martedì 24 ottobre 2023

DOPPIO FLASH: tra Canone RAI e una seratina in tv leggermente soft

 

Foto di Chil Vera da Pixabay

Da poche ore è nota la bozza della Legge di Bilancio e questo l’articolo che interessa la RAI:

ART. 8. (Riduzione del Canone RAI e ammodernamento e sviluppo infrastrutturale delle reti del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale) 1. La misura del canone di abbonamento alla televisione per uso privato, di cui all’articolo 1, comma 40, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, è rideterminata in 70 euro per l’anno 2024. 2. Per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale, nell’ambito delle iniziative previste dal Contratto di servizio nazionale tra la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A. e il Ministero delle imprese e del made in Italy di ammodernamento, sviluppo e gestione infrastrutturale delle reti e delle piattaforme distributive, nonché di realizzazione delle produzione interne, radiotelevisive e multimediali, è riconosciuto alla società un contributo pari a 430 milioni di euro per l’anno 2024”.

Non sappiamo bene quale sentimento conviene far emergere. Da un lato, istintivamente, viene da sganasciarsi dalle risate. Dall’altro si avverte una certa preoccupazione. Vediamo in dettaglio.

Anzitutto balza in evidenza che si tratta di una manovra ad effetto limitato: si parla esplicitamente e unicamente dell’anno 2024. Dopo di che? Cosa succede? Rimane invariata? Si torna al canone di prima a 90 euro? nei giorni scorsi abbiamo letto di 420 milioni per tre anni. Mistero.

Poi si dice che la manovra è finalizzata al  “ … miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale nell’ambito delle iniziative previste dal Contratto di Servizio”. Quali sarebbero le “iniziative” previste? Previsto cosa? Dove, come? Il Contratto, come noto, non prevede “obblighi specifici” e pure i “doveri” non sono accompagnati da capitoli di spesa dettagliati che, semmai nel caso, sarebbero dovuti essere inseriti nel Piano Industriale che pure, come noto, non è obbligatorio. Quindi? Come si dovranno destinare questi 420 milioni all’interno del Contratto di Servizio, posto che, ribadiamo, è impalcato ancora su un allegato tutto da decifrare e “quantificare”?  

Forse, si presume, si intende quanto si legge successivamente: “… di ammodernamento, sviluppo e gestione infrastrutturale delle reti e delle piattaforme distributive, nonché di realizzazione delle produzione interne, radiotelevisive e multimediali…”. Ma di cosa scrivono? Forse intendono RAI Way, posto che è la società quotata che gestisce le reti infrastrutturali per conto di RAI (e ci paga pure un sonoro canone di circa 200mln annui)? La RAI poi NON possiede una rete del genere CDN (sulla quale abbiamo scritto più volte). Magari è la volta buona che qualcuno ci pensa?

Ma la perla di saggezza è in fondo al barattolo: “… realizzazione delle produzione interne, radiotelevisive e multimediali …” che vuol dire? Ci saranno programmi “fatti esclusivamente in casa” senza accordi di coproduzione con qualche società esterna? Qui la risata emerge clamorosa. Magari il Meteo, un nuovo programma di cucina o si aumenta il budget di RAI Doc per fare in modo che possa diventare un po’ più simile alla BBC Doc? 420 milioni in un anno sono tanti soldi: come verranno distribuiti tra le reti (infrastrutturali o produttive cioè RAIUno, Due etc etc) e le testate giornalistiche rimangono fuori? a loro nulla???

Infine, ricordiamo che sono in corso approfondimenti per valutare la fondatezza dei requisiti di costituzionalità e i rischi che si corrono per non imbattersi con le ire di Bruxelles per gli aiuti di Stato. Non è roba da poco che necessita di essere chiarita e sollevata subito. Fare la battaglia del giorno dopo farà la fine del provvedimento Fuortes dove i necessari requisiti di necessità e urgenza previsti dalla Costituzione non se li è filati nessuno ed è successo poi il noto patatrac.  

Chiudiamo in bellezza con una nota soave: “che bisogna fa pe campà” ovvero per raschiare un briciolo di attenzione per raccattare qualche straccio di share. Da un paio di giorni si leggono i “promo” della trasmissione in onda stasera su RAIDue che ha fatto tanto gongolare alcuni a Viale Mazzini la prima sera che ha fatto il 10% di ascolti. I temi scelti per “solleticare” un certo pubblico sono di grande appeal: ieri si annunciava una argomento di "spessore" ovvero il Lato B di una nota conduttrice, oggi invece è stato anticipato che, forse, si potrebbe chiarire il Grande Mistero dell’Era Contemporanea: ma Isabella Ferrari ha fatto sesso con Nanni Moretti nel film Caos calmo si o no???

Si capisce bene perché qualcuno non vuole più pagare il canone: a fare questo mestiere ci altre emittenti più brave di RAI Due.

bloggorai@gmail.com

 


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