giovedì 16 settembre 2021

Lettera aperta a Fuortes: i fantasmi del passato e i timori del futuro

“Gentile Dottor Fuortes, 

possiamo supporre che Ella (lasciamo perdere il sofisticato Lei e il popolare Tu) legga o possa avere letto Bloggorai. Siamo certi però che molti tra i suoi collaboratori lo conoscono bene, alcuni lo apprezzano, altri ci hanno tolto il saluto e fanno finta di ignorarci. Dopo aver letto stamattina il Sole 24 Ore con il titolo “Mediaset torna all’utile e supera il pre-Covid grazie al 31% della raccolta pubblicitaria” e dopo che ieri Marco Travaglio sul Fatto Le ha rivolto parole sprezzanti ci sembra opportuno proporLe una sommaria riflessione sul momento che noi tutti, osservatori esterni, appassionati ed interessati alla Rai, stiamo attraversando. Possiamo capire il suo disappunto ma, siamo certi, Ella potrà ben comprendere il disagio di quanti, come noi, attendiamo qualcosa di più e forse di meglio rispetto a quanto finora avvenuto. Se mai, per chissà quale bizzarra combinazione di eventi o circostanze, Ella dovesse tornare al suo precedente/attuale impegno come Sovrintendente del Teatro di Roma, di questi due mesi dal suo arrivo a Viale Mazzini potrebbero rimanere ben poche cose. La prima si riferisce al proposito di riportare il bilancio in pareggio: ottima buona intenzione ma, come Le abbiamo già scritto, non basta, non è sufficiente se allo stesso tempo non ci dice pure cosa pensa di fare dopo, magari che non sia riprendere lo stesso Piano industriale del suo predecessore. Poi, ci ha detto di voler introdurre il Lei al posto del Tu e anche su questo ci sentiremmo di suggerirLe, sommessamente, di lasciar perdere. Poi ha provveduto ad effettuare alcune nomine “a loro insaputa”, nel senso che nessuno e nemmeno gli interessati, forse, hanno capito bene di cosa si tratta e di cosa si dovranno occupare, visto che sono usciti fuori da un cilindro magico del quale si ignorava l’esistenza e non si aveva intuito di voler utilizzare: c’è stato anche una parvenza di Job Posting? Con quali criteri è stato scelto Colantoni rispetto ad altri suoi altrettanto esperti e autorevoli colleghi? Come pure il nuovo Capo dell’Ufficio Stampa? Un capitolo a parte meriterebbe invece Pasciucco come suo capo Staff. Ella, proprio ieri, ci ha poi precisato a questo proposito che “..c’è stato un difetto di comunicazione”. Dobbiamo supporre che si è riferito al tema delle donne presenti tra i dirigenti Rai. Possiamo suppore che ha letto quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi che, per comodità, le riproponiamo: sono decenni che una politica di equiparazione di generi non viene applicata in Rai ed Ella ha pienamente ragione nell’affermare che si tratta di una situazione che si è trovata già consolidata. Però, su questo, stia sereno (!): non ascolterà mai nessuno tra coloro che hanno gestito e diretto la Rai negli anni precedenti abbozzare una benché minima autocritica.

Tutto ciò premesso, Gentile Dottor Fuortes, ci rassicura sapere che Ella intende fare tutto subito ma Le saremmo grati di voler aggiungere anche “bene” e magari senza usare la minaccia di dover portare i libri in Tribunale, già utilizzata nel 2014, quando si dovette vendere una parte di Rai Way contravvenendo anche autorevolissimi pareri di incostituzionalità (Cheli, Ainis e Pace). Tanto per non girarci introno, Ella è ben consapevole che il baricentro dei problemi Rai è circoscritto da paletti granitici (Ella forse non è a conoscenza che su questi temi, un paio di anni addietro, alcuni volenterosi hanno preso spunto da una analoga iniziativa della BBC del 2018 ed hanno dato vita ad un gruppo di lavoro, Visioni2030, che ha avuto un piccolo, effimero, ma significativo successo) che vennero rappresentati visivamente da due colonne: le risorse e le tecnologie. Saranno questi i temi che si dovranno affrontare con urgenza, senza tentennamenti. E proprio a questo proposito, Ella è bene a conoscenza che il Governo dal quale è stato nominato sarà portatore di una innovazione sul fronte pubblicitario che potrebbe privare l’Azienda nei prossimi anni di circa 150 mln di mancati introiti, come sa bene che nello stesso Governo albergano forze politiche che hanno nel loro DNA l’allergia al canone (Salvini e la Lega in assoluto, il PD ed altri in relativo). Saremmo pronti a portarle bottiglie di prosecco sotto il cavallo di Viale Mazzini se mai avesse l’ardire di far sapere a chi di competenza che tali minacce non solo non sono utili ma possono causare gravi conseguenze. Se mai Ella dovesse avere l’ardire, ci permettiamo di suggerire (sempre sommessamente) di farlo in modo forte e chiaro, direttamente e senza l’aiuto di “geni della lampada” che, forse, di tali argomenti non si sono mai occupati prima. Ha Ragione, Dottor Fuortes, non c’è tempo da perdere.

Inoltre, Le saremmo vivamente grati, se lo ritenesse opportuno e se volesse condividere il principio ispiratore, nel volerci sostenere in un piccolo ma doveroso impegno civico e sociale: fare uscire dal sonno profondo della ragione tutti coloro che dovrebbero porsi una sola semplice domanda: quale dovrà essere la Rai nei prossimi anni? Ci sono i migliori presupposti (nuova regolamentazione, nuovo Contratto di servizio etc) affinchè Ella, e il nuovo Cda, possa passare alla storia per aver avuto il coraggio di affrontare questo tema.

Un Cordiale Saluto e i migliori auguri di buon lavoro. Bloggorai”.

Perché questa lettera aperta? Dopo quasi 60 giorni dall’insediamento di Fuortes al comando della Rai ci siamo fatti una vaga idea che il popolo che segue le vicende Rai e del Servizio Pubblico sia sostanzialmente diviso in almeno due fazioni: la prima lo vede come l’Uomo delle Provvidenza, la seconda come l’Uomo della Diffidenza. Poi c’è una terza fazione ibrida: quella della Differenza, che non è proprio la stessa cosa e poi la vedremo. Alla prima categoria appartengono coloro che non sapendo più a che Santo votarsi, si aggrappano a quello che passa il Convento che poi è lo stesso che riscuote tanta grazia nel Paese. Si tratta di un’attesa fiduciosa, fideistica, speranzosa: “speriamo che ce la possa fare” oppure "lasciamolo lavorare e poi vedremo" (che la Providenza ci aiuti). 

Alla seconda categoria appartengono coloro che, ormai vaccinati da tanti “uomini forti al comando” arrivati a Viale Mazzini con rullare di tamburi e fanfare e al grido di battaglia “ora vi faremo vedere noi come si fa a risanare il Servizio Pubblico, perchè tanto voi non ci capite una mazza”. Abbiamo già dato … sostengono molti di loro e osservano con sufficiente distacco queste prime (forse improvvide) mosse di Fuortes. Diffidano di lui, di chi si è contornato, dentro e fuori la Rai e non tanto perché si dubita delle qualità della persona (somos todo caballeros) quanto perché Egli è espressione organica di un mondo, di un sistema, forse ormai inguaribile e condannato ad una eterna metamorfosi di una sostanza che si rigenera in una forma che torna ad essere sempre se stessa: una poltiglia gelatinosa e appiccicosa.

La terza fazione, quella della Differenza, si può ricondurre ad un confronto storico: per un verso coloro che guardano il passato, lontano e recente, dove si ricercano i motivi e la genesi della crisi in cui versa la Rai alla ricerca di spunti utili alla sua soluzione. Per altro verso ci sono coloro che sono alla ricerca di una chimera che non riescono a trovare: la missione futura del Servizio Pubblico che tutti, o quasi, faticano anche solo a pronunciare questo termine, dove si comincia a tracciare un percorso che potrebbe essere del tutto originale e innovativo rispetto a quanto conosciamo. 

La fazione della Differenza ha la sua ragion d’essere e, confessiamo, sembra assai intrigante.     

bloggorai@gmail.com

           PS: attenzione: a proposito di canone, il problema degli aumenti delle bollette energetiche potrebbe far riemergere la storia del ritorno alla riscossione del canone con i vecchi bollettini postali in quanto si caratterizzano come "oneri impropri caricati sule bollette con le quali attualmente viene riscosso il canone" come del resto, ci ha chiesto l'Europa ..... in campana !!! 

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