Fenomeni politico mediatici del primo tipo sono stati avvistati nella notte del 31 dicembre e non sono stati avvistati dai radar. Il mondo accademico scientifico si divide tra chi sostiene che non esistono e chi sostiene che si, forse, qualcosa è avvenuto ma è poco significativo. Di cosa si tratta? Il primo “avvistamento straordinario” è avvenuto alle 20.30 del 31 dicembre di ogni anno quando il Presidente delle Repubblica si è rivolto al Paese per il discorso istituzionale. È successo che questa volta sono “svaniti” da tutti teleschermi, a reti unificate, poco meno di 3 milioni di telespettatori (per la precisione 2.874.492 pari a -21.29% rispetto all’anno precedente). Negli anni passati le cifre erano di ben altro livello e oscillano tra gli oltre 15 mln del 2020 (record, in piena pandemia) e gli oltre 14 mln di Scalfaro nel 1992. 3 milioni di cittadini a spasso nell'etere.
Dopo il discorso di Mattarella, a seguire, su Rai Uno, è andato in onda il consueto spettacolo in diretta da Perugia dove invece gli spettatori evaporati rispetto allo scorso anno sono “solo” 730 mila pari a -4,1%. Da ricordare sempre che è tutta la platea televisiva ormai sulla china discendente progressiva e inarrestabile. Sono invece in crescita costante i “telespettatori” tradizionali, per lo più giovani che prendono armi e bagagli (Tablet e smartphone) e si dirigono verso mete più attraenti ai quali Rai Uno risponde con I Ricchi e poveri (1967) e Iva Zanicchi (82 anni).
Domande: ma che fine fanno questi telespettatori, dove vanno? si riversano tuti su Tik Tok e Netflix? Come vengono “contabilizzati”? è sufficiente la Total Audience di Auditel?
E poi, in particolare per quanto riguarda la sparizione dei telespettatori dal messaggio di Mattarella, perché disattendono un appuntamento televisivo/politico di tanta importanza? come si può comprendere/giustificare la fuga di 3 mln di telespettatori? Cominciamo a capire anzitutto perché il fenomeno appare oggi pressoché ignorato sulla stampa nazionale dove fioccano solo commenti di elogio. Ieri tra i primi a rilevare la notizia sono stati Vigilanza.tv, il sito de Il Fatto Quotidiano e l’ADN. Oggi, a malapena si legge uno spunto su Repubblica che liquida il problema sono con un bizzarro attorcigliamento narrativo “E anche gli italiani sembrano avere apprezzato: erano in 11 milioni davanti allo schermo, 67 per cento di share, due milioni e mezzo in meno dell'anno prima, ma era difficile competere con l'intervento del 2021, l'ultimo del primo settennato”. Se lo avessero “apprezzato” sarebbero cresciuti … o no?
In particolare, la fuga dei telespettatori dal sermone quirinalizio (sia detto con tutto il rispetto) ha riguardato Rai Uno con -1,4 mln (-21.29%) e Canale5 con -500 mila (-18,90%) e RaiNews24 con -65 mila pari a -64,40%. Quest’ultimo dato da tenere sempre a buon conto. L’anomalia strutturale è che la Rai perde più dei privati.
Questi i fatti e questa ora la nostra opinione in particolare sul messaggio di Mattarella. Anzitutto evidenziamo il fatto che, per quanto possiamo valutare, questa fuga pone qualche problema e nemmeno di poco conto che sarebbe un errore sottovalutare e riguarda sia la sfera della politica quanto quella mediatica. A differenza dello scorso anno, non c’era la forte tensione che ancora si avvertiva sulla pandemia e poi, in primo luogo, non c’era la tensione sul rinnovo della carica al Colle (era ancora in pista “l’autocandidatura” di Draghi). Due elementi che in qualche modo rendevano più “interessante” il discorso del Capo dello Stato. Oggi siamo rientrati in una pseudo normalità che rende tutto meno “attraente” e fors’anche ripetitivo ai liniti del “noioso” (con tutto il rispetto). Pathos politico/istituzionale pari a poco più di 0. I telespettatori, il pubblico, i cittadini, gli elettori, talvolta sembrano avere più fiuto e sensibilità di chi li governa. Il tono rassicurante, ecumenico, equidistante “pacato, sereno ed equilibrato” non sempre è comprensibile, specie quando le crisi sono particolarmente gravi e minacciose, in particolare quella economica. Qualche volta, da ogni buon padre di famiglia è lecito attendersi qualcosa di più, di forte e autorevole che invece, a nostro modesto avviso, stavolta è mancato.
Altra considerazione. Siamo in presenza di un Governo a forte traino destra destra che, per sua stessa ammissione e convincimento, vuole fare della “repubblica presidenziale” un suo terreno di battaglia privilegiato, con annesso decretazione sui Rave Party e i 5000 euro in contanti. È un tema che forse agli italiani ora interessa poco, hanno ben altro a cui pensare. Ma, appunto, segna un distacco in parallelo dalla “comunicazione politica” significativo. Da un lato il “messaggio” e dall’altro chi ascolta, o meglio chi non vuole nemmeno più ascoltare discorsi più o meno sempre uguali a se stessi.
Ultima nota: se nei discorsi precedenti Mattarella è apparso più “equilibrato” rispetto alle forze politiche, tutte nel loro complesso, questa volta ha dato la sensazione di essere più “schierato”, più aderente allo “spirito del tempo”, quasi rassegnato ad un sistema di equilibri stabilizzato dove il Governo governerà sereno per i prossimi anni e dove l’opposizione ancora non ha peso e sostanza, anzi, con la prospettiva di un PD a rischio di estinzione.
Vogliamo aggiungere che l’altra sera faceva “caldo”? Vogliamo aggiungere che ci può essere qualche osservazione da fare sulla “tecnica” di comunicazione (postura del corpo, tono della voce, sguardo etc?)? Si certo, ci sarebbe molto da dire e non sarebbe affatto irriguardoso sostenere che anche il Capo dello Stato potrebbe e dovrebbe tenerne conto, specie se vuole rivolgersi a tutti e non solo a chi già fa parte del “suo pubblico” più o meno consolidato. Come la Rai: il problema non è solo mantenerlo ed evitare di disperderlo ma, se possibile, farlo crescere, in numero e in attenzione.
Se pure il messaggio del Presidente della Repubblica perde “ascolto” che potrebbe essere non solo televisivo c’è solo che da essere preoccupati e grave non accorgersene o far finta di ignorarlo.
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