Dunque, di cosa parliamo? Di due aspetti cruciali. Il primo
sarebbe la capacità di Palazzo Chigi, in tutto in parte, di “staccare la spina”
al Cda di Viale Mazzini. Non è cosa di piccolo conto: non ci sono in ballo i
posti ma la lotta interna ai partiti di Governo: Salvini, Berlusconi e la
Meloni sono tre partiti con interessi tattici e strategici diversi. Convergono solo
sulla convenienza a coesistere forti di una opposizione che per buona parte non
c’è, è svanita. Chi sarebbe il soggetto politico che pigia il pulsante?
Salvini è scontato da tempo e il suo consigliere ha già il ditino caldo sul
pulsante rosso. Della Agnes si sa poco o nulla ma, del resto, non si è mai
saputo gran che. Si dice, si legge, che sia in attesa di indicazioni dai suoi
referenti (si dice, si legge, di un certo Gianni Letta). Se dovesse mai
arrivare il segnale verde, la sorte di Fuortes&C sarebbe segnata ma, allo stesso
tempo, segnerebbe un punto a favore della fronda interna al Governo anti Meloni.
È verosimile supporre che FdI riesca a tenere il punto: Fuortes&C
rimangono. Come che vada il Cda di domani il segno è lo stesso: sarà il
Governo, in tutto o in parte, che decide le sorti di Viale Mazzini per motivi
che non sono certo riconducibili al budget 2023. Non è una grande novità ma
di questo parliamo.
Il secondo aspetto cruciale parte da una banale constatazione:
dei grandi problemi che affliggono il servizio pubblico sembra non ci sia
grande interesse e attenzione (eufemismo): canone , riforma della governance,
tecnologie, ascolti etc. Una controprova:
osservate attentamente quanto avviene (o non avviene) in Vigilanza Rai e
all’AgCom dove le priorità sono ben altre. Al contrario, c’è molta tensione,
seppure ancora inconcludente, sul grande malloppo in gioco: il futuro assetto
delle TLC. La Rai in questo scenario è la Serie B del campionato, e se poi
questo campionato viene posto in relazione agli altri grandi temi sul tappeto
del Governo appare come una partita scapoli ammogliati. Quali che siano i
futuri assetti del mercato, gli sviluppi e le prospettive delle telecomunicazioni
nel nostro Paese, la Rai al momento non ha ruolo, non ha competenze e non ha
prospettive. Nella migliore delle ipotesi potrebbe riuscire a strappare un prossimo
Contratto di Servizio non troppo esoso rispetto alle richieste che verranno
formulate in cambio del canone.
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