza per sollevare problemi, obiezioni e azioni politiche che invece non sono avvenute.

Ognuno fa il proprio mestiere. Bloggorai appunto chiede, pone problemi, fa domande, cerca di sapere e di capire, solleva interrogativi e propone riflessioni. Punto. Scusate se è poco. Dopo di che ci sono gli altri ovvero i professionisti della politica, della giurisprudenza, della tecnologia e così via che hanno i mezzi per agire.

Ieri abbiamo posto un problema molto semplice: esiste una norma che stabilisce l’importo del canone 2025? 

Molti hanno cercato di capire e approfondire il quesito, altri hanno chiesto e studiato “le carte” ovvero le leggi in vigore. Altri si sono limitati ad una sommaria e quasi infastidita “lettura”, altri ancora hanno chiesto un “parere” a Chat GpT !!! Si, abbiamo avvertito, specie in qualche lettore “amico” una sorta di sottile irritazione poi concretizzata nel cercare di confutare quanto abbiamo posto in dubbio.

Rivediamo e ribadiamo alcuni punti a nostro avviso ancora fermi ed altri sui quali è opportuno precisare ancora meglio.

A. È fuori discussione il dettato dell’art. 23 della Costituzione: “Nessuna prestazione patrimoniale o personale può essere imposta se non in base alla Legge”.

B. Il canone ha carattere tributario essendo una imposta determinata dalla Legge.

C. È incontrovertibile che la Legge di Bilancio 2025 NON contiene alcuna norma espressa riferita al canone RAI (non viene mai citato).

D. È del tutto evidente che la Legge di Bilancio 2025 NON impone il pagamento del canone e tantomeno determina il suo importo per l’anno corrente.

E. È senz’altro vero che nella precedente Legge di Bilancio 2024 si afferma che “la misura del canone … di cui all’ar1, c. 40, della Legge 11/12/2016 n.232, è riderteminata in 70 euro…” ovvero la Legge del 2016 (“a decorrere dal 2017 il canone è di 90€”) è superata dalla nuova Legge di Bilancio in vigore nel 2024

F. Il 5/11/2024 viene emanato T.U. dei Tributi erariali (dlgs n 274/24) che, all’art. 52 determina l’importo di 70 euro per il 2024. Per il 2025 l’art. 52 nulla dice.

Ciò significa che la norma sui 70 euro nel 2024 NON viene abrogata dal TU ma viene assorbita (viene abrogato il veicolo legislativo art 1, c 19, dlgs n 213/23 ma la norma sostanziale viene trasferita nell’ art 52)

G. Il detto TU fiscale all’art. 100 stabilisce però che “Le disposizioni del presente testo unico si applicano a partire dal 1° gennaio 2026”

Rimane quindi del tutto fondata la domanda che abbiamo posto: quale norma impone il pagamento del canone 2025 nell’importo di 90 euro? A nostro modesto avviso: nessuna. A noi appare del tutto chiaro quanto scritto e difficilmente controvertibile. Non sarà una sorpresa se un giorno, un cittadino, un telespettatore qualsiasi, si rivolgesse ad un Giudice per porre lo stesso quesito.

Chiudiamo con una notizia interessante: il Foglio, a firma C. Caruso, pubblica un trafiletto titolato “Rai, Di Pietro Presidente” e si legge che “E' l'idea del M5s che in Commissione di Vigilanza ha i voti decisivi …  La proposta del M5S sarebbe questa: indicare il membro in cda eletto dai dipendenti Rai, di fatto indipendente dai partiti, e chiedere anche al Pd, in Vigilanza, di votarlo”. Dobbiamo ammettere che negli ultimi tempi si potrebbe essere meritato la possibile candidatura.

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mercoledì 29 gennaio 2025

RAI: il COLPO grosso !!!

by Bloggorai ©

Un petardo in una polveriera? Un sasso in piccionaia? Un elefante che irrompe in una cristalleria? Decidete voi. Alla politica, ai tecnici giuristi l'ardua risposta.

Questi i fatti:

Anzitutto necessario tenere presente l’art.23 Costituzione: “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.”

Poi art. 15 delle “preleggi” (Codice Civile): “Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione espressa del legislatore, o per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o perchè la nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore”.

La Legge di Bilancio 2025 NON contiene nessuna norma che impone obbligo e importo del canone. Nella precedente Legge di Bilancio 2024 si legge “La misura del canone di abbonamento alla televisione per uso privato, di cui all’articolo 1, comma 40, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, è rideterminata in 70 euro per l’anno 2024.” (Art. 1 comma 19, Legge 30 dicembre 2023, n. 213).

La Legge di Bilancio 2025 all’art.1, comma 861, dispone solo che “Al fine di ridurre gli oneri di esercizio della Società Rai … etc etc ” ma NON contiene alcun riferimento al pagamento del canone e al suo ammontare per l’anno corrente.  

Il 27 novembre scorso la Commissione Bilancio del Senato boccia l’emendamento alla Legge di Bilancio presentato dalla Lega con il quale si prevedeva il ritorno all’importo dell’anno precedente di 70. NON è stato però presentano un emendamento che invece avrebbe dovuto prevederlo e quindi, nella Legge attuale, NON si fa cenno ad eventuale obbligo di pagamento e tantomeno si specifica l’importo.

Sintesi: quale norma stabilisce esattamente l’importo del canone 2025 ??? In mancanza di una norma specifica, i cittadini sono comunque tenuti al pagamento del canone e, nel caso, di quale importo???

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FLASH !!!

 Stiamo verificando una notizia: se fondata è dirompente.

Rimanete sintonizzati!!!

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RAI: elogio (meritato) al suo Cavallo

by Bloggorai ©

Arrivederci, amico.
Non le dico addio.
Gliel'ho detto quando
aveva un senso.
Gliel'ho detto quando ero
triste, solo e alla fine.

(Triste, solitario y final – O. Soriano)

A volte sembra di osservare avvenimenti già avvenuti, vicende già svolte o vissute forse in un'altra vita. A volte sembra che ciò che sta per accadere lo abbiamo già visto in un sogno lontano dove sappiamo già come andrà a finire. Il romanzo citato, non a caso, “…insinua nel lettore la sottile inquietudine di un pensiero intento a seguire le tracce, con lucida e sprezzante consapevolezza, dell'apocalisse prossima ventura”.

Certo, nel futuro della Rai non ci sarà apocalisse e nemmeno tragedia, però certo anticipa l’inizio di una nuova era per il Servizio Pubblico a dir poco tormentata. Questa mattina si svolgerà l’ultimo Cda a Viale Mazzini e giù di sotto, nei pressi dei giardini, potrebbe esserci un pulmino turistico pronto a partire verso la Riviera dei Fiori, dove alcuni assisteranno al Festival di Sanremo nelle prime file dell’Ariston per poi poter dire “Quel giorno, io c’ero!”.

Dobbiamo ammetterlo, anche Bloggorai oggi è mesto e triste ed è probabile che si recherà a rendere omaggio a quel cavallo incerto nel sapere di essere morente o rampante, nel mentre e nel quando verrà impacchettato e protetto dagli imminenti lavori in corso. Preferiamo ricordarlo rampante, pronto a riprendersi dopo una rovinosa caduta con un impeto e forza che solo i cavalli sanno imprimere quando si rialzano.

Si merita la dedica di una celebre poesia di Trilussa: L'eroe e er cavallo

L'Eroe disse ar Cavallo: — Quanno senti
che scoppieno le bombe, te la svicoli
e t'impunti e t'impenni e te spaventi,
e questo, francamente, nun me va.
Io, invece, che nun penso che a la gloria,
me faccio in mezzo e sfido li pericoli:
ma er nome mio rimane ne la storia
e m'assicuro l'immortalità.

— A me, però, nun me ciavanza gnente,
— je rispose er Cavallo — e quest'è er brutto
che, quanno moro io, moro der tutto:
definitivamente.
Ammenoché, magara fra quarch'anno,
ce sia chi m'aricordi indegnamente
ner monumento equestre che te fanno.
Dovrebbero scorpì sur piedistallo:
«Ar Generale Spartaco Falloppa
e un po' pure ar Cavallo
ch'ebbe er coraggio de tenello in groppa».

Da domani, quel povero cavallo, sarà un po’ più solo: davanti al suo giardinetto curato ed accudito non passeranno più schiere di dipendenti, collaboratori, aspiranti qualche cosa purché aspiranti. Ci piacerebbe pensare che possa essere così, che nel suo prossimo futuro ci possa essere una “nuova” Rai, diversa, profondamente diversa forse tanto da essere irriconoscibile da come oggi la conosciamo.

La tristezza solitaria e finale di Bloggorai si accompagna però ad un profondo senso di amarezza e sconforto. Non vede all’orizzonte prossimo e lontano chi possa dare una mano al povero cavallo a tirarsi in piedi. Anzi, si lascia intendere che, tutto sommato, a molti sta bene così, lasciato incerto e confuso se rimanere mezzo sdraiato oppure dargli una riserva di energia per rimetterlo in forma smagliante. Non si vede un autorevole veterinario che possa dargli un “bibitone” fortificante e ricostituente, una miscela di ingredienti magici e portentosi che, appunto, come si usa dire “tirerebbero su pure un cavallo”. Non si vede aggirarsi intorno al giardino un affettuoso ed esperto stalliere che, con una manciata di ottima biada e una carezza, possa essere in grado di trasformare il suo sguardo avvilito in un guizzo vitale. Non c’è nulla, non c’è nessuno: il cavallo è solo, ferito o sollevato, e rimarrà ancora più solo, almeno per i prossimi 3 o 4 anni. Poi, un giorno, si vedrà.    

Per oggi, per ora, lasciamo il cavallo al centro dei nostri pensieri. Però ci sono cose molte cose interessanti da dire, a partire da una importante lettera scritta dal consigliere Davide di Pietro indirizzata al Cda e ai magistrati della Corte dei Conti. Ve ne parleremo. Non sembra più essere il momento del dialogo, forse.

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martedì 28 gennaio 2025

RAI: il fastidio della Legge

by Bloggorai ©

“Il-le-git-ti-mi-tà” è una parola, sostantivo femminile singolare, che fa tornare in mente la scena di “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi che rifletteva sul nome da dare ad un bambino “Mas-si-mi-lia-no”. Troppo lungo e difficile da ricordare. “Illegittimità” evoca poi un bruto pensiero: della Legge si può fare carta straccia.

Già, “illegittimo” è un termine urticante, fastidioso e indispettisce non foss’altro perché induce a dover verificare il dubbio che è in grado di porre. Allora, a quando sembra, in Rai e dintorni ci stanno facendo l’abitudine a compiere atti formali in forte odore di “illegittimità”.

Piccoli passi indietro: il 26 settembre scorso viene nominato l’attuale Cda in forte dubbio di “illegittimità”, oltre che di “inopportunità” per tanti buoni motivi (non ultimo il tradimento di M5S e AVS). Anzitutto per il sostanzioso sospetto di vizio di forma sull’avviso per la selezione dei candidai consiglieri Rai (legge e costituzione) pur sapendo che c’è un ricorso attivato al TAR e poi perché di segno contrario a quanto disposto dal MFA. Se ne sono strafregati quasi tutti, per usare un termine gentile, e sono andati avanti e ora guardano al futuro come se non ci fosse un domani. 

Poi, arriva dicembre e si dibatte di canone RAI: tutti sanno che non è materia a disposizione del Governo e già dallo scorso anno si poteva e doveva fare ricorso e forte opposizione a tale atteggiamento. Nulla, silenzio lo scorso anno e silenzio per quest’anno: magari per alcuni questo atteggiamento predatorio del Governo sul canone non è del tutto “illegittimo”.

Veniamo ai giorni nostri. Ci sono specifiche indicazioni che vietano di assegnare incarichi professionali ad ex dipendenti, pensionati, e quindi dovrebbe essere “illegittimo” assegnare una consulenza ad Angelo Teodoli, noto ex dirigente Rai, come abbiamo letto nei giorni scorsi su Domani. Nessuna smentita da Viale Mazzini.

Infine, venerdì 24 gennaio, alle 18.30, l’AD Rossi firma una “Comunicazione interna” dove si legge che devono essere rispettati “vincoli al fine di garantire la necessaria “segregazione” della responsabilità interne ad ognuna delle Direzioni editoriali” ovvero “tutti i programmi devono essere assegnati ad una “struttura editoriale … ed avente un responsabile di struttura”. Poi “La gestione editoriale di ogni programma è di competenza del Responsabile della Struttura ... e quindi NON affidabile al conduttore del programma…”. Appare del tutto evidente che si tratta di un provvedimento “mirato” e non è difficile cogliere chi potrebbe essere il destinatario. Ma non ci vogliamo occupare della difesa di Report che riteniamo sia sufficiente forte e credibile da potersi difendere benissimo da solo, quanto invece, appunto, della “legittimità” formale di tale provvedimento. Prima domanda: il Cda è stato informato di questa iniziativa? Seconda domanda: rientra nelle competenze dell’AD intervenire in materia editoriale? Ci risulta che lo Statuto Rai, all’art. 25.3 lettera e) dispone che “Il Cda approva i progetti specifici in materia di linea editoriale, investimenti, organizzazione aziendale, politica finanziaria e politica del personale”. Con questo provvedimento, infatti, si istituisce una nuova “struttura di controllo” sul prodotto editoriale che non corrisponde a quanto disposto dalle legge e dal relativo e conseguente Contratto di Servizio. Peraltro, non contiene alcuna distinzione tra “programmi giornalistici” o programmi di intrattenimento” come pure non è affatto chiaro cosa si intende per “struttura editoriale”. Ma la domanda centrale: è un provvedimento “legittimo”? Ieri Sandro Ruotolo, parlamentare PD a Bruxelles, ha poi posto pure il dubbio della “legittimità” con l’art. 3 del MFA.  Se poi ci si volesse addentare nei dettagli della Comunicazione di Rossi ci sarebbe da scrivere un romanzo: si fa riferimento ad una relazione di Audit del 12 dicembre della quale, ovviamene, non si sa nulla ovvero la conosce solo lui e chi l’ha scritta. Se non è chiaro il presupposto è evidente che è oscura la conseguenza. Fenomenale!  

Per quanto ne sappiamo, i consiglieri sembra che non siano molto informati su questo tema ed è verosimile che domani (ultimo Cda a Viale Mazzini prima della chiusura) oltre che di Sanremo possano occuparsi anche di questo “problemino”.

Insomma, il “pasticciaccio” è grosso e, purtroppo, viene pure da lontano. Viene anzitutto da una sensazione di strapotere che alcuni ritengono di poter esercitare impunemente, più o meno consapevoli di non incontrare particolare e vigorosa opposizione. Viene poi da una “nuova” organizzazione interna per “generi” della quale vi abbiamo scritto tante volte: inutile e dannosa non solo per come è stata (o non è stata) applicata ma per la sua intrinseca natura di frammentazione e di centrifugazione delle aree di competenza e responsabilità. Roberto Sergio, ex AD ora DG, a febbraio 2024 ha sollevato il problema: L’organizzazione per generi sta dimostrando di non funzionare come previsto, anche per l’assenza di un ruolo di coordinamento, la cui creazione dovrebbe passare attraverso un iter formale non banale, compreso il voto in Cda. Nell’attesa, però, gli stessi generi andrebbero rivisti, attualizzati e razionalizzati. Mentre si cercano di portare avanti le procedure, il mercato va avanti e la Rai rischia di perdere il passo”. Un profeta inascoltato: infatti poco dopo ha dovuto lasciare il passo a chi ai “generi” crede molto, tanto da lavorare, per quanto sappiamo da nostre fonti,  per nominare Stefano Coletta, il "suo superdirettore".

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ps: non siamo ancora riusciti ad avere i testi dei due appuntamenti ADRAI e Usigrai. Misteriosi assai!

lunedì 27 gennaio 2025

RAI: torna il "Grande Centro" e tutto sarà risolto

by Bloggorai ©

Da alcuni giorni si fa gran parlare del possibile ritorno dell’Ulivo. Da alcuni tempi, anni, si fa gran parlare del possibile ritorno di un “grande centro” nel panorama politico del Paese. Un argomento “trasversale” che interessa un po’ tutti. Da alcuni mesi, in particolare, si leggono e si intravedono sulla scena “dem” personaggi “forever young”: Prodi, Gentiloni e buon ultimo Franceschini.

Loro, e ovviamente non solo, sono stati direttamente e indirettamente, artefici e protagonisti di tante vicende Rai e sempre loro potranno esserlo ancora già dai prossimi giorni, settimane e mesi.

Prodi. Tutto inizia da qui: “Fu il governo Ciampi nel ’93 a chiedermi di impostare un programma di privatizzazioni da capo dell’Istituto (IRI)”. Due anni dopo al referendum dichiara: “Voto a favore della privatizzazione”. A seguire: “Fnsi e Usigrai: smentisca, bomba contro il servizio pubblico «Rai da privatizzare» Polemica su Prodi” Unità del 14/2/1997. Si legge: “Sono per la privatizzazione della Rai” … Immediate le reazioni alle parole di Romano Prodi. Innanzitutto dall’interno dell’azienda. «Prodi lancia una bomba contro la Rai e contro il lavoro del suo stesso governo per il riordino dell’emittenza» scrive in un comunicato il segretario dell’Usigrai, Roberto Natale”. Chi si rivede!

Nel ’95 passa il referendum sulla privatizzazione e poi viene dimenticato. Comunque, quel germe, quel pensierino  sottile intimo e profondo, ha lasciato il segno e, in modo o nell’altro, non sono pochi coloro che ancora oggi guardano il futuro della Rai privatizzata, in tutto in parte. Solo che non è mai chiaro del tutto se si debba intendere la sola “azienda” o il Servizio Pubblico che essa esercita in concessione dallo Stato.

Poi, un bel giorno, arriva Paolo Gentiloni, ex marxista leninista della prima ora, anni ’70, poi ravveduto a più miti e garbati consigli come tanti altri. La Rai occupa subito i suoi pensieri: prima come Presidente della Commissione di Vigilanza Rai (2005-2006) e poi come ministro delle Comunicazioni (2006-2008). Diventerà poi pure Presidente del Consiglio dopo il Governo Renzi, dove è stato peraltro suo autorevole ministro. Nell’ottobre 2006 presenta una proposta di legge: “Due sono le debolezze strutturali su cui il disegno di legge intende intervenire: l’assetto oligopolistico del sistema, con una concentrazione di risorse economiche, tecniche e di audience senza paragoni in Europa in capo ai due maggiori broadcasters, e la situazione largamente compromessa dello spettro frequenziale …”. La Stampa del gennaio 2007 titola: “Gentiloni: la Rai sarà divisa in tre. Per staccarla dall'influenza del governo, la gestione verrà affidata a una fondazione”. Zacchete! Ecco comparire per la prima volta il tema della “fondazione”. Poi, interessante, prevede che “ … una RaiWay che gestisce gli impianti trasmissivi e in prospettiva faccia entrare capitali privati”. Cosa poi puntualmente avvenuta nel 2014. A farla breve, il DDL Gentiloni andrà a prendere polvere negli archivi (vedi “La RAI che non vedrai” Milano 2007).

Poi, infine, arriva il ministro della Cultura Dario Franceschini in quella carica per ben sette anni e tre governi: Renzi, Conte e Draghi. La sa lunga e la sa raccontare. Di lui si raccontano miti e leggende su come e su quanto avrebbe “sostenuto” amici, i soliti amici, dentro e intorno Viale Mazzini. Of course, gossip dei soliti invidiosi e non ne teniamo conto. La pietra miliare della sua “attenzione” alla vita della Rai viene posta quando, dicembre 2021, propone ItsArt, una specie di Netflix all’italiana dove però la Rai non ne fa parte, destinata ad estinguersi entro breve, nessuno la ricorda più. La Vigilanza Rai ha bocciato il progetto e fine della trasmissione.

Perché dedichiamo questa breve nota a Franceschini? Semplice: perché potrebbe essere l’anello di congiunzione con il “quarto incomodo”, ovvero Matteo Renzi che proprio sulla Rai ha detto e fatto molto e potrà dire a fare molto ancora, di più. Si scrive di loro: “Franceschini, Renzi e il ritorno di Gentiloni. Le trame del terzetto centrista turbano Elly”. Già, il “grande centro” trama sempre, è nella sua intrinseca natura e postura, ed ora è il suo momento. Dicesi appunto “grande centro” proprio per la sua connaturata capacità di attrazione di forze trasversali a destra quanto a sinistra (altrimenti non si chiamerebbe centro). Forse, è proprio in questa area, in questa chiave, che sarà possibile superare lo “stallo Rai” sulla presidenza. Potrà avvenire quando dal “grande centro” arriverà il via libera alla Agnes oppure quando sempre dal “grande centro” potrà far emergere un diverso e più vasto consenso intorno ad un “nuovo nome” ancora tenuto rigorosamente sottotraccia?  

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domenica 26 gennaio 2025

Gli ultimi giorni di Viale Mazzini: si salvi il salvabile ... se possibile

by Bloggorai ©

Mancano ormai pochi giorni a quando saluteremo calorosamente, affettuosamente, il cavallo (morente o rampante, scegliete voi) per rivederlo, forse, dopo 1.280 giorni, nel 2029.

Nel frattempo, nel palazzo, fervono gli ultimi preparativi prima dello sgombero e, come spesso succede quando avvengono fenomeni importanti quanto “imprevisti, qualcosa potrebbe non andare proprio nel verso desiderato. Comunque, si salvi chi può e si salvi ciò che si può. Mercoledì 20 si potrebbe svolgere l’ultimo Cda nella mitica Sala Orsello e dopo di che … via … tutti a casa, finisce un epoca. Il Corriere di oggi scrive di un possibile accordo sulla presidenza “last minute” senza specificare a chi si riferisce. Agnes si o Agnes no? A noi non risulta, però … vedremo.

Comunque, antichi privilegi, oggetti, piante, stanze da sei moduli, con o senza bagno personale (solo per i superdirettori) dal primo febbraio saranno solo un lontano ricordo dei bei tempi andati. Attenzione però: non sarà solo un trasloco, una migrazione, una diaspora logistica/organizzativa e non piangeranno solo i “negozianti e i ristoratori” come ad alcuni piace scrivere ma sta per iniziare un processo, uno smottamento umano, del quale difficile intravvedere gli esiti.

Cosa può succedere oltre quanto già noto? Tanto … tanto…  e ve ne abbiamo scritto e dettagliato nei tre post sul Declino dell’Impero Mazziniano ai primi di gennaio. Ma avevamo tralasciato, appunto, il fattore “umano” ovvero il declino di una generazione di persone intorno ai 65 anni che stanno per abbandonare la baracca complessivamente intesa facendo i calcoli sui contributi versati, su quanto gli manca, sulle ferie non godute, sulla distanza dal nuovo posto di lavoro (ammesso che troveranno una sedia e una scrivania)  e quanti invece meditano su  “Chi me lo fa fare a rimanere in queste condizioni, senza futuro e senza un progetto?” oppure “Mi ci vedi nella stessa stanza con la mia segretaria?” oppure “Mi faranno una proroga, un rinnovo o un contrattino di consulenza???” come sembra sia avvenuto con una vecchia gloria come Angelo Teodoli (vedi articolo di Lisa di Giuseppe su Domani  https://www.editorialedomani.it/politica/italia/in-rai-non-riescono-a-fare-a-meno-dei-grandi-vecchi-torna-teodoli-ex-direttore-di-rai1-e4lz570w  ). La recentissima firma dell’ipotesi di accordo sindacale che istituzionalizza poi il “lavoro agile” è un ulteriore elemento di turbativa in grado di produrre effetti e conseguenze non ancora pienamente avvertiti. Prima o poi tocca a tutti andare in pensione: per alcuni una liberazione da salutare con gioia, per altri un momento di tristezza e turbamento: “E ‘mo che faccio?”.  

La “baracca” ovviamente si regge in piedi con il contributo di tutti ma mentre tanti sono facilmente “fungibili” altri lo sono meno. Tra questi tanti dirigenti che occupano ruoli e posizioni importanti. Poi, fungibili o meno, c’è sempre un tema di equilibri interni non facili da comporre, specie in attesa di “segnali politici” che tardano ad arrivare. Tanto per intenderci: ad esempio ci sono 3 direzioni di assoluto rilievo strategico che forse potrebbero entrare in un vortice di possibili cambiamenti. Si  tratta di Felice Ventura, capo delle Risorse Umane dal maggio 2019, di Francesco Spadafora capo degli Affari legali dal febbraio 2018 e di Stefano Ciccotti capo di ICT da ottobre 2017 (Fonte: sito Rai per la trasparenza) . Ovvero tutti nel loro incarico da oltre 10 anni. Poniamo una domanda: i vertici Rai sono sottoposti alla normativa prevista dall’ANAC per la PA che prevede (non impone) la rotazione dei dirigenti che hanno superato un certo numero di anni nella stessa posizione? Abbiamo provato a capire: si tratterebbe di “opportunità” che, nel caso, si dovrebbe sollevare dall’interno dell’Azienda. Qualcuno è intenzionato a sollevare il problema? Il problema è, appunto, come si intravvede il futuro dopo il Grande Esodo da Viale Mazzini, che inizierà già dopo pochi giorni con il Festival di Sanremo? Già, ci riferiscono che girà un sottile ma percettibile malumore e un interrogativo inquietante: come andrà?

Nel frattempo, come vi abbiamo anticipato, in attesa di trattative sottobanco che più o meno si trascinano stancamente da mesi, qualcosa si potrebbe muovere nei prossimi giorni. Occhio: ai primi di febbraio si dovrà provvedere alla nomina del nuovo presidente di Confindustria Radio Tv dove, nell’attuale Consiglio di presidenza siedono l’AD Rai Rossi come vice presidente e di Majo come consigliere. L’attuale presidente Siddi è in scadenza e dovrà lasciare il suo posto che, sembra, destinato ad un “Rai”. Indovina indovinello, chi potrebbe essere? Chi è interessato? Potrebbe cambiare qualcosa sulla trattativa per la nuova presidenza di “Via Severo”? Forse si. Chi riesce ad indovinare vince un caffè in un nuovo bar che si dovrà trovare nei pressi della nuova sede Rai.

Last but not least: leggiamo che il prossimo 28 gennaio si dovrebbe svolgere un convegno sul tema “La Rai nel mondo e dal mondo” promosso su iniziativa della presidente della Vigilanza Barbara Floridia. Acciperbacco! Importante!!! Poi, vai a leggere la locandina e chi manca ad una tale iniziativa di tanto spessore?  Manca il solo soggetto che diffonde la “Rai nel mondo” ovvero Rai Italia, il canale del Servizio Pubblico dove lavorano circa 100 persone e si rivolge ad una platea globale di oltre 120 milioni di persone nei cinque continenti. Robetta da poco.

Ci rendiamo conto … succede che in certi momenti la Rai dimentica se stessa … sono solo piccoli problemi di identità. Qualcuno prima o poi li risolverà.

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ps. C’è tanto ancora di scrivere … non basta il post di oggi. Ad esempio, abbiamo appena letto la “Comunicazione interna” dell’AD sulla responsabilità nella realizzazione di programmi Tv. Fenomenale!!!  

sabato 25 gennaio 2025

RAI: lavori in corso ...

Ci sono "note a magine" interessanti sulle quali stiamo lavorando ...

Rimanete sintonizzati: il Post di oggi potrà essere pubblicato in giornata.

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venerdì 24 gennaio 2025

RAI: una voce da dentro

by Bloggorai ©

Una “voce” alquanto ufficiosa sullo “stato delle cose” in Rai e dintorni, spesso e volentieri, è Il Foglio e la firma è quella di Carmelo Caruso. Complimenti! Oggi la lettura è assai gustosa e fotografa quasi perfettamente la situazione e aiuta a comprendere in parte lo “stallo” sulla presidenza Rai.

Fino ad un certo punto. Il punto è che sembra addebitare la origini, le cause, dello stallo solo a Gasparri e Tajani, ovvero a FI e FdI, dimenticando o lasciando in secondo piano i partiti di opposizione e uno tra questi in particolare. La frase centrale, la sintesi perfetta, la dice Gasparri: “Il M5s o collabora o si attacca al tram. Non esiste nessuno scambio, Rai-Consulta-M5s, io parlerei invece di un clima favorevole. Il M55 aveva chiesto gli stati generali Rai, di incardinare la legge sulla nuova governance. Ebbene, entrambe le cose sono state fatte dunque adesso o votano o ...". O si attaccano al tram? "Esatto".  A suo tempo, Bloggorai ha pure scritto che il suo partito non ha ancora presentato la proposta di legge per la riforma Rai e, di fatto, se non c’è quella, non si va avanti. Chiaro. E il PD? Per quanto noto, sembra interessato solo a sostenere la nomina di Coletta a “superdirettore dei generi” (ci manca!!!) e di Terzulli al Tg3. Per il resto? Boh… non è dato sapere.

Sull’argomento “Coletta” superdirettore dei generi, di fatto quasi un vice AD, sarà necessario scrivere una nota a parte: a quanto sembra Rossi non ne può fare a meno e cercheremo di capire perché. Una battuta lapidaria l’abbiamo raccolta: “Rossi non è un uomo di prodotto ed ha bisogno di avere qualcuno che gli copre questo fianco”. Ma la domanda allora è: come è possibile che un AD non sia “uomo di prodotto” e, inoltre, possibile che solo Coletta in Azienda  “conosce il prodotto”?

Andiamo avanti. Antonella Baccaro sul Corriere titola “Gli stalli gemelli … la Agnes aspetta un si dai Dem” e poi si legge “Il Pd, che non ha un suo esponente in Cda, formalmente sta a guardare, ma sa che M55 e Avs (che hanno il loro rappresentante) difficilmente possono dare il via libera ad Agnes se resta il loro no. Un sì del Pd è condizionato al recepimento del Media Freedom Act, una norma europea che prevede che la tv pubblica sia sganciata dal potere politico”. In che termini il si del PD sarebbe condizionato al recepimento del MFA? Cercheremo di capire.

Bloggorai dice: Consulta e Rai sono partite forse collegate per una singolare combinazione temporale ma sono imparagonabili tra loro. Per molteplici aspetti. Il primo, strettamente politico, è che in questa “trattativa a testata multipla” manca il terzo incomodo: la Lega. Difficile tenerla fuori da queste trattative, specie e in particolare dentro Viale Mazzini (attenzione, tra pochi giorni non potremmo più scrivere il nome dello storico Viale (forse dovremmo scrivere “Via C.C.”). Poi, un giudice della Consulta “pesa” quanto la presidenza Rai? Non scherziamo: bene che vada la presidenza Rai mette bocca su questioni marginali dell’Azienda, mentre la Consulta “dirige il traffico” istituzionale di ben altro livello. Infine, la partita Consulta si pone su un piano di elevatissima conflittualità politica, la giustizia, mentre per la Rai la posta in gioco interessa per lo più il brutale e logoro giochetto dello scambio di poltrone. Dal futuro del Servizio Pubblico sembra osservare attenzione vicina allo zero (vedi canone).

Comunque, staremo a vedere e pronti a cospargerci il capo di cenere: siamo convinti che la partita presidenza Rai non si sblocca sulla “resa” di Fdi e Fi che ritirano la candidatura Agnes ma quando l’opposizione tirerà fuori un nome dal cilindro, come in parte hanno già fatto M5S e AVS lo scorso 26 settembre con la rottura del patto “prima la riforma e poi le nomine”. Ci aspettiamo che prima o poi possa succedere ancora qualcosa di simile. E comunque, occhio al calendario, nei primi giorni di febbraio, a ridosso di Sanremo, qualcosa potrebbe succedere.

Bene. Ieri è stata sottoscritta dai sindacati, meno la CGIL, una ipotesi di contrato che interessa i circa 9.600 lavoratori del Servizio Pubblico. Rispetto alla precedente versione, bocciata dai referendum, sul piano economico non ci sono novità: sono rimaste le stesse cifre (come osserva la CGIL). La stampa riporta solo la versione aziendale “Rai: rinnovo contratto di lavoro tra azienda e sindacati c'è intesa … L ’accordo sottoscritto è un passaggio importante che pone le basi per affrontare con la piena partecipazione di tutti i dipendenti il percorso di trasformazione in digital media company, che vedrà l’Azienda impegnata nel potenziamento  tecnologico e dei modelli produttivi … L’Azienda, venendo incontro alle aspettative dei lavoratori coinvolti, ha previsto anche efficaci forme di conciliazione vita-lavoro”. 

Su quest’ultimo aspetto, alquanto innovativo, merita citare una piccola nota di precisazione che ci è stata inviata: l’accordo prevede “Conciliazione vita-lavoro in produzione: - 120 ore (10 al mese) fruibili in testa o in coda all' orario, frazionabili da un minimo di 15 minuti al giorno fino ad un massimo di 120 minuti - Per i profili compatibili con l'istituto dello SW, da un minimo di 10 ad un massimo di 20 giorni all' anno - Lo Smart Working per Staff ed Editoriale cessa di essere sperimentale e diventa strutturale, ovvero non ci saranno più nuove proroghe”. Per chi fosse interessato abbiamo i testi completi.

Il 2025 sarà un anno complicato molto complicato.

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giovedì 23 gennaio 2025

RAI: la "notizia" stupefacente

by Bloggorai ©

“Sesto (Empirico) nei suoi scritti ci raccomanda di mantenerci costantemente all’erta nei confronti di ogni opinione e teoria, nostra o altrui, che pretenda di pronunciarsi sulla realtà al di là dei vari modi con cui essa appare”  M.L. Chiesara, Sette brevi lezioni sullo scetticismo

Lo stupóre  è un’emozione preziosa. Lo stupóre è uno stato dell’anima che coglie improvviso e può anche stordire. Lo stupóre è “Forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e di agire: Oppresso di stupore, a la mia guida Mi volsi (Dante);  (Treccani).

Ci si può “stupire” dell’avvento di Trump come pure, fatte le debite proporzioni, per quello della Meloni se non si tiene debito contro dei motivi, la cause e il contesto che lo hanno reso possibile? Forse anche no. Banalmente, semplicemente: fenomeni del genere nascono sulle ceneri, sul vuoto di chi gli ha spianato la strada.

La notizia del giorno è la presenza di Gerry Scotti, il volto più noto di Mediaset all’apertura del Festival di Sanremo. Qualcuno si potrà stupire? No, non ce n’è alcun motivo: tutto già noto, tutto già visto da anni. Da non dimenticare le passerelle degli anni passati con personaggi che girano da una parte e dall’altra indifferentemente. Lo stesso Stefano De Martino, l’attuale volto più noto di Rai Uno, è nato sotto le stelle di “Amici” in onda su Canale 5 dove, peraltro, nei giorni scorsi ha reso la “cortesia” partecipando alla trasmissione “C’è posta per te”. Quindi non si tratta solo di “volti noti”, della “scuderia della De Filippi” o amenità del genere. Si tratta di tenere conto di due livelli: uno sociale/culturale e uno politico/economico.

Il primo livello attiene alla proposta editoriale del Festival, al suo contenuto non solo musicale, agli “interlocutori” ai quali si rivolge. Da ricordare anzitutto l’età media dei telespettatori: intorno ai 53 anni. Scrive oggi Repubblica: “Sanremo viene visto dalla comunità dei media come un evento quasi a canale unificato, il programma nazionalpopolare per eccellenza che mette al centro la musica … Clerici-Conti-Scotti, il trio simbolo della tv nazionalpopolare, che resiste, sullo stesso palco, per acchiappare il grande pubblico”. Semmai negli anni passati Sanremo è stata la celebrazione annuale di questo modello/simbolo/icona, oggi lo è ancora di più nell’epoca della “narrazione” moderata e conservatrice tanto in voga. “…  temi annacquati con una prevalenza assoluta dell’amore…” Esquire. “ …la settantacinquesima edizione di Sanremo si preannuncia mediocre sotto il profilo dei brani in gara …” il Giornale della Musica. E così via.

E veniamo al secondo livello: è noto che la Rai si è “salvata” da una nuova e aggiornata stangata sul canone grazie alla gentile intercessione di Berlusconi jr che si è opposto all’emendamento nella Lege di Bilancio proposto dalla Lega che invece voleva mantenere la riduzione a 70 euro e comunque ridurre (è stata depositata una proposta di Legge per la riduzione progressiva del 20% annuo fino alla sua abolizione). A Mediaset, è noto, invece va benissimo una Rai proprio così com’è, contenuta nella raccolta pubblicitaria e senza velleità di crescere e svilupparsi nel mercato: a lei i vantaggi del “privato” e alla Rai gli oneri del “pubblico”. La cosiddetta “pax televisiva” santificata da Sanremo altro non è che un piccolo pegno che Mediaset paga volentieri pur di mantenere stabile l’equilibrio e, peraltro, traendone pure vantaggio indiretto. A tal punto che questo equilibrio si riversa direttamente anche nel calderone della coalizione di Governo: vedi la pressione in corso sul nome della Agnes come presidente.  

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mercoledì 22 gennaio 2025

RAI: l'orologio delle trame e dei complotti è sempre in funzione

by Bloggorai ©

Come vi abbiamo scritto più volte, succede che quando le idee latitano si fanno spazio le trame e i complotti. Stamattina in Vigilanza ennesima fumata nera sulla presidenza Rai. Non c’è traccia di soluzione … a meno che …  a meno che nei prossimi giorni possa succedere qualcosa in grado di rimescolare le carte ed accelerare una possibile soluzione. Abbiamo un’idea. La stiamo verificando.

Rimane però invariata la questione: la maggioranza è compatta sulla Agnes e l’opposizione a dire di no. Ma per quale motivo l’opposizione non propone un suo nome, per quanto autonomo, autorevole e di garanzia possa essere? Esiste questo nome o no? Qualcuno dentro PD, AVS e M5S ha in mente di sostenere Natale oppure, al contrario, di votare la Agnes come abbiamo letto e saputo nei giorni scorsi? Qualcuno è pronto a “tradire” ancora una volta? lo si dica chiaramente e si ponga fine a questo trullallero trullallà.

Andiamo avanti su quanto vi abbiamo proposto seguendo una pista: sono le persone che “fanno” le cose e raramente avviene il contrario. L’universo Rai è costellato di uomini (tanti) e donne (poche) inviati dalla Provvidenza. Gente che quando ti guarda ti dice con gli occhi “Tu, essere sub umano figlio della lottizzazione, non capisci un tubo! Ora ci sono io che vengo da fuori, dal mercato, che ti spiego come si fanno le cose giuste!”. Alcuni tra questi vengono da fuori, da lontano, ma altri sono cresciuti dentro il Palazzo e non si sa mai bene se sono più fastidiosi i primi o questi secondi. Una differenza tra le categorie talvolta si nota: gli “esterni” appaiono più “innovatori” mentre gli “interni” maggiormente “conservatori”. Succede che i primi arrivano con bellicose intenzioni di piani e progetti, i secondi (il cosiddetto “partito” Rai) prima li guardano sospetti e poi colpiscono ovvero affossano.

Bene, come vi abbiamo accennato, Bloggorai intende approfondire il tema “informazione del Servizio Pubblico” e lo intende fare con i soli quattro elementi ufficiali di cui dispone: il Piano Gubitosi, il Piano Verdelli, il Piano Industriale 2028 e il Contratto di Servizio (nelle due versioni, precedente e attuale). Potranno piacere o meno, si potrà dire di male e di peggio di alcuni tra gli autori di questi “piani” ma non c’è nulla da fare: non ce ne sono altri sui quali riflettere e lavorare. Oltre questi documenti ci sono solo "opinioni" e pensieri volatili. Tutti e quattro i documenti citati hanno una matrice comune: sono “esterni” all’Azienda ovvero concepiti, sostenuti e talvolta financo scritti da soggetti fisicamente al di fuori del Palazzo. Gli “interni” invece li hanno subiti e ostacolato in ogni modo ogni ipotesi, a prescindere, a priori e magari adducendo appunto il fatto che gli “esterni” non conoscevano la macchina Rai. 

Lo stesso Contratto di Servizio, alla fin fine, nonostante la trattativa serrata che c’è sempre stata con il Ministero, è stato sostanzialmente “scritto” dai parlamentari che hanno deciso cosa ci deve essere o meno. Vedi, appunto, il tema “informazione”: chi ha deciso di cancellare la sostanza dell’art. 27 del precedente Contratto laddove si prevedeva la “rimodulazione delle testate giornalistiche” e rinviare tutto all’inutile “allegato 1”? 

Stiamo raccogliendo materiale e più scaviamo e più troviamo: tanti nomi e cognomi, ma soprattutto emerge tanto “movente”. Le domande che ci poniamo sono: esiste un “problema informazione Rai”? Si! Esiste un’idea, un progetto organico, un proponimento dibattuto e condiviso su cosa dovrà o potrà essere l’offerta editoriale informativa Rai del prossimo futuro? No! Qualcuno se ne sta occupando? No! Per quanto noto, questo lo stato dei fatti.

Bene, veniamo ad oggi. La notizia del giorno si comincia a leggere con una frase ormai vecchia come il cucco: “Si riapre il valzer delle torri tv, con Rai da una parte e F2i dall'altra al lavoro per celebrare il matrimonio tra le antenne delle controllate Rai Way (65% della tv di Stato) e Ei Towers…” su Repubblica a firma della solita “bene informata sul dossier” Sara Bennewitz. Qualcuno ha fretta e vorrebbe spingere sull’acceleratore e si legge “L'idea di tutti gli stakeholders è di arrivare alla firma dell'accordo entro luglio, per perfezionare l'operazione prima della fine dell'anno”. Bizzarrie !!! Non foss’altro perché nello steso articolo si fa riferimento ad un ostacolo non facile da sormontare: il canone di affitto che i due soggetti, Rai e Mediaset, pagano ai rispettivi fornitori del servizio ovvero Rai Way e Ei Towers (Rai paga oltre 200 mln anno con un contratto in scadenza nel 2028). Ora, anche Bloggorai ripete le solite domande: a chi conviene spingere ora in questa direzione? In quale contesto si colloca questo accordo, quale progetto industriale sottende che non sia quello di “fare cassa”?

Non c’è verso: torniamo sempre al punto di partenza. Nei giorni scorsi un attento, qualificato e ben posizionato lettore ci ha confessato alquanto sconsolato: “Crisi per l’amianto? C’è crisi su tutto: nessuno ha un piano su niente. Si naviga a vista. Non c’è una visione sul futuro prossimo venturo, si naviga a vista sperando che possa andare bene, come se non ci fosse un domani. Come pensi che si possa avere qualche idea su Rai Way?”.

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martedì 21 gennaio 2025

Pecore e agnelli dell'informazione RAI

by Bloggorai ©

“Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici."  

M. L. King Jr.

“Le pecore temono i lupi ma sono i pastori che le portano al macello” 

Anonimo

Di questi pensieri abbiamo da tempo una profonda e intima convinzione che si rafforza sempre più, man mano che trascorrono gli anni e si consolidano e prendono sostanza le esperienze.

Come vi abbiamo scritto:  siamo fermamente intenzionati ad approfondire il tema “informazione del Servizio Pubblico” per cercare di capire chi e perché vuole limitare e/o impedire  proprio il suo sviluppo e adeguamento ad un Paese, ad una società profondamente diversa da quella esistente all’epoca della sua nascita. Si tratta, forse, del ruolo centrale che si deve chiarire per definire cosa potrà essere la Rai nel prossimo futuro. Vi abbiamo pure scritto che una certa idea ce la stiamo facendo e qualche risposta cominciamo a trovarla. Chi ha agito nell’ombra, chi è stato il  “potere occulto” più o meno trasversale che, forse, non era del tutto ascrivibile totalmente al campo avverso, alla destra? Stiamo raccogliendo documenti ufficiali, testi scritti, e nei limiti del possibile cerchiamo di astenerci dall’interpellare le fonti che pure abbiamo. Carta canta e le opinioni, i pensieri, possono essere volatili. “Io c’ero e so come sono andate le cose” non è sufficiente. Vedi l’annosa domanda  su chi fisicamente ha passato il Piano verdelli all’Espresso nel novembre 2016. Beninteso: sarà forse impossibile trovare  il colpevole ma sarà probabile trovare il “movente” e, una volta chiarito quello, tutto il resto scende ‘giù ‘pe li rami.  Ogni “testimonianza” diretta può essere facilmente contraddetta da una opposta senza che nessuno possa mai smentire o confermare definitivamente. Quello che invece è scritto rimane agli atti e, a meno di un atto formale che lo rinnega, entra nella storia. 

I documenti che già abbiamo potrebbero esser sufficienti per iniziare ascrivere ma ne occorrono ancora. Partiremo dal “Piano Gubitosi”, poi al “piano Verdelli”, poi al Piano Industriale del 2028 (allegato 4) e infine al recente Contratto di Servizio sottoscritto a settembre scorso, proprio  (e forse non casualmente) alla vigilia del “tradimento del 26 settembre”. Ci sono sorprese da leggere. O meglio, conferme di sospetti che molti hanno e che pochi vogliono scrivere.

Ieri vi abbiamo titolato il post con “Salvate i misteri i segreti del Cavallo Rai” e quelli citati non sono da poco conto. Ce ne sono tanti, tanti altri, piccoli e grandi. Di alcuni grandi vi abbiamo appena accennato ed altri ancora vi parleremo. Invece, ad esempio, ve ne poniamo due recentissimi piccoli piccoli: lo scorso 5 dicembre si è svolto un interessante incontro dell’ADRAI a porte chiuse (sic!) sul tema canone e ancora non sappiamo ufficialmente cosa ne è venuto fuori. Eppure, l’argomento era ed è tutt’ora di scottante attualità. Come pure, si é da poco concluso il Congresso USIGRAI e ancora non siamo riusciti ad avere il testo completo della relazione di Macheda, rieletto segretario, e tantomeno siamo riusciti a capire perché l’evento è stato pressoché ignorato da tutta la stampa italiana nonostante l’indubbio interesse che avrebbe potuto avere. Qual testo è più importante della registrazione visibile su Youtube. Robetta … ma che la dice lunga sul clima che si avverte.

Veniamo ad oggi: lo stallo sulla nomina del/la presidente prosegue. Ma alcune domande stanno circolando con più insistenza del solito. I soggetti interessati sono articolati e mescolati tra loro, sia nella maggioranza quanto nell’opposizione. A chi conviene rimanere così? Quanto potrà/vorrà resistere Marano come presidente “facente funzioni”? Quanto ancora l’AD Rossi lo potrà “sopportare” visto che, a quanto ci riferiscono, lo teme in “accoppiata” con il suo predecessore Sergio? Quanto potrà resistere FI anzitutto e FdI in secondo luogo a tenere banco sulla Agnes? E quanto, infine, potrà resistere il fragilissimo asse PD/AVS/M5S a chiedere un nome “autorevole e di garanzia” che nessuno sa mai quale potrà essere? Ci sembra possibile una sola risposta: poco, molto poco. È un equilibrio fragilissimo che si può rompere in qualsiasi momento e in modo forse inaspettato. Intanto, tenete a mente le date di Sanremo. Quei giorni potranno essere cruciali per tanti buoni motivi.

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lunedì 20 gennaio 2025

Salvate i misteri e i segreti del Cavallo RAI

by Bloggorai ©

Fate presto! Portate figli e nipoti a Viale Mazzini e fategli vedere il Cavallo Rai prima che venga impachettato e, con lui, celati i tanti segreti e misteri che ha visto dipanarsi in questi decenni. Magari, cercate di spiegargli perché nessuno ha mai capito bene se è “morente” o “rampante”. Quando venne inaugurato, nel lontano novembre 1966, ci fu grande dibattito su cosa volesse significare la postura del cavallo: secondo l’autore, Francesco Messina, la sua concezione era “rampante” come residuo di un suo progetto per celebrare l’eroe boliviano Simon Bolivar che poi non venne realizzato per gli elevati costi che quel paese avrebbe dovuto sopportare. Successivamente, la definizione di “morente” viene ufficialmente accreditata ad un giornalista Rai, Franco Chiarenza (chi vi scrive ha lavorato con lui) autore del libro “Il Cavallo morente” del 1978, laddove utilizzava la statua come metafora della crisi che stava attraversando il Servizio Pubblico in quegli anni. Ora, che si possa definire proprio “rampante” con i tempi che corrono appare alquanto improbabile mentre, al contrario, non è un eresia poterlo definire “morente”.

Bene, come vi è noto, da qui a breve il cavallo potrà essere appunto “impacchettato” per l’avvio dei lavori dello storico Palazzo di Viale Mazzini e, se tutto va bene, lo si potrà rivedere solo dopo 1.282 giorni dopo l’inizio previsto dei lavori, fissato per il 1° gennaio 2026, ovvero dopo oltre tre anni. A qual tempo, che sarà di tutti noi?

Il cavallo e il palazzo chiusi e impacchetti, si porteranno dietro tanti, tanti, segreti e misteri che difficilmente potranno essere risolti. Noi ne abbiamo qualcuno, uno poi in particolare, che ci tormenta da anni laddove i protagonisti sono ancora tutti sulla scena. Parliamo dell’informazione Rai e lo spunto ce lo fornisce proprio “l’uomo del dialogo” ovvero “il placatore” (da quanto scritto su di lui dal Corriere nei giorni scorsi): il consigliere Roberto Natale. Ha diramato ieri un comunicato ANSA a proposito della trasmissione della Maggioni e della diretta di RaiNew24 sulla liberazione degli ostaggi a Gaza dove si legge una entusiasta dichiarazione: “Abbiamo insomma toccato con mano una delle funzioni fondamentali del servizio pubblico: aiutarci ad alzare lo sguardo sul mondo e a comprendere qualcosa in più dei drammi della nostra epoca". La "funzione fondamentale" a quell'ora su quel tema ha raccolto circa 1mln di telespettatori con il 7,6% su Rai Tre e circa una media dello 0,5% con circa 70 mila telespettatori tra le 12 e le 17,50 su RAINews24.   

Il primo pensiero che ci è venuto in mente è stato comprendere il senso di questo comunicato: la “funzione fondamentale” del Servizio Pubblico, ovvero informare, è in crisi profonda e gli ascolti lo certificano nero su bianco (ultimi darti Agcom) e proprio nei giorni scorsi abbiamo letto un  comunicato del Cdr del Tg2: “Gli ascolti del Tg2 stanno toccando minimi storici, una situazione avvilente che la redazione non merita. Ieri, 15 gennaio 2025, il Tg Sera è sprofondato al 3,1% con 639mila spettatori”. Allora, perché tanto entusiasmo da parte del consigliere Natale che invece se ne guarda bene non solo dal commentare il Cdr del Tg2 ma anche dall’affrontare il tema più generale dell’intero perimetro dell’informazione Rai, dove, è sempre bene ricordare, la sola RaiNew24 è forse la spina nel fianco più dolorosa con i suoi ascolti in perenne stato da prefisso telefonico nonostante i circa 200 giornalisti impiegati.

Allora, il segreto e mistero più grande che poniamo su questo terreno è sapere perché nessuno vuole affrontare la totale assenza di un “piano editoriale sull’informazione del Servizio Pubblico” e poi, in particolare, chiarire una volta per tutte il mistero sull’ormai granitico “piano Verdelli” (gennaio 2017, AD Campo Dall’Orto e presidente Maggioni) nonché il successivo “Allegato 4” del precedente Piano industriale (2018).  Sul Piano Verdelli ci promettiamo di voler approfondire e cercare di capire chi lo ha osteggiato e perché è stato affossato: da che parte proveniva la ”manina” o forse le tante “manone” che lo hanno passato all’Espresso prima ancora che venisse dibattuto in Cda? Bloggorai, forse, almeno una “manina” la conosce. Provate a rileggere tutta la cronaca di quei giorni (gennaio 2017) e, di passaggio, questo testo pubblicato da Dagospia il 4 gennaio di quell’anno: “La verità sulla cacciata di Verdelli ad opera della “piccola banda dei quattro’’ (Siddi, Diaconale, Freccero capitanati dal presidente Monica Maggioni, nuovi eroi del partito Rai) con il colpo fatale inferto dal direttore generale Antonio Campo Dell’Orto – per viltà o insipienza o sperando di salvare il proprio collo lasciando cadere nel cesto quello altrui . Monica Maggioni (a forza di essere definita una grande giornalista ha finito per crederci) non ha mai sopportato Verdelli. Quando dirigeva RaiNews, la rete stava in un abissale 0,2% di share. Verdelli ebbe l’imprudenza di dire in Commissione di Vigilanza che “fare quanto un prefisso telefonico con 140 giornalisti è un problema che proveremo a raddrizzare”. Tutto torna ed è di grandissima attualità.

Da non dimenticare mai poi il nuovo Contratto di Servizio e della fine ingloriosa del famigerato art. 27, lettera c, del precedente Contratto sugli “obblighi specifici” dove si legge che “Informazione. La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web”. Una spessa coltre di cemento armato vi è stata colata sopra e nessuno ha battuti ciglio. Tutto relegato nell'inutile "allegato 1" che a tanti, amici compresi, è piaciuto molto. Amen. 

Chi è interessato e perché si vuole affossare o impedire ogni progetto di “riforma” dell’offerta informativa del Servizio Pubblico? Chi e perché si ostina a gettare fumo negli occhi su questo argomento?

Ma, ovviamente, i misteri sono tanti, troppi, per essere raccontati solo da questo piccolo Blog. Ve ne poniamo un’altro sul quale si farà ricerca storica tra qualche tempo. Come e perché si è giunti al “tradimento del 26 settembre, quando M5S e AVS hanno rotto inaspettatamente e improvvisamente il patto del “prima la riforma e poi le nomine” firmato il 5 agosto e ribadito a settembre  insieme al PD? Cosa è successo in quelle ore di quel pomeriggio? Sappiamo qualcosa ma non tutto.

bloggorai@gmail.com

ps: per la cronaca: oggi sulla stampa non c'è nulla da notare se non una notiziola di poco conto: al prossimo Sanremo parteciperà il volto ufficiale di Mediaset Gerry Scotti, tanto per rendere la cortesi della partecipazione di De Martino sabato scorso dalla De Filippi. Notiziola proprio perché non è nuova: cortesie tra "amici".

sabato 18 gennaio 2025

La "manutenzione" della RAI ...e del trattore

 

by Bloggorai ©

Nella Bassa Val Tiberina non sempre le cose vanno per il verso giusto. Ieri era una giornata luminosa, fredda, intensa, tramontana secca e tonificante. Il terreno è asciutto al punto giusto. Era tutto programmato per piantare le fave, buone a maggio e utilissime anche per il sovescio sulla vigna a luglio. Se non che … i lavori agricoli richiedono grande impegno, attenzione e cura delle cose. È successo che era necessario passare la fresa con il trattore, giust’appunto per preparare la semina. Se non che, la batteria del trattore era completamente scarica!!! Succede con questo freddo. Ma, ed ecco la distrazione: avevo dimenticato di utilizzare lo stacca batteria automatico. Va bhe ... pazienza: prendo la batteria tampone di emergenza (pesa come un macigno ed è distante dal capanno del trattore). Anzitutto cavi robusti (non quelli con poco rame dentro che si trovano in giro, quando hai un amperaggio alto ci vogliono cavi spessi). Bene, vado, provo e … niente ... pure la batteria tampone era scarica perché non era sotto tensione con il suo apparato che la dovrebbe tenere costantemente in carica. Ora, oggi, il tempo è cambiato ed è tutto nuvoloso e potrebbe anche nevicare.

Morale della favola: anche le “cose” necessitano di “cura e manutenzione”.

Bahhh…torniamo alle nostre cose. Oggi di interessante c’è solo sul Fatto un’intervista alla Floridia, presidente della Vigilanza, che si duole per come stanno andando le cose. Non suscita grande attenzione. La Presidente della Vigilanza forse dimentica che lo stallo di questo Cda è in buona parte dovuto alla fretta che anche lei stessa ha voluto imporre a settembre per chiudere la partita che poi è andata a finire con il tradimento del 26 settembre. Questo Cda, privo di presidenza, lo abbiamo scritto chiaro e tondo, è il frutto avvelenato di un albero malato. L’albero malato è anzitutto la Legge 220 del2015 e poi la mancata applicazione di quanto previsto dal recente MFA. Il tradimento del26 settembre ha fato poi scattare la trappola che molti pure hanno salutato con enfasi: la “calendarizzazione” del dibattito sulla riforma RAI che, puntualmente, poi non è avvenuto. Se si fosse mantenuto il patto “prima la riforma e poi le nomine” annunciato da PD, AVS e M5S ai primi di agosto e poi ribadito a settembre, forse, oggi non ci troveremmo a questo punto.

Basta. Ora torniamo a far partire il trattore, prima della possibile nevicata.

bloggorai@gmail.com

 


venerdì 17 gennaio 2025

RAI: la "natura delle persone" e lo "stato delle cose"

by Bloggorai ©

Un tema, un problema, una vicenda, una storia si può leggere da diversi punti di vista e utilizzare diversi strumenti per cercare di interpretare il suo significato, il suo senso, la sua natura. Bloggorai si cimenta ogni giorno da quasi sei anni con la Rai e con il Servizio Pubblico cercando di ragionare sul suo futuro prossimo venturo. Difficile, ma non impossibile. I nostri strumenti di lettura sono prevalentemente ”politici”, talvolta economici, talvolta tecnologici, altre volte ancora giuridici. Difettano invece gli strumenti “umani” ovvero la natura delle persone, il loro carattere. I fatti, le cose e quindi gli avvenimenti sono frutto di azione (o di non azione) umana. Sono le persone che fanno le “cose” e non viceversa. Succede pure che ci possano essere “cose”, per lo più di origine naturale, che determinano accadimenti ma, nella nostra fattispecie, per lo più non avviene così. Quindi, ogni tanto vale la pena soffermarci sulla “natura” delle persone che “fanno le cose”.

Come se non bastassero tutti i “declini” dei quali vi abbiamo scritto, ora è arrivata la tegola del sgombero anticipato e forzoso di Viale Mazzini causa amianto (che, evidentemente, nessuno immaginava che ci fosse da decenni!!!). Si prospettano una montagna di problemi. 

Allora le “persone” come gestiscono le “cose”? Cominciamo con la “cosa” presidenza e non dal punto di vista “politico” come vi abbiamo scritto ieri. Abbiamo cercato di sapere e capire qualche spunto e questo quanto ci risulta. L’AD Rossi, su questo tema, ci dicono, sembra vivere in uno stato di surplace, in sospensione, “ … come se fosse in perenne attesa di qualcosa che nemmeno lui  sa bene cosa possa essere e quando potrà avvenire …”. Ieri ci avevano riferito di una specie di “entente cordiale” per sostenere l’ipotesi Natale. Ma, ci riferiscono, a Palazzo Chigi non avrebbero gradito e, a stretto giro, anche a Bloggorai è pervenuto un messaggio indiretto di smentita. Tra le tante grane, questa storia dell’amianto sembra averlo preso di contromano e la sola che gli è venuta in mente è stata la creazione di una “task force” di 12 persone. Rossi tace su tanti argomenti (vedi pure Report). Marano invece, presidente di fatto e di diritto (temporale) dicono essere “molto irritato” (eufemismo) un po’ con tutti anzitutto pensando al suo portafoglio. Quanto potrà durare ‘sta storia? Quando legge che tutto potrebbe rimanere così ancora per molto, sembra, gli gira tutto ciò che può girare. A molti invece, in mancanza di meglio, conviene assai che sia lui a gestire la baracca. Poi, si vedrà: “Stai sereno Antonio”. 

Poi c’è la Agnes. Ci dicono molto, molto, nervosa. Non si capacita del perché dopo quasi cinque mesi siamo ancora in stallo e nonostante i suoi “alti patronage”. La settimana scorsa, giovedì mattina, l’abbiamo vista aggirarsi pensosa intorno a Palazzo Madama. Nonostante il formale “contentino” quanto inusuale e di dubbia liceità della sua nomina come rappresentante Rai all’EBU (sulla quale nessuno ha sollevato obiezioni) potrebbe non dormire sonni tranquilli: la sua nomina come presidente è appesa ad un filo sottilissimo. In attesa di notizie.

Poi c’è Roberto Sergio. Di lui si sono perse le tracce: il ruolo di  DG lo mette al riparo dalle tensioni politiche e del tema presidenza sembra non essere interessato. Sembra, solo sembra, ci dicono, perché sa bene che fintanto che c’è Marano ha un suo certo margine di “potere”. Poi, si vedrà anche per lui.

Poi, infine, c’è “l’uomo del dialogo” ovvero “il placatore” ovvero l’uomo uscito dal cilindro di AVS che, forse, vorrebbe e, forse, potrebbe essere in ipotesi come presidente. Parliamo di Roberto Natale. È solo in forse ma sufficiente a fargli giocare la partita “vedo, non vedo” ovvero “mi si nota di più se appaio o se sono in disparte?” . Lo si è visto recentemente a tutti gli appuntamenti più o meno rilevanti (ca va sans dire, compreso il Congresso Usigrai sul quale però sembra nessuno sa nulla se non che Macheda è stato rieletto segretario) e tanti a dargli pacche sule spalle “complimenti Roberto … dai …”. Non lo si è “visto” su altri “appuntamenti”.  Abbiamo provato a digitare su Google “roberto natale canone rai” e la notizia più recente si riferiva ad un incontro TvMediaWeb del 2023 per arrivare poi a novembre 2024 quando su Prima si è letto “Cda Rai. Natale contro Marano: “politicizza temi e non aiuta confronto”. Come se il “confronto” non debba essere “politico”, come altro potrebbe essere??? Abbiamo poi atteso una sua dichiarazione sul tema “amianto a Viale Mazzini”. Nada. Abbiamo atteso financo una sua dichiarazione proprio sul tema “presidenza Rai” seppure sotto forma di “dialogo”. È possibile che ci sia sfuggita. Però abbiamo riferito cosa si pensa di lui  (”è un sindacalista”) e cosa ci si attende da lui “placare FI” come ha scritto il Corriere. Sarà lui il presidente “autorevole e di garanzia” come richiesto da tempo a gran voce dall’opposizione?  “La domanda andrebbe girata a Via del Nazareno” ci hanno risposto da una parte 5S (solo una parte, avversa al PD, perché non è mistero che un’altra parte magari lo sosterrebbe pure). Recentemente, un noto parlamentare PD, proprio durante i famigerati Stati Generali, ci ha detto di lui “Sarebbe un buon presidente ... ma non lo possiamo dire”.

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giovedì 16 gennaio 2025

La "ribollita" RAI

by Bloggorai ©

Il pentolone fumante della presidenza Rai è tornato a bollire e si diffonde nell’aere celeste quel profumino di minestrone che fa tanto casa (oppure, come nel nostro caso, di collegio). Ennesima fumata nera della Vigilanza e appuntamento alla fine del mese. Del resto, se non si riesce ad eleggere i giudici della Corte Costituzionale, si capisce bene che la Rai è in secondo piano.

Cosa c’è di nuovo oggi? Poco o nulla, gli ingredienti sono gli stessi ma quel poco è interessante. Riassumiamo brevemente. Il 26 settembre, grazie al tradimento del “prima la riforma e poi le nomine” di 5S e AVS che nominano i “loro” rappresentanti, si doveva dare avvio, appunto, alla fase della calendarizzazione del dibattito. Il dibattito si arena presto, ovvero non inizia proprio e tutto è fermo nell’VIII Commissione del Senato: mancano le proposte di Fi e FdI. Come abbiamo scritto e confermiamo: le proposte non arriveranno se prima non si sblocca la questione presidenza Rai e la riforma ce la possiamo pure dimenticare. La nomina della Agnes in Vigilanza, fortemente voluta dal Governo, non passa. Mancano due voti. L’opposizione (!!!) va sulle barricate: la Agnes no!!! La Maggioranza risponde: la Agnes si!!! Uno pari e palla al centro: nel frattempo Marano (lega) regge la presidenza.

Per quanto ne sappiamo, rimangono alcuni punti fermi.

La maggioranza potrebbe non essere poi tanto granitica sul nome Agnes, specie dopo le tensioni di questi giorni proprio con la Lega. La presidenza Rai è pura merce di scambio e si può giocare su tavoli diversi.

L’opposizione sembra scricchiolare: non tutti si fidano di tutti, anzi. Due giorni fa il Corriere ha scritto che “Non a caso si dice che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI”. Uhmmmmmmmm … Dialogo? Il “placatore” Natale ?? Qualcosa non torna. Facciamo qualche telefonata e chiediamo lumi. Poi, ieri, il Fatto scrive: “Un'ipotesi che inizia a circolare tra le opposizioni vedrebbe Pd, M5S e Avs convergere alla fine tutti, nessuno escluso, su Agnes con l'obbiettivo di sbloccare i lavori in Vigilanza”. Doppio, triplo uhmmmmmmm. Le due frasi sembrano concordare: chi scrive conosce l'ambiente. Altre telefonate e qualcosa non torna ancora. E giusto alla fine della mattinata di ieri un nostro attentissimo e informatissimo lettore ci dice “Rossi è molto agitato e trama per chiudere presto la partita della presidenza e pur di ottenere il risultato vedrebbe bene Natale come presidente” ovvero il “placatore” ovvero”l’uomo del dialogo”. Sulla prima frase ascoltiamo una clamorosa pernacchia: l’opposizione che si rimangia tutto e vota la Agnes? Tutto è possibile ma fino ad un certo punto. Oppure, la maggioranza che rinuncia alla Agnes e vota Natale? In questo caso la pernacchia è più debole. Tutto è possibile ma fino ad un certo punto forse però più sostenibile (per loro). Il tema è il presunto Strapotere di cui oggi godono Marano in combutta con Sergio. Pur dirompere questo giocattolo si può fare di tutto.

Dunque la trattativa è ferma a queste quattro possibilità.

a. la maggioranza “trova” i due voti e si elegge la Agnes.

b. la maggioranza non trova i due voti e si deve rassegnare ad un altro nome.

c. l’opposizione si rassegna e vota la Agnes

d. l’opposizione non si rassegna e propone un suo nome (che ancora non c’è, formalmente)

Il corollario all’ipotesi b è che si debba cercare o un nome interno all’attuale Cda o uno esterno che però richiede le dimissioni di un suo componente attuale per fare posto ad un nuovo nome. Chi si dimetterebbe? Logica vorrebbe che fosse la Agnes stessa che deve prendere atto che il suo nome non è gradito e non riscuote il necessario consenso. Ma la logica, in politica, è merce rara. Potrà mai FI rinunciare alla sua ”bandiera”? Giammai, dicono. E allora? Veniamo al corollario dell’ipotesi d: la Agnes rimane in Cda e alla presidenza si candida il solo nome possibile (destinato giocoforza all’opposizione), ovvero il ”placatore” Natale. Bloggorai è stato facile profeta e  lo ha scritto mesi addietro. Ora, evidente che questo schema appartiene ancora alla fantasie ma anche alle trattative. Qualcuno, prima o poi dovrà cedere qualcosa.

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ps: ma il Congresso Usigrai è in corso veramente oppure la stampa se lo è dimenticato?