I tre meteoriti che vi abbiamo annunciato stanno cadendo e potrebbero scavare profondi crateri.
Vi aggiorniamo:
Meteorite n.1, la Pace e la guerra. Le improvvide dichiarazioni di Sergio, nella forma e nel merito, stanno tracimando oltre le loro intenzioni. Quelle parole lette dalla Venier (!!!) hanno un peso specifico particolare: influiscono sulla “percezione” dell’Azienda in modo rilevante: leggiamo oggi su La Repubblica che si tratta di “impatto reputazionale nei confronti della Rai, che come servizio pubblico ha il dovere di garantire pluralismo e di rispettare tutte le posizioni”. Queste comprendono pure i sentimenti di forte opposizione per quanto sta avvenendo a Gaza sul popolo palestinese: forse Sergio lo ha dimenticato. Per poi tracimare sui partiti, in particolare sui rapporti tra M5S e PD non proprio da ritiro spirituale dove regna armonia e fratellanza. Conte si affretta a rilasciare un comunicato che, ben che vada, appare di dubbia interpretazione e suona come un appoggio a Sergio: “Credo ci sia un clima di attacchi personali, forse anche minacce, verso l'amministratore delegato della Rai, questo è trascendere il confronto e la critica legittima”. Gli risponde per le rime Orlando “A me che Conte incontri Landini mi pare una cosa positiva, molto. Che difenda l'indifendibile Sergio no”. La Schlein invece telefona alla Meloni e, insieme, portano a casa un risultato e fanno passare una risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza. La Presidente Soldi, la consigliera Bria e il consigliere Di Pietro si smarcano da Sergio mentre Di Majo tace. Tutto si riverbera sul rinnovo del Cda. Ve lo avevamo scritto con anticipo: “Vedremo dopo Sanremo” e ora si comincia a vedere.
A chi ha giovato lo strombazzamento sui “record” di Sanremo? A Sergio, sostenuto da un formidabile asse trasversale Lega, FI e con una simpatia non ostativa del M5S oppure il promesso AD Rossi? Oppure ha travolto tutti e due e da qualche parte si punta rimescolare le carte (come pure abbiamo ipotizzato)? Occhio e croce, a bocce ferme fino a ieri sera, si potrebbe azzardare che Sergio sta per pagare pegno per molteplici aspetti. Le due interviste bum bum poco prima del Festival non sono state dimenticate: “Ha fatto pipì fuori dal vasino” ci commentano acidi da un piano alto di Viale Mazzini. Questo però, ci dicono, non significa affatto che Rossi ne guadagna punti, anzi. Il suo “silenzio” su Sanremo ha fatto rumore. La “guerra per bande, interne ed esterne, si è scatenata e, sul campo ovvero sui giardini intorno al cavallo, non si vedono truppe cammellate particolarmente robuste. Nelle nostre chat, telefonate, incontri e mail circola un problemino: che gioco stanno giocando il M5S e il PD non tanto nei confronti del Governo quanto più dentro la RAI? che intenzioni hanno per il nuovo Cda? Chi vogliono sostenere e come e chi vorrebbero candidare come nuovo consigliere/a?
Meteorite n. 2, le regole del gioco. Più cala verso Terra e
maggiore la devastazione. Le regole del gioco del festival, da anni, bene che
vada sono suscettibili di dubbia interpretazione. Se le regole non sono chiare,
il gioco, ovvero la gara, si corre il rischio di alimentare sensazioni di arbitrio
e inganno. Il passo con il voto politico è breve. Oggi leggiamo che non sarebbe
la Mango la vera vincitrice e nemmeno il più televotato napoletano Geolier ma
Mahmood che trionfa sulle radio e sulla piattaforme italiane e internazionali. Riproponiamo
la frase letta sul Corriere ““La legge elettorale, che è democrazia,
influenza il risultato”. E allora la domanda centrale sul “successo” del
Festival rimane inevasa: perché il Servizio Pubblico ha sostenuto e diffuso
implicitamente questo messaggio micidiale che colpisce al cuore i meccanismi di
funzionamento democratico del Paese? Perché non intervenire per tempo, quando si
poteva e si doveva? Per il prossimo
che sentite ciarlare di “successo” e ancora più tra i “giovani” siete
autorizzati a chiedere cortesemente di occuparsi di altro.
Stendiamo un velo pietoso su ragionamenti,
pure doverosi, sulle giurie: dal televoto che si blocca alla Sala Stampa
passando per le radio. Ad esempio: i giornalisti che hanno votato, come sono stati
scelti? Gli hanno fatto un esamino di ammissione? Un test psico attitudinale? Una
valutazione socio comportamentale sulle razioni ai “gadget”
Meteorite n.3, la pubblicità. Non vi è dubbio: il gongolamento per i i 60 milioni
raccolti inebria le menti e gonfia il portafoglio almeno per poco. Da questo
punto di vista, ancora non vi è dubbio, è stato un “vero successo” senza il quale
bisognava aprire una sottoscrizione nazionale per tappare i buchi di bilancio
RAI. Rimane anche in questo caso, a nostro modestissimo avviso, una domanda
fondamentale: è mai possibile che la “baracca” si possa reggere solo su questa
risorsa e per il resto dell’anno deve arrabbattarsi da tutte le parti? Ieri AgCom
ha reso noti i dati del Focus Bilanci 2018-22: è tutto in discesa dove la
raccolta pubblicitaria, i ricavi, gli investimenti, i margini operativi e i
risultati di esercizio hanno costantemente il segno meno. Altro che i "dati" di ascolto. Il “meteoritino”
allegato sul canone è in orbita geostazionaria sul cielo di Viale Mazzini.
Lasciamo poi perdere il tema delle pubblicità occulte o palesi che pure
non è del tutto irrilevante per il Servizio Pubblico. Ieri si è avuta notizia
che pure la Corte dei Conti si è interessata al tema.
Siamo stati facili profeti: quest’anno ci divertiremo ... assai!
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento