Con buona pace degli entusiasti e corifei del “grande successo” di Sanremo (e della RAI ... of course) è bene sapere che almeno tre meteoriti stanno cadendo da quelle parti.
Meteorite n. 1. La pace e la guerra. A seguito delle dichiarazioni del cantante Ghali durante la sua esibizione a Sanremo (“Stop al genocidio”) L’AD Rai ha rilasciato la seguente dichiarazione: “ … E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano - e continueranno a farlo - la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”. Benissimo! Anzitutto una condanna netta per il 7 ottobre ma una parola per definire, oggi, quanto sta avvenendo a Gaza la poteva pure spendere: come si può definire la morte di migliaia di donne e bambini? Sterminio, danni collaterali, strage, massacro, omicidio plurimo aggravato, assassinio collettivo, vendetta tremenda vendetta? Quali altri termini si possono usare al posto di “genocidio”??? Se proprio non poteva aggiungere altro avrebbe almeno pure potuto citare il Presidente Mattarella “…L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Tante donne e bambini. Anzitutto per l’irrinunciabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio”. Certo, confrontare il Presidente della Repubblica con l’AD Rai è improprio, ma rende bene l’idea. La Venier a Domenica In non merita attenzione.
Anche la Presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia ha espresso disappunto sulle affermazioni di Sergio “Il suo ruolo a differenza di quello di un artista gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto”.
Meteorite n.2. Le regole del gioco. Il Corriere di oggi inizia un articolo in prima pagina con queste righe: “La legge elettorale, che è democrazia, influenza il risultato”. Frase lapidaria e fondamentale. Vale per le regole che definiscono il nostro ordinamento in assoluto e come non possono valere per un Festival di “grande successo” ??? Come si può pensare, immaginare e supporre che le stesse regole non siano applicabili in ogni ambito dove si svolge la vita democratica del Paese? Sanremo è un’isola felice dove godono solo i contabili dei numeri? No. Non è possibile. Cosa si “racconta” ai “giovani”? Che il voto è manipolabile a seconda delle opportunità necessità e convenienze? Perché se il “televoto”, apparentemente democratico, reputa vincitore Geolier poi altre due giurie, delle quali non sono ben chiari i criteri di formazione e selezione, poi ribaltano il voto? Non entriamo nei dettagli per carità di Patria ma se qualcuno ne avesse voglia, ce n’è in abbondanza per sollevare un putiferio. Intendiamoci: nulla di nuovo. Sono anni, decenni, che sul voto a Sanremo c’è bagarre e confusione ma allora, a maggior ragione, qualcuno avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa per correggere e non peggiorare la situazione. Un Servizio Pubblico o “il” Servizio Pubblico è tale anche se è in grado di garantire questo livello minimo e decente di “regole del gioco”. Altrimenti si chiama libero arbitrio. È stato un vero successo? Boh !!!
Meteorite n.3: la pubblicità. Non si nemmeno spenta l’eco della multa AgCom di 175 mila euro comminata lo scorso anno per pubblicità occulta sul caso Ferragni che, zacchete, il rischio di aver pestato di nuovo qualcosa di orribile e puzzolente si palesa all’orizzonte. Saranno gli uffici preposti a verificare e tutti sono innocenti fino alla Cassazione. Fiorello l’ha buttata in caciara “Ma vi pare che Amadeus fosse d’accordo con lo sponsor? Ma quello l’inglese manco lo sa, conosce solo i titoli delle canzoni. Se vede una donna triste, le dice automaticamente No woman, no cry»”. Già, ma lui stesso ha mangiato la foglia e ‘a cca ‘niuscun’e fess sostengono nel profondo Nord del Paese! E chi vuole intendere intende. Nel caso delle scarpe “occulte” la Rai si sentirebbe danneggiata per “pubblicità a sua insaputa” e interverranno gli avvocati. Non è ben chiaro invece cosa è successo nei giorni prima con il sofà in platea dell’Ariston con il primo piano del noto Nicola Claudio che ospitava sulla sue ginocchia il prode Amadeus. I tecnici dicono che si trattava di “product placement” previsto e indicato in un sottopancia all’inizio della trasmissione. Ma, per quanto leggermente eravamo assonanti, ci è sembrato di osservare che i due artigiani del sofà interagivano con la scena (la platea ne è parte integrante) e quindi, forse, leggermente vietata. tant'è che in una puntata successiva sono stati spostati in una galleria laterale. Ci siamo sbagliati? O forse no? Qualcuno però si offende e sostiene che si tratta di “accanimento terapeutico contro la RAI: quando la Meloni era all’opposizione questo non accedeva”. Già. Si stava meglio prima.
Meteoritino finale. Sull’esito di questo Sanremo, di questo successo, di questi “record” la Rai ci campa di rendita: i 60 milioni raccolti di pubblicità coprono le magagne di un pareggio di bilancio difficile da raggiungere e che altrimenti corre il rischio di affogare sotto i colpi di ascolti tendenzialmente in calo, almeno nel day time, e del rimborso del canone erogato “a condizione che …” il MimIt possa valutare correttamente l'adempimento di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024 ... ovvero i KPI???
Almeno questo lo possiamo ammettere: Franza o Spagna purchè se magna. Viva Sanremo!
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