domenica 11 febbraio 2024

Sanremo: lo specchio infedele della normalità?


Abbiamo visto questo manifesto circa 50 anni fa, era da poco terminato il '68. Ce lo ricordiamo ad ogni "cambio di stagione" quale che essa sia.

Sanremo appena terminato è stato un frammento di felicità, per molti ma non per tutti. Sanremo è stato ed è un formidabile strumento di distrazione di massa. Molti ne sono rimasti colpiti e coinvolti, molti altri no e non sono pochi. Si confonde il tutto con il poco, la maggioranza con la minoranza. X milioni di telespettatori non sono 60 milioni di italiani. Rispecchia quello strano fenomeno della democrazia dove se votano il 50% degli elettori, il partito che ne conquista la maggioranza (almeno il 26%) sostiene che "tutti" hanno votato per lui. 
Sanremo, parafrasando il Censis, è uno specchio infedele di un Paese sonnambulo. È infedele perché, appunto, non rispecchia tutti ma solo una parte e “racconta” un paese sonnambulo perché vive le ore della notte come se fossero giorno. È uno specchio infedele perché confonde, sovrappone e mescola 5 giorni con il resto dell’anno. È uno specchio che racconta un Paese dove confonde il comico con il drammatico, fa ridacchiare e commuovere nel breve giro di pochi istanti, l’uno vale l’altro purché riesca a sollevare qualche punto di share. È uno specchio doppiamente infedele perché pronto a tradire se stesso alla prima occasione: oggi esalta “questi” giovani solo se cantano e domani se li scorda per il resto dell’anno. Vanno benissimo se fanno aumentare gli ascolti ma chissenefrega se sono e saranno disoccupati per gli anni a venire. Infine, è uno specchio multistrato e multicolore. Riflette solo ciò che gli è più comodo, senza scomodare tanti più di tanto. Infine: è ancora uno specchio infedele dove mescola RAI e Mediaset come fossero la stessa cosa: ha vinto Angelina Mango, uno splendido prodotto della scuderia De Filippi, il fior da fiore di Mediaset, come ampiamente annunciato, da tempo.

Ora lo specchio si è rotto. Torniamo alla normalità.

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