giovedì 5 gennaio 2023

L'allarmante silenzio sul Servizio Pubblico


Un solo argomento merita commentare: ieri è comparso sul Sole a firma Andrea Biondi un articolo con il titolo “Ascolti Tv, il campanello d'allarme per la Rai: Mediaset mai così vicina” dove si leggono i dati di ascolto, a cura dello Studio Frasi, sui dati Auditel 2022.

Leggiamo: “ E stato l'anno dell'entrata in scena della "total audience": un dato unico per misurare il consumo di Tv attraverso tutti i device disponibili. E stato anche l'anno dell'avvio del "'ascolto non riconosciuto" - che vale il 12,94% degli ascolti a fine 2022 - con cui misurare tutto quello che pur passando attraverso il televisore non riguarda la Tv tradizionale: streaming, gaming, internet … inedito testa a testa frutto di «una diversa strategia, una diversa capacità e diversi obiettivi. Mediaset - spiega Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi - ha sperimentato più della Rai, ha implementato nuovi canali tematici gratuiti». E vecchio di dodici anni l'ultimo canale nativo digitale della Rai: Rai 5”.

Ecco il cuore della riflessione: il Servizio Pubblico comincia a non reggere la concorrenza, non solo in termini di ascolto ma in tutta la sua impalcatura di normativa, risorse economiche e tecnologia. Sul terreno degli ascolti il problema comincia ad essere strutturale, sia sul fronte dell’offerta (nuovi prodotti) sia sul fronte della composizione del suo pubblico progressivamente sempre più anziano. Il sorpasso di Mediaset avvenuto lo scorso ottobre è stato un chiaro segnale. L’agenda Rai 2023 non promette nulla di buono (vedi www.tvmediaweb.it) o, bene che vada poco, di incoraggiante.

Il mondo intorno a Viale Mazzini gira più velocemente e con maggiore determinazione  di quanto gli attuali amministratori possano immaginare. Sembra quasi di vederli assistere attoniti al cambiamento in corso. La loro sola unica preoccupazione è fondata sul sottile equilibrio di consenso politico con il Governo per un verso e di tenuta dei conti sul verso opposto dove però la “teoria del pareggio di bilancio” appare sempre più come un trappola micidiale sul futuro dell’Azienda. Se tutti i soggetti in campo corrono e galoppano in avanti e tu sei costretto a stare fermo è come se, di fatto, rimani indietro mentre si accumula un gap difficile da riprendere. A meno che… a meno che: o sei un genio e sei capace di inventarti qualcosa di straordinario (e non è certo un Fiorello della situazione che, curiosamente, si mette in pausa per quasi un mese dopo pochi giorni dal suo lancio) oppure succede che ti possa cascare in testa una montagna di soldi da investire in prodotti e tecnologie. Non tira aria per una parte o per l’altra: nel migliore dei casi ci si aggrappa a Sanremo come una scialuppa in mezzo al mare. Nel peggiore dei casi si assiste a minacce sui conti (pubblicità in calo e canone sotto sfratto) dalle quali non si vede come sfuggire.

Il Governo, ma anche i partiti dell’opposizione, tacciono tutti inermi e inetti: nessuno finora ha aperto bocca sul Servizio Pubblico prossimo venturo. Semplicemente non sanno cosa dire, non hanno idee o proposte, non hanno una visione di cosa potrebbe e dovrebbe essere la Rai nel prossimo futuro. Qualcuno ha sentito dire una battuta, ha ascoltato un filo di voce dal PD, dal M5S? noi no… se qualche lettrice o lettore ha sentito o letto qualcosa, per favore, faccia sapere … non si sa mai.

bloggorai@gmail.com

 

Nessun commento:

Posta un commento