Ieri vi abbiamo anticipato di essere stati “convocati” telefonicamente per ricevere informazioni interessanti … molto interessanti. La persona che ha chiamato ha avuto il numero da fonte riconosciuta e, per quanto risulta, attendibile e di fiducia. Come spesso abbiamo scritto Bloggorai non pubblica tutto ciò che viene a sapere. Spesso si tratta di farfugliamenti, spesso però si tratta di ragionamenti fondati. L’argomento che mi è stato proposto è tanto semplice quanto complesso: il futuro prossimo venturo del vertice Rai, di un vertice in particolare: l’AD. La persona con la quale abbiamo parlato è certamente a conoscenza di fatti, persone, situazioni, dinamiche e ambiti anche complessi. Non è uno sprovveduto e sappiamo anche essere autorevole. Sappiamo pure che conosce Bloggorai e che ha seguito un semplice ragionamento che da tempo proponiamo: l’arrivo del Governo Meloni induce ad un mutamento genetico, un cambio di paradigma, non solo della Rai ma di tutto il sistema delle TLC.
Dunque, sostiene la persona, non si tratta solo di cambiare un nome ma di fare una scelta strategica. Più o meno, esordisce: “Minchiate… balle e minchiate” ridacchiando e poi prosegue serio “Le persone che “trattano” il perimetro entro il quale si colloca il tema specifico Rai sono convinte che non si possa ripetere l’errore fatto da Draghi quando si è trovato costretto a nominare persone in un particolare contesto e sotto una pressione politica ora del tutto evoluta e radicalmente diversa”. Ascoltiamo attentamente e cerchiamo di prendere nota: “Il ragionamento che in alcuni ambiti si sta facendo si riferisce a due aspetti complementari: c’è un rilievo tattico e uno strategico. Con il primo si tratta di affrontare e risolvere problemi di gestione politica “ordinaria”. Con il secondo si tratta di ricondurre tutto, compreso il dossier Rai, all’interno di un diverso approccio all’intero comparto delle TLC, dove dentro c’è anzitutto la rete unica. Si tratta, in buona sostanza, di provare a scommettere su una sorta di legge di riordino di sistema simile alla legge 112 del 2004 dove, necessario ricordare, venne pure definito il SIC (Sistema Integrato della Comunicazioni) che ora richiede certamente di essere aggiornato. Ci sono in ballo altre finalità, altre visioni, altri interessi ben oltre la Rai”.
Rimaniamo in ascolto: “Ora, appare del tutto evidente che un capitolo di governo del genere non può essere gestito da persone che non sono del tutto a conoscenza della complessità della materia. Quando leggiamo che un Tizio potrebbe prendere il posto di un Caio, si induce a distogliere le attenzioni. La Rai non può, in questa fase e con questi presupposti, essere affidata a personaggi di serie B noti solo al suo interno. Non facciamo nomi. Si tratta di persone qualificate ma non all’altezza di quanto viene richiesto”. L’argomento si fa sempre più interessante e non riusciamo ancora a capire dove si vuole parare. Prosegue: “Rossi è una falsa pista: non è e non potrà essere ne il sostituto ne il “commissario” di Fuortes per tanti buoni motivi dei quali hanno molti hanno scritto con argomenti fondati. Superfluo tornarci sopra. Quello che occorre è una figura forte, autorevole e competente che è stata individuata ed ora si sta trattando la sua fattibilità”. Ci dice il nome. Poi aggiunge: “Ci sono molte difficoltà da superare ma ci sono anche aperture e attenzioni significative. La partita è complessa e si intreccia, proprio in queste ore, con quella sulla Vigilanza Rai”. Un cordiale saluto, a risentirci presto. Se abbiamo trascritto bene, parola più e parola meno, il succo della telefonata è tutto qui.
Volete sapere il nome che mi è stato riferito? No, non lo scriveremo per due semplici motivi: anzitutto non siamo (oggi) in grado di valutare se quanto ci è stato detto era finalizzato a favorire la sua candidatura oppure ad ostacolarla, a bruciarla facendo uscire il suo nome e, in secondo luogo, riteniamo i lettori di Bloggorai sufficientemente arguti per capire benissimo di chi si tratta.
Diciamo che il ragionamento (e il nome) proposto ha una sua logica e plausibilità e lo abbiamo poi riscontrato con altre fonti. Si tratta di un disegno comprensibile e potrebbe essere pure condiviso da ambiti politici ed economici non riconducibili direttamente al Governo Meloni. Questo potrebbe essere in un certo senso lo SCOOP di cui nessuno scrive. Aggiungiamo pure, per quanto abbiamo saputo del nostro interlocutore e abbiamo poi verificato , nemmeno sgradito al diretto concorrente Rai. E non è ostacolo da poco.
bloggorai@gmail.com
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