sabato 28 gennaio 2023

Rai: sorda, ottusa e confusa

Foto di Maddy Mazur da Pixabay


Ci sono tante buone ragioni per ritenere che la partecipazione di Zelensky a Sanremo sia un errore colossale e non solo per la Rai. Ma una appare più sostenibile tra le altre: l’opinione della maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina. Da quando è iniziata l’invasione russa il sentimento prevalente nel Paese appare chiaro: condanna ma anche un chiaro e forte no all’aumento delle spese militari e invio di altre armi.

L’Ipsos lo ha monitorato da tempo: l’ultimo Report è dello scorso ottobre “La metà degli italiani non prende le parti né della Russia né dell'Ucraina e il supporto a Kyiv è in calo. Se è minima la parte di italiani che rivela di parteggiare per la Russia (7%), esiste la percezione che siano oltre due volte tanto quelli che stanno con Mosca (19%). In crescita chi ha posizioni «equidistanti» e sotto quota 50% il sostegno all’Ucraina. Diminuisce il supporto alle sanzioni applicate alla Russia (42%), oltre un italiano su cinque non ha un’opinione in merito e meno di un intervistato su cinque ritiene che le sanzioni imposte riescano effettivamente a indebolire Mosca. Solo un italiano su quattro crede si debba continuare con l’invio di armi a Kyiv, mentre poco meno di un terzo spingerebbe l’Ucraina a fare concessioni territoriali per porre fine al conflitto”.

Dopo arriva il sondaggio IAI- Laps: “Buona parte degli italiani ha una posizione contraria o scettica sul sostegno militare all’Ucraina. Mentre i favorevoli alle sanzioni economiche contro la Federazione Russa sono un’ampia maggioranza (61%), il 57% si dice invece contrario all’invio di armi a Kyiv, dato che supera il 60% tra gli elettori pentastellati. Soltanto nell’elettorato del centrosinistra (60%) e del terzo polo (72%) i favorevoli al sostegno militare sono la maggioranza”.

Poi arriva Euromedia Research e, proprio dallo studio di Porta a Porta, si legge:

Infine questa mattina La Stampa titola “l’Italia stanca di guerra. No all’invio di altre armi” e si legge “… gli italiani in maggioranza sentono il conflitto russo-ucraino lontano (78,2%) con una percentuale superiore a quella di metà dicembre... Nei dati si conferma quella tendenza che perdura dai primi mesi delle ostilità in cui gli italiani continuano a mostrarsi in maggioranza contrari all'invio delle armi all'Ucraina (52%). Questo trend non ha mai presentato una singola inversione. Si può dire che solo gli elettori di Pd, FI e Azione con Italia Viva si dichiarano maggiormente favorevoli”.

Cosa altre aggiungere? La Rai (Vespa&C) da una parte e gli italiani dall’altra. Punto, a capo.

Ci sono poi due argomenti molto interessanti di cui parlare: il primo lo denuncia Marco Mele questa mattina sul Quotidiano del Sud: “Rai distratta. Niente regole di par condicio per le regionali” e si legge “i i va verso le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia del 12 e 13 febbraio senza che la Rai abbia un Regolamento per la par conditio, al contrario di tv e radio private, quotidiani telematici e non, e periodici. L'Autorità per le comunicazioni, infatti, ha approvato i1 21 dicembre dello scorso anno il proprio Regolamento, valido per tutti i soggetti privati. Le regole valgono dal 29 dicembre. La legge del 2000 assegna però alla Commissione bicamerale di Vigilanza il compito di approvare il Regolamento destinato al servizio pubblico, consultandosi con l'Agcom. La Commissione di Vigilanza non è stata ancora costituita: si è solo deciso che avrà 42 membri anziché 40, (con una determinazione di un'altra commissione, pur essendo fissata dalla legge). Tanto che l'Agcom è stata costretta, ad inviare il proprio regolamento ai presidenti di Camera e Senato” e conclude “La cosa più eclatante, però, è che la mancanza di un Regolamento sulla par condicio per la Rai alle prossime regionali, sia passato sostanzialmente sotto silenzio”. Proprio come è passata nel silenzio più totale l’aumento, forse indebito, del numero dei parlamentari da 40 a 42, approvato all’unanimità, compresi PD e M5S.

Infine, merita un approfondimento il tema della cosiddetta “prominence” ovvero, semplificando, il privilegio per le tv generaliste digitali di avere una posizione rilevante nei televisori smart tv (e quindi nei telecomandi) rispetto agli OTT. L’AgCom ha avviato una consultazione. Ci torneremo, merita grande attenzione.  

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