sabato 7 ottobre 2023

RAI: le carte in tavola in mano ai pensionati


Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay

La bellezza di Bloggorai consiste nel fatto che le lettrici e i lettori partecipano, si informano, dibattono, criticano e vogliono capire i fenomeni perché e per come avvengono. Questo necessita un grande sforzo di chiarezza e precisione da parte nostra. Forse è per questo che Bloggorai ha superato la soglia di 5 anni di pubblicazione quotidiana ininterrotta evitando con cura buche clamorose.

Allora, necessario mettere in chiaro un paio di passaggi. Ancora una volta: a buona ragione ci siamo incaponiti a seguire per filo e per segno, dalle sue prime battute di novembre 2021, la genesi del nuovo Contratto di Servizio. Già da allora era evidente che stava crescendo un albero malato destinato a dare frutti avvelenati. Era ed è beninteso che non è stato il precedente Contratto di Servizio e non sarà certamente questo la linea Maginot della RAI. E’ stato largamente disatteso il precedente Contratto nonostante i vincoli e gli obblighi specifici dettagliati all’art. 25, figuriamoci questo che gli obblighi se li è scordati del tutto. Quindi, nessuna sorpresa e nessun accanimento terapeutico. Laici come sempre e proprio con questo spirito consideriamo il Contratto solo uno dei fronti di battaglia aperto (e perso) sul futuro del Servizio Pubblico.

Ieri abbiamo supposto che a Mediaset hanno brindato a champagne e ne siamo pressoché convinti che possa essere avvenuto. Non è solo per festeggiare “questo Contratto” ma per l’insieme dei tratti che stanno disegnando il panorama del mercato audiovisivo prossimo venturo che, indubbiamente, vedono notevolmente più avvantaggiati i concorrenti diretti indiretti della RAI. La linea Maginot della RAI è frastagliata e il nemico si insinua da tutte le parti, in ogni buco lasciato libero della trincea. La voragine più evidente è quella dei conti, delle risorse su cui contare: soldi in cassa ce ne sono pochi, sono spesi male, non ce ne saranno di più di quanti sarebbero necessari e pure quelli che dovrebbero essere certi (il canone) sono a rischio di estinzione come i dinosauri. In queste condizioni la concorrenza vince e Mediaset festeggia a buon conto: la RAI debole è tutta a suo vantaggio e degli altri operatori. Semplice Watson!

L’altra voragine della linea Maginot della RAI è nell’offerta editoriale: povera e destinata ad un pubblico  in maggioranza anziano. Rivediamo i titoli dei capitoli della ricerca Auditel Censis dello scorso dicembre: “Sempre meno famiglie. Famiglie sempre più vecchie. Famiglie sempre più povere”.

I numeri non lasciano dubbi e Auditel lo certifica ogni santo giorno che Dio manda in terra: RAI nelle fasce di età da 45 a over 65 è uguale a 82% e Mediaset uguale a 75%. Cala la platea televisiva in generale e, nello specifico, mentre RAI perde pezzi sugli ascolti Mediaset li recupera. Amen. L’offerta editoriale delle piattaforme si arricchisce e prospera di nuovi prodotti e proposte: dallo sport al grande cinema per finire al “sociale italiano” di Netflix. Rai, semplicemente, non offre nulla di nuovo e di concorrenziale mentre rimane imbambolata alle repliche di Montalbano, alle “novità” di Un Posto al Sole, le amenità di Domenica In e accende un moccolo a Sanremo.  RAI non offre nulla di nuovo semplicemente perché non ha risorse per farlo. Punto.

Andiamo avanti con le voragini della linea Maginot: quelle tecnologiche. Ieri abbiamo riportato fedelmente quanto approvato in Vigilanza nel nuovo Contratto dove si legge che, a partire dal prossimo gennaio 2024, “… la Rai si impegna a diffondere un proprio mux nazionale in standard DVB-T2…”. Si legge pure, in un documento allegato ai verbali della Commissione che questa scadenza “… isolatamente imposta a Rai, genererà con tutta probabilità un calo di ascolti dei canali coinvolti a causa del mancato rinnovo totale del parco ricevitori (decoder e TV) da parte delle famiglie italiane”. Ribadiamo: il Contratto non specifica quale MUX e NON vengono indicati i canali coinvolti e dunque non sarà facile definire ora per allora quanto potrà essere valutato il calo di ascolti. Pochi o tanti che siano, rimane il problema che già da anni si era paventato sul tutto il percorso della transizione al DVB-T2: se non è organico e simultaneo a tutto il resto degli operatori qualcuno va avanti e altri restano indietro. È del tutto evidente che RAI potrà essere danneggiata se gli oneri saranno solo a suo carico e i vantaggi a carico della concorrenza. Questa disposizione del nuovo Contratto è solo una ciliegina di una torta avariata.

Già che ci siamo e tanto per capire come vanno le cose del mondo tecnologico intorno alla RAI ci ha incuriosito un dettaglio. Tra gli emendamenti presentati lo scorso 27 settembre in Vigilanza, quelli relativi all’art. 15 (Impianti e investimento tecnologico) sono pochi e, apparentemente, poco rilevanti. Leggiamo: “15.1 a firma Graziano, Bakkali, Furlan, Nicita, Peluffo, Stumpo, Verducci (ndr PD): All’articolo 15, sostituire il comma 1 con il seguente: … Il rilancio di Rai Way passa anche da investimenti strategici per la diffusione del segnale con fibra ottica.” Più avanti, al punto 15.5 a firma Gasparri, Rosso, Dalla Chiesa, Orsini (ndr: FdI): Al comma 10, dopo le parole: “anche su base temporanea.” inserire il seguente periodo: “La Rai svilupperà altresì la sperimentazione del DVB-I e dell’Hbbtv nonché delle ulteriori tecnologie innovative che dovessero svilupparsi in futuro”. Il risultato finale è che nel testo definitivo la fibra ottica è scomparsa (come e perché nasce questo emendamento?) mentre è stato inserito solo l’emendamento Gasparri sul DVB-I (Digital Video Broadcasting over Internet, del tutto diverso da HbbTV, cioè la Tv ibrida terrestre/IP)

Troppo complesso entrare nel dettaglio ma ci possiamo limitare ad osservare che, per quanto abbiamo capito, che sia la fibra ottica che il DVB-I saranno terreno aspro di scontro tecnologico. Nel frattempo, veniamo a sapere (Libero Tlc del 18 settembre) che “Vestel annuncia la prima TV DVB-I in Italia: test con Mediaset” e che “… Mediaset, ad esempio, ha già annunciato che parteciperà al test DVB-I con quattro canali: Canale 5, Italia 1, Retequattro e 20. Queste reti saranno trasmesse da Mediaset in standard DVB-I ai canali 505, 506, 504 e 520, in Full HD 1080p. Molto probabilmente, a breve, anche altri editori annunceranno l’inizio dei test con i loro canali, allargando l’esperimento italiano del DVB-I. Di sicuro lo farà la RAI, che ha annunciato il progetto ma non ha ancora comunicato le date di inizio”. Domandina da un milione di dollari: sono stati acquistati i diritti Tv delle prossime olimpiadi in 4K?

bloggorai@gmail.com

 

Nessun commento:

Posta un commento