1 a 1 e palla al centro. La “guera” (con una “r” sola) dei bottoni sugli ascolti delle Tv si ferma oggi al pareggio: al comunicato stratosferico megagalattico interstellare di Viale Mazzini rispondono da par loro con un comunicato più moderato nella forma ma non meno pesante nella sostanza gli strateghi della comunicazione di Cologno Monzese: “Mediaset, un anno di record per gli ascolti”. Leggiamo: “I dati Auditel registrano l'aumento dell'audience delle reti Mediaset in tutte le principali fasce di palinsesto, in controtendenza rispetto alla concorrenza del servizio pubblico che vede un arretramento d'ascolto anche sul pubblico totale… il distacco sul target 15-64 anni, quello più importante per gli investitori pubblicitari: nel totale giornata, con il 40,1% di share, il vantaggio Mediaset verso il servizio pubblico supera gli 8 punti” e conclude “Infine, guardando solo all'autunno 2022, molto significativa la crescita delle reti Mediaset sia sul pubblico più giovane sia su tutti gli italiani, dove è addirittura avvenuto uno storico sorpasso: dal 4 settembre al 19 novembre Mediaset con il 37,9% di share nelle 24 ore ha superato gli ascolti del servizio pubblico televisivo (37,2%). E nelle prime serate ha mantenuto la leadership su tutti gli italiani fino a fine dicembre (Mondiali compresi) con il 39,5% contro il 36,0%. Mediaset nel 2022 è riuscita ad attrarre anche il pubblico più anziano abituato alla programmazione Rai”.
Quest’ultima frase può
essere particolarmente minacciosa per il Servizio Pubblico: se crolla il
fortino di Villa Arzilla dove risiedono quasi l’80% dei suoi telespettatori
over 45, la faccenda si può fare molto seria e non si sa proprio dove andare a
pescare nuovi utenti in grado pure di pagare il canone oltre che sorbirsi le
repliche di Montalbano e il proseguimento a dismisura di Un Posto al sole.
A Mediaset piace vincere facile: se la Rai si concentra nella
contrapposizione al suo concorrente e tralascia la sua missione fondamentale di
Servizio Pubblico si spiana la strada a chi ha più soldi, a chi ha più potere
politico, a chi ha più “mercato”. La competizione si sposta tutta sulla
pubblicità, sui consumatori, sugli accordi commerciali e, su questi campi,
abbiamo la vaga impressione che non c’è partita e non saranno sufficienti gli strombazzati
ascolti dei Mondiali e un Sanremo affumicato o un Fiorello ripassato in padella
a salvare il salvabile.
Adesso ci aspettiamo una pronta risposta degli strateghi CCC:
la partita è ancora in corso.
ps: rimanete molto sintonizzati …
è in preparazione un lungo
post sulla fine dei giganti e la nuova era dei nani in Rai
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