Buon anno!!! Fare gli auguri al 31 dicembre o al primo gennaio non ha senso: l’anno è bello che cominciato da tempo … anzi … è in pieno svolgimento! Sicchè, tra oggi e domani, potrebbe avere inizio una delle grandi battaglie interne alla RAI delle quali vi abbiamo parlato lo scorso 19 agosto: l’elezione del nuovo componente del CdA in sostituzione di Riccardo Laganà. In verità, vi abbiamo pure scritto nel successivo calendario, che era previsto un CdA il 14 settembre e invece è stata decisa una improvvisa accelerazione. Perché?
Anzitutto rileggiamo cosa prevede la Legge 220 del 2015, art. 2: “…6 -ter . Per l’elezione del componente espresso dall’assemblea dei dipendenti della RAI-Radiotelevisione italiana Spa, di cui al comma 6, lettera c) , la procedura di voto deve essere organizzata dal consiglio di amministrazione uscente della medesima azienda, con avviso pubblicato nel sito internet istituzionale della stessa almeno sessanta giorni prima della nomina … Le singole candidature possono essere presentate da una delle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo o integrativo della RAI-Radiotelevisione italiana Spa o da almeno centocinquanta dipendenti e devono pervenire almeno trenta giorni prima della nomina. … 8. In caso di dimissioni o impedimento permanente ovvero di revoca del presidente o di uno o più membri del consiglio di amministrazione, i nuovi componenti sono nominati con la medesima procedura di cui al comma 6 entro i novanta giorni successivi alla data di comunicazione formale delle dimissioni o di comunicazione formale della sussistenza della causa di impedimento permanente. Nel caso di revoca del presidente o di uno o più membri del consiglio di amministrazione, il termine sopra indicato decorre dalla data di comunicazione formale della valutazione favorevole alla delibera di revoca di cui al comma 7”. Questo prevede la Legge. Dunque, il CdA tra oggi e domani dovrebbe ratificare l’impedimento permanente di uno dei suoi componenti e, a partire da questa data, si contano i 90 giorni necessari allo svolgimento di nuove elezioni. Se tutto va bene, se ne parla ai primi giorni di novembre.
Allora: perché tanta fretta? Nessuna norma impone la convocazione del Cda su questo argomento. La legge citata dispone che “deve” ma non “quando” deve essere formalizzata la comunicazione formale della sussistenza di causa di impedimento permanente. Perché altrimenti, se fosse stato cogente questo imperativo, si sarebbe dovuto convocare un Cda all’indomani della scomparsa di Riccardo Laganà e dare così avvio alle procedure. Rigiriamo la domanda: perché non farlo subito? La risposata, in parte, l’abbiamo letta proprio il giorno in cui si stava svolgendo il saluto a Riccardo sul Corriere a firma Antonella Baccaro: “Con la sua scomparsa, si apre la questione su chi dovrà succedergli: un altro «tecnico» o un giornalista? ...Dopo i dubbi della presidente Soldi sull'esclusione di Saviano, sarà importante per il centrodestra che governa oggi in Rai (con due consiglieri, a parte l'ad) come per l'opposizione (che ha due consiglieri), assicurarsi che il successore di Laganà stia dalla propria parte”.
La nostra interpretazione: allo stesso modo con cui si vorrebbe forzare l’approvazione del nuovo Contratto di Servizio si vorrebbe forzare, seppure per i pochi mesi prima della scadenza naturale del prossimo giugno, la nomina di un Consigliere “amico” in grado di mettere al sicuro le prossime decisioni che il Cda dovrà prendere.
Già. E chi potrebbe mai essere questa figura? Abbiamo cercato di sapere, abbiamo chiesto, abbiamo rispolverato vecchi appunti, e ne sono venuti fuori almeno quattro nomi (altri ancora coperti): il primo, forse il più quotato, è Emidio Grottola grande amico e collaboratore di Laganà. Il secondo, molto discusso, e Vittorio Di Trapani, attuale presidente FNSI e sostenuto da parte dell’Usigrai. Il terzo è Fabrizio Tosini, sindacalista UGL, è considerato l’uomo giusto al momento (politico) giusto. Infine, Roberto Natale, un nome storico stimato ed apprezzato da tutta l’area democratica e progressista di Viale Mazzini. I giochi sono iniziati. Ovviamente, tutti uomini.
Sul nome di Di Trapani e l’Usigrai da segnalare oggi un articolo avvelenato de Il Foglio con il titolo “Rai Oppenheimer. Denunce,, ammanchi, iscritti contro iscritti. La destra fa esplodere il sindacato Usigrai”.
In verità, il post di oggi si voleva concentrare sul proseguimento di quanto abbiamo scritto nei gironi scorsi e sulla coda del post di ieri, quando sul Corriere abbiamo letto che “… ci sono società.. come la RAI che potrebbero finire almeno in parte sul mercato …”. Giorgetti, e non solo lui (vedi il Governo precedente) trovano sempre buoni uditori quando si tratta di fare affari.
Molti ci hanno scritto e con alcuni abbiamo scambiato qualche sommaria riflessione e il succo è questo: e se si cominciasse a pensare di dividere i destini della RAI pubblica e di una RAI privata? Ovvero, un’Azienda di e per il Servizio pubblico finanziata dal canone e una Azienda diversa commerciale, di mercato, finanziata dalla sola pubblicità. Il modello statalista della vecchia RAI, ingolfata di tutto e di più, elefantiaca e asfittica, potrebbe essere definitivamente sepolto sotto le macerie di un mondo ormai spazzato via. Un lettore, sferzante ma concreto, ci ha scritto “Ca…ate !!! chi se la compra una RAI del genere?”. A nostro modestissimo avviso … magari qualcuno si trova. Magari, in condizioni riviste e corrette, appunto, con un nuovo Contratto di servizio … chissà ! Il vecchio contratto di Servizio conteneva un impegno (ovviamente disatteso) che disponeva la “rimodulazione delle testate giornalistiche”: era un buon segnale che, ovviamente, il nuovo contratto se ne guarda bene da riproporre.
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