lunedì 13 settembre 2021

La Rai e i giochi proibiti alla Borsa degli affari


Qualche lettore stamattina ci ha scritto allarmato chiedendoci se, nel vuoto di temi e argomenti che interessano la Rai, ci fossimo dati alle speculazioni di Borsa. Purtroppo no. Non possediamo titoli di alcun tipo, non siamo capaci di speculare e se mai ci dovessimo azzardare in questo campo non garantiamo gli esiti. 

Abbiamo atteso l’apertura della Borsa di Milano per un semplice motivo: sapere come si andava posizionando il titolo di Rai Way dopo le dichiarazioni della settimana scorsa quando abbiamo letto che “…nel corso dell'Infrastructure Day organizzato da Borsa Italiana il management ha comunicato di aver avuto i primi confronti con i nuovi vertici Rai, azionista di controllo con il 65%, che hanno riguardato anche il tema dell'M&A e i riscontri sono stati positivi. Da tempo il mercato si aspetta una aggregazione con Ei Towers (60% controllato da F2i e 40% da Mediaset) ma il nodo resta quello dell'assetto azionario post aggregazione e accanto ad esso quello delle valutazioni: un Decreto della Presidenza del Consiglio del settembre 2014 precedente alla quotazione di RaiWay fissa nel 51% la soglia di controllo minima che deve restare in capo a Rai pertanto, in assenza di modifiche del Dpcm, il riassetto dovra' mantenere il controllo della nuova entita' in capo alla tv pubblica”. non si tratta di robetta da poco conto e sono numerosi gli interrogativi che è necessario porre.

Nel corso del citato incontro chi ha incontrato chi? Si  tratta del nuovo vertice Rai, l’AD Fuortes, oppure dei vecchi vertici di Rai Way? La differenza non è irrilevante: la quotata di Via Teulada è controllata da Rai al 64% ed ogni azione di politica finanziaria e industriale deve essere sottoposta alle sue determinazioni e corrispondere alle scelte strategiche della capogruppo. Come abbiamo già scritto, è mai possibile che l’AD insediato da poco più di un mese abbia già avuto tempo di esaminare tutto il complesso e articolato dossier per poter dare agli analisti  “riscontri positivi”? E poi, domanda centrale, quali “riscontri positivi” sono stati rilevati, cioè cosa si intende? Di che tipo sono questi riscontri? Oggettivi o sottintesi? Si legge che hanno riguardato “…anche il tema dell’M&A” e dunque chi dovrebbe/vorrebbe vendere cosa a chi, perchè, a quanto e quando?

Come abbiamo scritto tante volte e per quanto è noto, la battaglia per Rai del suo prossimo futuro è tutta concentrata sulle risorse economiche a fronte di un canone sempre sotto tiro e della pubblicità traballante. Rai Way potrebbe anche essere una fonte di recupero di liquidità ma a fronte di un preciso indirizzo di politica industriale  che interessa la Rai e non solo frutto di mere e basse manovre di cucina finanziaria che divertono solo gli azionisti e gli speculatori.  La vendita di parte di Rai Way e il sostegno all’operazione di aggregazione delle torri non è e non dovrebbe essere oggetto di iniziativa propria della quotata quanto del suo azionista di maggioranza e, a sua volta, del suo livello superiore, il MEF. Abbiamo già scritto di come serpeggia all’interno del Governo qualche pensierino sulle dismissioni (o sulla riduzione) del controllo pubblico  sule società gestite in parte dalla Stato. Per questo, abbiamo avuto la forte sensazione che qualcuno possa voler fare pipì fuori dal vasino e guardare più i propri personali interessi (che non son pochi) contro quelli dell’Azienda Rai.

Comunque, fono a poco fa il titolo di Rai Way è rimasto pressoché stabile intorno a  5,1 mentre le sue performance sono  a 1 mese +2,39%, a  6 mesi +11,11% e a 1 anno -14,88%. Borsa italiana, alla chiusura del 9 settembre, segnala “ … una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l'avvio di una fase a volatilità ridotta”. Non capiamo e non sappiamo bene cosa possa significare ma, se fossi un investitore di Rai Way … starei molto in campana. Ma anche se non fossi un investitore starei molto in campana: non si sa mai!

bloggorai@gmail.com

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