D’altra parte, è giusto che sia così: certo che in questi giorni non poteva e non doveva succedere nulla che, a proposito di Rai, meritasse una riga sul giornale. Si capisce. È normale.
Ora non ci resta che attendere, pazientemente, che riprendano i giochi. Attendiamo pazientemente che il Governo e i partiti di opposizione possano in primo luogo risolvere il problema della Vigilanza. Per ora, ci potremmo pure accontentare di sapere perché sia in stallo. Letta e Conte tacciono e a Palazzo Chigi se ne guardano bene dal dire una parola, anche perché nessun giornalista chiede qualcosa. Tutti campioni quando si tratta di scrivere su Ballando con le stelle o di Amadeus a Sanremo, ma se gli fai girare sotto il naso qualche tema più impegnativo gli viene l’orticaria. Certo è che questo passaggio è assolutamente determinate per intuire, anche solo lontanamente, quali saranno i destini del Servizio Pubblico.
Questi si trovano, come pure abbiamo scritto, a galleggiare inerti nel triangolo delle Bermude dove i vertici sono comporti da 1. Risorse 2. Contenuti 3. Tecnologie. Le tre componenti si possono variare nella priorità a scelta. Il tutto da ricomprendere dentro la cornice assoluta che determinerà lo sviluppo dei mesi e ani successivi: il Contratto di Servizio. Attenzione: ci è stato fatto notare che nel recente passato è successo pure che sia “saltato” per un triennio senza che sia successo nulla di grave e irreparabile. Il Governo ha messole mani avanti e rinviato la scadenza di quello in vigore al prossimo giugno …poi … si vedrà e, nel frattempo, coma ha scritto la Soldi, ci sarà “normale interlocuzione” con il ministero.
Alcuni nostri lettori non sono particolarmente entusiasti del tema Contratto di servizio: “Tanto non serve a nulla, se viene rispettato o meno, da una o entrambe le parti, nessuno se ne accorge e nessuno sanziona” ci dice sconsolato un nostro lettore che la sa lunga. Non siamo d’accordo: siamo convinti che questo documento sia e deve essere l’unico testo sacro in grado di dirigere la missione operativa del Servizio Pubblico.
Tanto per intenderci: ci sono tre possibilità. La prima: rimane tutto così com’è, tra un pareggio di bilancio e un Sanremo/Montalbano che fanno tirare su qualche ascolto e si “tira a Campari” con o senza soda. La seconda: rimane tutto così com’è senza altro aggiungere, ovvero, nessuno fa nulla, si prende atto che il destino della Rai è segnato e che prima o poi la barca affonderà e allora tanto vale non sprecare preziose energie, economiche e politiche. Su questa seconda ipotesi gira una variante: la barca non affonderà ma galleggerà tra il fosco e il losco, come abbiamo scritto prima: QB a non dare fastidio a nessuno e comunque garantire qualche amico sistemato. La terza: qualcuno si rifornisce di adeguate sostanze, se le fuma, e immagina una Rai con il canone raddoppiato, la pubblicità garantita così da essere forte, agguerrita e competitiva e in grado di sostenere lo scontro titanico con i vari Netflix, Amazon &C . Si raccomanda la verifica di qualità della sostanze in oggetto: dicono che gira molta cicoria forse pure avariata.
Diciamolo in altri termini. Chi ha interesse ad immaginare un Servizio Pubblico autorevole e credibile? Pochi. Se fossero stati tanti, come lo erano in passato, non sarebbe oggi così.
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