giovedì 8 febbraio 2024

Gli Smemorati di Sanremo e dintorni



A quanto sembra, le persone di una certa età cominciano a perdere inesorabilmente alcune facoltà cognitive. Lentamente si abbassa la vista, per ascoltare bene occorre un apparecchietto acustico e così via. Il cervello poi viaggia per conto suo: la prima zona che si annebbia è quella numerica: ci si ricorda di immagini e suoni, di parole e testi ma i numeri svaniscono e 2 + 2 comincia a fare 5 mentre a Villa Arzilla vanno di gran moda le parole crociate.

Allora, succede che alcuni lettori di Bloggorai (non tutti) hanno una memoria formidabile e ci aiutano non poco a riannodare i fili, a tracciare una riflessione ricollegando alcuni punti salienti. 

Cominciamo con una metafora che a volerla inventare nessuno sceneggiatore sarebbe riuscito a fare meglio. Ieri mattina alla Sala Stampa dell’Ariston ha fatto il suo esordio festoso Roberta Lucca, nuova direttrice del Marketing (ricordate cosa si diceva di lei, da dove viene e chi la avrebbe sostenuta? Tenetelo bene a mente, ne riparliamo più avanti). Tra le prime cose che ha detto è che non c’era luce sufficiente per leggere i dati (tutti un “record” !!!) tant’è che ad un certo punto Amadeus l’ha aiutata con il suo cellulare. Ieri tardo pomeriggio, alle 18.30, si è svolto il sit-in del PD di fronte al cavallo di Viale Mazzini dove non solo non c’era la luce ma solo un fioco lampione che nemmeno nei luoghi proibiti si vedono più ma non si sentiva nemmeno nulla: finiti i bei tempi degli impianti audio portati su un vecchio cassone mitico FIAT 682. Ne riparliamo.

Allora, succede che un attentissimo lettore, dotato di memoria formidabile, ci scrive di gran carriera e ci dice “Caro Bloggorai, non dimenticare la genesi e la nascita della riforma per generi e, in primo luogo, chi fu tra i suoi sostenitori: un certo Giampaolo Rossi, dal 2018 nominato consigliere nel Cda RAI”. Ma non solo lui: anche in molti tra i nostri amici si levarono grandi entusiasmi ancora vivaci. Tant’è. Cosa fatta capo ha. Nel bene o nel male è finita: Sergio gli ha data una picconata dalla quale difficile uscirne indenni. Ora guardiamo la Digital Media Company che nessuno ha capito ben di cosa si tratta, non ne parliamo poi se si dovrà pure aggiungere “pubblica” che pure in Vigilanza questo concetto non è riuscito a riscuotere un minimo di attenzione: Salvatore Nicita (ex relatore di minoranza) sembra che ci ha pure provato ma poi “ … si … è … stato dimesso” e non si capisce ancora bene in dissenso con chi. Con la maggioranza di destra o con il suo stesso partito? Fatto sta che la Digital Media Company “di servizio Pubblico” è scomparsa nella palude del nuovo Contratto di Servizio. Con buona pace di quanti sostengono che sia "un buon Contratto". Sempre Amen!

Perché riprendere questo ragionamento? Semplice: perché ci porta dritti dritti nel cuore dell’attualità dove Sanremo diventa punto di svolta tipo “nulla sarà come prima”. Necessario ricordare che nei giorni scorsi Sergio ha rilasciato due interviste bum bum dove, nella seconda, abbiamo letto che “L’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, non ne può più della organizzazione per generi, diventata operativa dal 2022 e che ha eliminato le direzioni di rete”. L’intervista è apparsa in rassegna intorno alle 7.30 del mattino e già pochi minuti dopo i vari direttori di “genere” hanno cominciato a fare gli scatoloni ancor più sollecitati quando, poco dopo, è arrivata la Comunicazione interna dove si dava indicazione per l’avvio di tre Team per “Evoluzione offerta informativa, editoriale e assetto organizzativo”. Dicono che Rossi non l’ha presa molto bene. Dicono. Ancor più se, come ci è stato ricordato, lo stesso Rossi aveva sostenuto proprio la riforma dei generi tanto cara agli amministratori del passato (remoto).

Diceva un certo Steve Jobs : “You can't connect the dots looking forward; you can only connect them looking backwards. So you have to trust that the dots will somehow connect in your future”. Colleghiamo a Sanremo e iniziamo questa parte del ragionamento con i numeri di ieri sera.

2024   10.361.000     sh 60,1%

2023   10.545.000     sh 62.3%

2022   11.320.000     sh 55.8%.

Sono pochi? Tanti? Un “record”? Non ci appassiona più di tanto saperlo. Ci interessa solo ricordare a tanti smemorati che i numeri, ovvero i dati di ascolto, non si “contano” ma si “pesano” per quello che “raccontano” o meglio dire “narrano” e questi numeri di Sanremo 2024 “narrano” tanto e “narreranno” ancora di più nei prossimi giorni (come,  del resto, è sempre avvenuto, nessuno si inventa nulla). Giova pure ricordare, una volta per tutte, che alla pubblicità interessano i contatti, i telespettatori e non lo share!!!

Cosa in particolare racconteranno questi numeri? Potrebbero essere l’incipit di un nuovo racconto che vede il rinnovo del CDA RAI subire una possibile accelerazione ("Ne parliamo dopo Sanremo" dixit autorevole personaggio). Fate attenzione ad un dettaglio (il diavolo sta sempre li): chi era seduto al tavolo della Conferenza stampa di Sanremo? Due personaggi di peso nelle ”quote” leghiste: un certo Marcello Ciannamea, da sempre in pectore candidato AD, e la di cui abbiamo parlato, la nuova direttore Mkt Roberta Lucca (dicono anche lei molto “aspirante” e della quale si ricorda la fonte della sua fortuna, dicono un certo Marano e di un certo Giorgetti ... dicono ...). Ci dicono pure che qualcuno sbuffa assai e non nasconde visibili segni di nervosismo. Intendiamoci bene: siamo sempre nel campo della fantascienza (politica), dove è possibile tutto e il suo contrario.

Chiudiamo con il PD e dintorni. Hai voglia a parlare di “riforma della Rai” e di TeleMeloni. Siamo ancora a carissimo amico se è vero come è vero che ancora si fatica ad ammettere nero su bianco che la peggiore riforma RAI degli ultimi anni è targata PD (Legge 220 del 2015, Governo Renzi) dove era ministro un certo Paolo Gentiloni (già autore di una sua proposta poi smarrita ai giardinetti), dove era ministra una certa Maria Elena Boschi (ieri intervenuta al sit-in) e un certo  Andrea Orlando (già autore pure lui di una proposta di riforma nella precedente legislatura). Per non farci mancare nulla, un autorevolissimo esponente del nuovo PD targato Schlein ebbe a dire che “Non penso sia più tollerabile un canone, al tempo della società digitale, interamente assorbito dalla Rai”. Una volta per tutte: si ammetta che è stato un grande errore e si volti pagina subito, domani mattina, pure in presenza di questa Legge. Si provi a concordare con il M5S, subito, che i nuovi consiglieri RAI saranno scelti con metodi aperti, trasparenti e criteri verificabili e non dalle segreterie riservate come è avvenuto pure nel recente passato.

bloggorai@gmail.com 


 

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