Nei giorni scorsi abbiamo tracciato il senso intimo, profondo,
della SuperCazzola. Tra le caratteristiche essenziali mancava quella della sua intrinseca
ubiquità: si può usare indifferentemente in ogni luogo e in ogni tempo. Il problema è capire chi abbocca.
Da ieri pomeriggio sta prendendo forma una possibile SC di
dimensioni apocalittiche della quale avevamo vago sentore. Riguarda la proposta
del Governo di tagliare il canone di 20 euro. Il bello è che questo sentore si
è manifestato con maggiore vigore dopo che è scoppiato il caso “familiare” della
Meloni che poi tanto familiare non è per nulla. Che relazione c’è tra Giambruno
e il canone? C’è…c’è…
Ricapitoliamo: nei giorni scorsi in conferenza stampa il Governo
ha presentato la legge di Bilancio dove, al suo interno, si prevede il taglio del
canone da compensare poi con 420 mln alla RAI con un sostegno prelevato dalla
fiscalità generale. Abbiamo per primi, e finora da soli, sollevato dubbi di
legittimità costituzionale che si affiancano a quelli relativi al fatto che tale
intervento si possa configurare come “aiuto di Stato” e in quanto tale suscettibile
dell’ira di Bruxelles che li vede come il fumo agli occhi. Bene, fin qui siamo
nei meandri normativi dove però, attenzione, specie quelli di carattere
costituzionale hanno senso di essere affrontati prima che la manovra possa diventare
Legge. Dopo, come si dice, “passata la Festa, gabbato lo Santo” ovvero un
eventuale ricorso alla Corte Costituzionale, bene che vada, se ne parla tra
tanti anni… tanti.
Però la SC si manifesta ora anche per un’altra lettura:
squisitamente politica, strettamente intrecciata tra l’interno e l’esterno di Viale
Mazzini. Passetto indietro e leggiamo anzitutto cosa c’è scritto nel “comunicato
stampa” del Governo a proposito di canone: “…per il triennio 2024 -2026 è
prevista la riduzione del canone RAI … con contestuale destinazione di 420 mln
di Euro alla predetta Società per interventi di ammodernamento e sviluppo infrastrutturali
delle reti del servizio pubblico …”. Delle reti??? La RAI non gestisce per suo
conto le reti infrastrutturali ma le ha affidate in concessione a RAI Way (pagando
il servizio intorno ai 200 mln annui) e quindi cosa significa? Che questi soldi
sono destinati alla quotata di Via Teulada? Bel problemino.
Ma non è questa la lettura “politica” del problema. Quello che emerge in queste ore è la presunta “irritazione” di Mediaset per questo provvedimento perché, a bocce invariate, a fronte di un decadimento delle risorse RAI da canone si dovrà “forzare” la mano sulla pubblicità a tutto danno del Biscione (vedi pure oggi articolo su Repubblica). Ecco che compare sulla scena Giambruno: ovviamente, ovviamente, parliamo di fantapolitica, ma tu guarda la fatal combinazione che vede emergere questa vicenda verosimilmente nota da tempo a tutti i soggetti interessati, esce fuori proprio pochi giorni dopo la comunicazione del Governo dove solo la Lega ha esultato.
E dentro Viale Mazzini? Abbiamo interpellato la nostra solita fonte, il Super Dirigente Solitamente Bene Informato che ci conferma una storia già nota e ce ne chiarisce un’altra: “… Sulle “tensioni” tra Sergio e Rossi si sa quasi tutto, più prospettiche che attuali. Appare del tutto evidente che questo taglio del canone è un petardo sotto la futura poltrona di Rossi candidato alla carica di AD nella prossima consiliatura che non potrà contare con assoluta certezza di quanto promesso e previsto e già sarebbe stata avvertita una forte irritazione sul tema Piano Industriale: come si finanzia? Il tema è che, a quanto sembra, chi doveva sapere (ad esempio la direttrice delle Relazioni Istituzionali, che dicono essere in quota Lega) non è ben chiaro se avesse informato per tempo quanto stava per essere comunicato dal Governo. Tant’è che Rossi, nei giorni precedenti, partecipando ad un convegno, aveva parlato solo del recupero dei 110 mln dell’extragettito. Se invece avesse saputo avrebbe potuto sollevare il problema oppure provare fare qualche pressione tramite la sua “promoter” … o no?”. No, a quanto ci dicono, avrebbe solo emesso fumo dalle narici e non dalla consueta pipa.
Morale della favola: al momento, il tema canone è solo una
buona intenzione dichiarata in conferenza stampa, vedremo se e come verrà tradotta
in Legge. Ecco apparire in tutta la sua splendida visione una potenziale SC al
pari del Ponte sullo stretto di Messina. Vedremo.
Quella che, invece, al contrario, è una minaccia seria al
canone arriva dai dati sulle condizioni economiche degli italiani: l'ultimo Report Eurostat – European living conditions -2023 edition, ci dice che più della
metà delle famiglie italiane fatica a chiudere i conti del mese e che, di conseguenza, il numero
delle bollette evase o in forte ritardo potrebbe crescere in modo esponenziale.
Un sondaggio del Corriere poi ci informa che il 46% degli interpellati si è dichiarato
favorevole al taglio del canone RAI. Amen.
bloggorai@gmail.com
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