giovedì 19 ottobre 2023

RAI: le Super Trappole tra CdA e Canone


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Bene, ieri abbiamo scritto che “gira voce” (come ha scritto un quotidiano questa mattina) che un candidato ad essere rappresentante dei dipendenti in Cda potrebbe essere Vittorio Di Trapani, già segretario Usigrai e attuale presidente FNSI. La notizia ha un suo fondamento. Perché la notizia è interessante più di quanto non lo sono state le altre candidature?? Per svariati e rilevanti motivi.

A. il consigliere rappresentante dei dipendenti che succede a Laganà ha un “peso” specifico superiore agli altri.

B. il Cda attuale dovrà fare scelte di assoluto rilievo strategico

C. questo Cda, in scadenza tra poco più di 6 mesi, spianerà la strada al prossimo con un destino politico già scritto (Rossi AD) e porterà a scadenza la Concessione, prevista per il 2027.

D. il possibile consenso di questo nuovo consigliere, giocoforza, è molto appetibile per la maggioranza di Governo.

E. questo nuovo consigliere, dopo e grazie all’esperienza precedente, dovrà essere più robusto ed esperto di quanto avvenuto prima

Torniamo alla “voce” che gira. Torniamo un momento a quanto scritto su il Fatto del 9 settembre scorso: “Ma qual è, o quale dev'essere, la sua identità e quale la sua estrazione professionale? Deve provenire ancora dalla base dei diecimila tecnici come Laganà, un fonico che lavorava negli studi dell'ex Dear di Roma, oppure dalla folta schiera dei duemila giornalisti Rai? E soprattutto, quale figura in questo frangente serve di più all'azienda, in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione previsto a luglio?” Valentini pone la domanda e, implicitamente, pur senza fare il nome, propone la risposta. La “voce” che gira è un giornalista RAI e nemmeno poco conosciuto. E non sono pochi, tra quanti abbiamo sentito, che ci dicono pure non essere nemmeno tanto “simpatico” ma questo non è un pregio o un demerito. È noto pure ai muri che tra “giornalisti” e “amministrativi” (operai, impiegati, quadri e dirigenti) non corre tanto affetto e buon sangue.

Allora abbiamo cercato di capire con il solito “sondaggio” fatto in casa. Grosso modo, si sono evidenziati due schieramenti: il primo sostiene che è una candidatura destinata a bruciare altri candidati e bruciare se stesso, ai limiti del auto trappolone. Il secondo sostiene che, se venisse confermata entro domani la sua candidatura, sarebbe frutto di un “accordo” blindato in grado di reggere la prova elettorale. Siamo propensi a credere a questa seconda ipotesi e ragioniamo su questa. La “voce” ci dicono essere scaltra ed avveduta: se ha accettato la candidatura aveva lee sue buone ragioni. Allora il problema di chi lo proporrebbe e di chi lo sosterrebbe è importante.

Al momento, alcune candidature e prese di posizione sono note ed ufficiali: Indignerai (che ha supportato Laganà) ha un proprio candidato, l’UGL è impegnata in una candidatura sindacale unica ma si oppone a Indignerai. Usigrai e altri sindacati formalmente  ancora non si sono espressi. Dunque, andando per esclusione: se (per intenderci) la destra ha qualche suo candidato più o meno forte, la “sinistra” al momento non sembra, salvo che per “sinistra” si voglia intendere la “voce”. Allora cosa porterebbe a concludere? Che la “voce” potrebbe godere di un supporto trasversale composto da una parte di Indignerai (che renderebbe la “cortesia” fatta al tempo della elezione di Laganà), una parte dei sindacati (della CGIL finora non sono pervenute notizie) e una parte (non tutta, anzi) dello stesso Usigrai. Ci sarebbe dunque uno zoccolo duro forse in grado di reggere la prova elettorale. Posto che si possa superare il quorum, cosa non scontata.

Veniamo ora alla seconda ipotesi: si tratta di una “voce” subdola e insidiosa fatta uscire con lo scopo di bruciarne altre e/o far bruciare la stessa “voce”. Ipotesi plausibile. La natura e la storia della “voce” non appare molto sostenibile in termini elettorali e non pochi sostengono (e ci hanno detto) che “ … un giornalista e quel giornalista non lo voterebbero manco sotto tortura”. Qualora fosse credibile questa ipotesi: complimenti agli astuti strateghi. Per parte nostra, diciamo pure che sarebbe stato più credibile, forte e trasparente proporre per tempo una candidatura autorevole ed esperta in grado di sostenere adeguatamente gli impegni del nuovo consigliere. Ci sono ancora poche ore per sapere. Vedremo.

Torniamo a quanto abbiamo scritto ieri sul canone. Abbiamo approfondito il tema dei dubbi di costituzionalità  sul provvedimento del Governo relativo al taglio del canone che ribadiamo. Purtroppo, e sottolineiamo purtroppo, c’è un precedente non certo edificante. Quando Renzi decise di porre in vendita una parte di RAI Way, vennero richiesi dei pareri di costituzionalità a tre illustri e autorevoli esperti (Pace, Ainis e Cheli) sulla base dei quali venne proposto un ricorso in opposizione poi, ovviamente, finito nel dimenticatoio. Con una differenza sostanziale rispetto a prima: la questione di costituzionalità è stata posta a Legge approvata mentre in questo caso ci sarebbe tutta la possibilità di fare adeguata opposizione parlamentare. Per quanto abbiamo ancora potuto verificare, seppure sommariamente: confermiamo, i dubbi non solo sono leciti ma con una loro intrinseca robustezza.

Ma il dubbio più forte e consistente è quello del vaglio alle leggi comunitarie: non c’è alcuna speranza che Bruxelles possa approvare un aiuto di Stato seppure mascherato in qualche forma (peraltro tutta ancora da capire quale possa essere). Tradotto in soldoni: la Rai resterebbe a bagnomaria su una sostanziosa quota di finanziamento incerta e labile. Come si può pensare al suo futuro in queste condizioni?

Infine, ribadiamo quanto sappiamo e di cui abbiamo scritto: al VII piano non tutti sono felici allo stesso modo. A qualcuno, in particolare, che si presume debba assumere la guida dell’Azienda nei prossimo anni, questa storia non sembra essere andata giù gran che bene. Era stato informato prima di quanto il Governo (la Lega) stava per varare? Forse che si ma più forse che no. Qualora fosse e perché no? Qualcuno sostiene che sia stata,  anche in questa circostanza, un SuperTrappolone, altro che SuperCazzola.

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