mercoledì 18 ottobre 2023

Canone RAI: truffatori e truffati. La grande SC

Foto di Pintera Studio da Pixabay

ATTENZIONE! 

Oggi sono previsti due post … 

rimanete sintonizzati !!!

 

Quel è la vera natura della SuperCazzola? Semplice: quella di essere Super perché se fosse solo una Cazzola semplice non sarebbe Super e quindi irrilevante. Per rendere una Cazzola Super occorre definirla e proporla come tale, altrimenti rimane una cazzola semplice, con la C minuscola e non se la filerebbe nessuno.

Poi, una SC (da ora in poi per abbreviare) deve essere sparata forte, altisonante, tracimante in ogni dove. Deve fare effetto e scolpirsi nella mente prima e nella memoria dopo. Pensate se la SC originaria non avesse avuto l’eco mediatica, la fama e la gloria che ha ricevuto con il successo del film Amici Miei. Bene che vada, sarebbe rimasta tra i quattro amici al bar in vena di SC locali, minori, paesane.

Il Governo in questo caso sul tema canone (ma non solo) sembra avere fatto prova di grande abilità supecazzolatoria verso la RAI. Il bello è che sembra riuscirci. RAI Way e Contratto di servizio sono due fulgidi esempi complementari.

La sparata del ministro Giorgetti sulla riduzione del canone appare come una clamorosa SC. Cerchiamo di capire chi ne è vittima, come e perché.

Le prime vittime sono i cittadini, i contribuenti, i telespettatori. Si spaccia loro una riduzione di spesa che invece altro non è che uno spostamento di partita di giro: dalla bolletta individuale alla fiscalità generale. Si può fare? Forse anche no per due buonissimi motivi: il primo di carattere costituzionale e il secondo di carattere normativo comunitario. Al netto delle nostre modeste conoscenze e competenze specifiche, riportiamo domande o osservazioni che appaiono convincenti.

Carattere costituzionale: la sentenza della Corte Costituzionale 284 del 2002 parla chiaro: il canone è definito come “imposta di scopo” ovvero “… destinato come esso é, quasi per intero (a parte la modesta quota ancora assegnata all’Accademia nazionale di Santa Cecilia), alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”. La domanda che si pone è: una Legge di Bilancio è di rango sufficiente ed adeguato a modificare questa natura originale e determinata del canone che poi interviene, peraltro, non solo sulla sua normativa specifica ma anche sulle modalità di riscossione? 

La questione è molto sofisticata ma non per questo non meritevole di attenzione. In buona sostanza, la Legge di bilancio che prevede la riduzione da 90 a 70 euro, di fatto, interviene in un campo dove non potrebbe, cioè si vanno a modificare dispositivi regolamentari di ambito e competenza costituzionale laddove si trasferisce un’imposta specifica ad un provvedimento governativo di carattere discrezionale. In sintesi: da una legge dello Stato che impone il canone a chiunque possieda un apparato radiotelevisivo ad una sorta di imposta indiretta i cui fondi sono prelevati dalle casse generali a cui contribuiscono tutti i cittadini. Si modifica, di fatto, almeno per una parte, la natura organica di una legge di rango primario che definisce l' imposta di scopo?  

L’altro buonissimo motivo per cui non si potrebbe fare è semplicemente perché, nonostante lo si voglia spacciare in altro modo, di fatto, il provvedimento che individua nel 420 milioni/anno a sostegno della RAI si configura come “aiuto di Stato” cioè una materia che, notoriamente, fa venire l’orticaria Bruxelles. È inevitabile che l’UE accenda i riflettori e voglia vederci chiaro e quindi aprire un’istruttoria, con tutti i conseguenti problemi di tempo che si connettono. E qui si torna alla SC: non è importante la sua fondatezza, è importante che produca effetti.

Già: quali effetti? Truffa …truffa… ambiguità. La seconda vittima, oggettivamente, è la RAI. Su questo provvedimento ci scriveranno le tesi di laurea per quanto appare confuso e disordinato. Già le cifre di cui si parla traballano da tutte le parti: Giorgetti in Vigilanza a fine luglio aveva parlato di 300 milioni che ora diventano 440 ma poi, in effetti passano a 420 a partire dal prossimo anno.  E come verranno erogati questi soldi? Con un provvedimento legislativo anno per anno in ogni legge finanziaria? Verrà richiesta una rendicontazione a fronte di cosa? E quella differenza di 20milioni in meno per le casse RAI come viene giustificata o compensata? Si tratta pur sempre di 20 mln in meno, che andranno a pesare ulteriormente sul deficit dell’Azienda? In soldoni: altro che piano industriale (nei giorni scorsi si è tenuta una riunione che ci dicono “surreale”), con questa incertezza e confusione la RAI non potrà fare nemmeno la spesa per il fine settimana.

Due note a margine. A: nel gruppo di lavoro sul canone istituito presso il MEF, come abbiamo scritto ieri, ha fatto parte i rappresentante della RAI, un noto e autorevole dirigente. Ha riferito per tempo utile quello che sapeva a chi di competenza? Ha riferito tutto a tutti o solo ad alcuni? Sergio e Rossi erano informati, avveduti, allarmati allo stesso modo? Perché nei giorni scorsi Rossi ha fatto solo riferimento al recupero dei 110 mln dell’extragettito? Non sapeva nulla di quanto il Governo stava per decretare? B: ieri su Repubblica si leggeva che “Le modalità pratiche di assegnazione dei 1260 milioni non sono ancora decise. Le chiarirà il Contratto di Servizio, l'atto che regola gli impegni reciproci tra Rai e Stato”. Che c’entra il Contratto di Servizio che, peraltro, è stato già “approvato” seppure in versione consultiva? Che fanno, propongono una variazione sulla quale la Vigilanza non si è espressa? E dove mai il Contratto può intervenire in un atto che è a discrezione del Governo?  

Grandissimo il disordine sotto il cielo ... dunque la situazione è eccellente.

bloggorai@gmail.com



 

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