Abbiamo posto all'AI di proporre un'immagine con questi due termini: guerra e televisione. Ecco il risultato:
Non ci siamo mai illusi: anche la musica è uno strumento di pace o di guerra, a seconda di come la si usa e di chi suona lo spartito. Evidente che pure il prossimo Sanremo non sarà da meno e parteciperà direttamente o indirettamente al conflitto in corso in Ucraina e la Rai ci sta preparando il terreno. Ieri mattina ci siamo destati con il dubbio ai limiti dell’apotropaico che i vari Tg e Gr non ci aiutano a risolvere: quale è il carro armato più potente da "donare" all’Ucraina? Il dubbio è lecito e necessario perché aiuta a capire questo Governo (e questa Rai) che intenzioni hanno riguardo al fine di ricercare una soluzione al conflitto. Già, perché se il dibattito politico si riduce alla qualità e alla quantità di armamenti, tutto il resto ovvero la pace e il temine del conflitto, giocoforza, si allontana. Armi e pace male si conciliano tra loro.
Ieri è comparso un articolo del sempre lucidissimo Lucio Caracciolo su La Stampa dove la dice chiara e tonda: titolo "La Russia ha più uomini, mezzi e risorse. O la NATO entrerà in campo o Kiev perderà" ... “La guerra in Ucraina avrà una soluzione militare o non ne avrà. Immaginare una soluzione diplomatica è buono e giusto… Tre possibili vie: ridurre il sostegno militare a Kiev fino a convincere Zelensky dell'impossibilità di vincere, dunque della necessità di compromettersi con Mosca; entrare in guerra per salvare l'Ucraina e distruggere la Russia a rischio di distruggere anche sé stessi; negoziare con i russi un cessate-il-fuoco alle spalle degli ucraini per imporlo agli aggrediti … prima o poi l'invio periodico e limitato di armi […] non basterà più. Bisognerà considerare l'invio di nostre truppe in Ucraina. A quel punto ci scopriremo di fronte alla scelta che abbiamo finora evitato di considerare: fare davvero e direttamente la guerra alla Russia oppure lasciare che la Russia prevalga”.
Detto questo veniamo al dunque: si narra che Bruno Vespa sia stato il mentore e intermediario della partecipazione in video di Zelensky alla serata finale di Sanremo. Lasciamo perdere i risvolti interni a Viale Mazzini sul personaggio, la possibile striscia quotidiana che gli si potrebbe assegnare dopo il Tg1 delle 20.30 e la compagnia di giro che lo sostiene e che da tempo immemore lo ha sostenuto nei precedenti governi per cercare di capire il senso e il significato della presenza del leader ucraino al Festival tanto caldeggiato da Vespa. Non potrà fare altro che ripetere quello che da tempo sostiene: dateci armi, armi e ancora armi. Non vorremmo che sia in corso una strisciante intenzione di sostenere l’ipotesi adombrata da Quirico: quando l’invio di armi non saranno più sufficienti, sarà necessario prendere in considerazione l’invio di truppe e allora saranno guai, guai seri. Per tutti. E se il palcoscenico dell’Ariston dovesse servire anche a questo fine? E se Zelensky ci venisse a dire che oltre ai cari armati fosse necessaria anche la presenza della NATO? Comunque, per tenerci leggeri in una serata di musica e spettacolo, per quella sera si prevede un confronto interessante con la De Filippi su Canale 5.
Oggi Quirico torna sull’argomento e leggiamo “Zelensky sa che nel nostro Occidente stanco, esausto, un discorso all'Onu, ormai ingombrante retrovia burocratica della impotenza, non conta quasi nulla. Molto più efficace irrompere al festival di Sanremo o sulla Croisette di Cannes… Costringendo gli altri a uniformarsi. Ciò significa credere che la vittoria totale contro la Russia, la eliminazione diretta o indiretta di Putin, sia l'unica opzione possibile. E che invece non sia arrivato il tempo del secondo atto”.
Bene, veniamo ad uno dei tanti “dunque” che interessano da vicino la Rai. Oggi era previsto il Cda dove si doveva votare il budget 2023. Leggiamo che l’approvazione è stata rinviata a dopo Sanremo (sic) perché l’AD Fuortes&C hanno fiutato l’aria che tirava: se lo votavano da soli, lui e la Soldi. Nel recente incontro con Giorgetti è emerso che ci sono preoccupazioni per l’indebitamento in crescita. La Battaglia di Villa Arzilla si preannuncia sempre più infuocata. Leggiamo un FLASH di Dagospia: “Lo sbarco della striscia di Vespa in modalità "io sono Giorgia" dopo il Tg1, in agenda dopo Sanremo, sta terremotando gli equilibri dei fratellini d'Italia. Se Paolo Petrecca (RaiNews24) e' amareggiato, Giampaolo Rossi, che fino a ieri era il plenipotenziario riconosciuto di Fdi in Rai, e' inviperito di essere stato scavalcato dall'abile bruneo nel cuore di Giorgia”.
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