lunedì 26 febbraio 2024

La Sardegna e la RAI: Truzzu e Rossi. Gira il vento?

Foto di Claudio Tuccio da Pixabay

La Sardegna sta a Viale Mazzini come Truzzu sta a Rossi ???

Prime riflessioni alle 7.30 del mattino quando ancora non è del tutto concluso lo spoglio dei voti.

A - ha vinto Alessandra Todde, ha vinto lei più ancora della coalizione che l’ha sostenuta con oltre 30 mila voti. Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: sono le persone che fanno le cose (la politica) e non viceversa. La scelta delle persone giuste premia. Bloggorai è felice!

B - le tensioni nella maggioranza sono destinate inevitabilmente ad acuirsi. Hanno sbagliato con il governatore precedente ed ha sbagliato la Meloni ad imporre Truzzu. A Salvini gli rimproverano la causa della disfatta per il voto disgiunto. Vendetta tremenda vendetta e l’uno contro l’altro armati e proprio alla vigilia delle europee dove ognuno si presenta per se e Dio per tutti. 

C -  questo è il Paese del “forse” del “dipende” e del “vedremo”. L’elettorato lo percepisce (ha votato poco più della metà degli aventi diritto) e si adegua ergo non vota. Sono poche le cose certe della vita e tutto appare in modo diverso e distorto da ciò che, appunto, appare ma non è. Votare per chi, per cosa che non sia la necessità di avere comunque un “governatore” ora “governatrice”?  

Veniamo alla RAI. L’art. 2.10 della Legge 220 del 2015 dispone che “Il consiglio di amministrazione nomina l'amministratore delegato su proposta dell'assemblea”. Non dice nulla su come debba essere formulata la “proposta” dell’assemblea (Governo). Non c’è alcun riferimento ai criteri con i quali l'AD viene individuato, ad una selezione pubblica, ad una valutazione ponderata della sua figura. Al momento, il solo punto chiaro ma non certo è che la Meloni (e forse solo lei) si sarebbe (condizionale d’obbligo) incartata sul nome di Giampaolo Rossi. Da tempo però si legge di un possibile cambiamento di intenzioni verso il direttore del Tg1 Chiocci. Ma, è noto, che pure Sergio non si presterebbe molto volentieri al ruolo di “scaldasedia” che gli è stato assegnato. Ma, ancora di più, Sergio, potrebbe raccogliere consenso e rappresentare la punta di diamante per quanti vorrebbero gettare sabbia negli ingranaggi di Palazzo Chigi e sono tanti, dentro e fuori Viale Mazzini.

Per il “campo largo” si presenta una grande opportunità per cercare di sparigliare il gioco, a partire dalla scelta dei suoi candidati al prossimo Cda per non fargli uscire dal cilindro come per la precedente occasione.

Come abbiamo scritto ieri: da questa mattina qualcosa potrebbe iniziare a girare in modo diverso. Nel Paese del “vedremo”.

bloggorai@gmail.com

ps: probabile un Post in giornata

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