“A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire”
Esiste un particolare tipo di bomba “moderna” che non squarcia le carni, non ustiona la pelle e non frantuma le ossa. Esiste un particolare tipo di bomba “moderna” che produce danni devastanti nella mente, nella coscienza, nella memoria e nella capacità di intendere e volere. Questa bomba “moderna” non è posta sulla testa di un missile e non si sgancia dagli aerei e tantomeno la fa detonare un attentatore suicida. Si tratta della bomba chiamata banalmente “informazione” che, al contrario delle “antiche” bombe tradizionali, per produrre i suoi effetti più devastanti, non deve proprio esplodere e al contrario deve rimanere silenziosa e inerte.
È veramente una bomba “moderna” perché nelle grandi guerre precedenti non se ne immaginava nemmeno lontanamente l’esistenza. Questa bomba “moderna” è comparsa negli scenari di guerra con l’avvento di Internet ed ha preso rapidamente quanto subdolamente il posto del Napalm, dei gas nervini e degli altri ordigni NBC (Nucleari, Batteriologici e Chimici). Magari, è verosimile, che pure questa bomba “moderna” verrà soppiantata da altre ancora più moderne che già abbiamo visto fare la loro comparsa: la guerra per interposta macchina, ovvero i con i droni. Per quanto, pure questi in un certo senso sono già obsoleti: per mettere in ginocchio e spingere un nemico alla resa può essere sufficiente “annientare” con un software malevolo la sua rete di infrastrutture elettriche, dei trasporti, di TLC e così via. Però, per ora, limitiamoci alla bomba “informazione/internet”.
Era esplosa già in Ucraina ma pochi gli hanno voluto dare la necessaria attenzione. Era esplosa quando Elon Musk, proprietario della rete satellitare Starlink in un primo momento aveva garantito il supporto alle forze di Kiev salvo poi ritirarlo quando stavano per attaccare la Crimea. La storia si è ripetuta ora a Gaza: nei giorni scorsi sono state interrotte tutte le comunicazioni telefoniche e le connessioni alla rete Internet e oggi leggiamo sul Corriere che “Musk «regala» Internet alle Ong a Gaza” e, sul sito di Repubblica leggiamo “Il dramma di Gaza lontano dagli occhi del mondo. Ripristinate solo in parte le comunicazioni. Il blocco durato quasi due giorni. Coordinare i soccorsi è impossibile e le notizie arrivano col contagocce. Elon Musk offre il satellite di Starlink, ma Israele dice no: “Verrebbe usato da Hamas”. Ancora come già avvenuto in Ucraina, questa tipo di bomba viene volutamente ignorata o sottovalutata.
Ecco emergere con forza il potere devastante della bomba “moderna” di Internet: prima ancora dei cannoni e dei missili è necessario silenziare, far tacere, impedire le comunicazioni e le informazioni quali che esse siano, magari sparando pure sui piccioni viaggiatori se necessario. Vedi quanto dichiarato da Amnesty Int: "Il totale black-out delle comunicazioni imposto da Israele la sera del 27 ottobre nella Striscia di Gaza in concomitanza con l’aumento degli attacchi aerei pone la popolazione civile in una situazione di rischio senza precedenti ... Amnesty International ha perso i contatti coi suoi colleghi a Gaza e anche per altre organizzazioni per i diritti umani è sempre più difficile documentare cosa sta accadendo, a causa dell’intensità degli attacchi israeliani e del blocco delle comunicazioni. La stessa Mezzaluna rossa palestinese non riesce più a contattare la sua sala operativa di emergenza nella Striscia di Gaza. L’accesso a Internet e ad altri mezzi di comunicazione è fondamentale per proteggere i diritti umani, specialmente durante un conflitto" e dall'OMS "Un blackout «totale o pressoché totale» come lo hanno definito i gruppi di monitoraggio della rete che «rende impossibile evacuare i feriti: le ambulanze non sanno dove raggiungerli»".
I problemi sui quali riflettere sono tre: il primo riguarda la Dichiarazione Universale dei diritti umani del dicembre 1948 che, all’ art. 19 recita “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere” ripreso in parte dall’art. 21 della nostra Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Il secondo riguarda la “privatizzazione” di questo diritto: un Musk della situazione è in grado di incidere in modo rilevante o quasi determinante sui destini dei conflitti, sul destino dei popoli a suo insindacabile giudizio. A noi appare di una gravità simile a quella di una bomba atomica con la differenza che qual tipo di arma è sottoposta a relativi “vincoli” internazionali con un certo grado di cogenza, mentre questa seconda è del tutto arbitraria. Il terzo punto è relativo a chi ne fa uso: perché impedire la libera circolazione delle notizie? Perché i corrispondenti della guerra in corso si trovano quasi tutti solo in Israele? Perché ogni servizio che viene diffuso in televisione è intervallato a immagini di bombardamenti fornite solo dall’esercito di Tel Aviv?
Perché … perché … perché ??? Continueremo a porre domande alle quali è difficile trovare risposte ma non è impossibile. Tutto, come abbiamo sempre scritto e ribadito, ha un suo prologo e un suo svolgimento e nulla nasce per caso. Le risposte si trovano sempre, basta cercarle o volerle trovare. Magari potranno non essere condivise ma le riposte ci sono e, di conseguenza, si può intuire anche l’epilogo del “tutto” in corso di svolgimento.
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ps: è in preparazione un Post speciale sui
5 poteri forti dentro e fuori la RAI
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