mercoledì 28 febbraio 2024

RAI: un carretto senza bue o viceversa


Nel Paese del “forse” del “dipende”, del “vedremo”, del “qualora” e del “probabile” si fa veramente grande fatica a trovare punti solidi di riferimento sui quali ragionare.

Quando poi si parla di RAI e di Servizio Pubblico non ne parliamo: tutto diventa opaco, paludoso e complicato a partire da coloro che invece (avrebbero dovuto) dovrebbero fare della trasparenza la loro missione.

La notizia del giorno è che Bloggorai è in possesso di un documento molto importante e lo sta studiando.

Quando si parla di RAI e di Servizio Pubblico nulla è quasi mai come dovrebbe essere o come appare. I suoi stessi cardini, i pilastri sui quali si regge tutta la sua architettura, sono fragili e traballanti come fuscelli al vento. Il contesto normativo? Una balla, un opinione! Vedi il Contratto di Servizio, validato con il parere “obbligatorio ma non vincolante” dalla Vigilanza lo scorso 3 ottobre e poi messo in cantina a stagionare. Nessuno ne sa più nulla. O meglio, alcuni ne sanno qualcosa ma se ne guardano bene da farlo sapere, a  partire dai parlamentari della stessa Vigilanza che se  lo sono visto correggere a posteriori senza battere un ciglio. Questo Contratto è una balla, un’opinione nel merito e nel metodo. Lo abbiamo scritto subito e lo ribadiamo: una balla perché è del tutto opinabile, non è un “contratto” che è tale se ci sono vincoli ed obblighi tra le parti con relative sanzioni in caso di inadempienza. Vedi  art. 1454 C.C. sulle diverse tipologie contrattuali: i contratti sinallagmatici a prestazioni corrispettive.

La grande parte che era rilevante del precedente contratto (art. 25 Obblighi specifici) è stata del tutto cassata nel nuovo Contratto e relegata in un discutibilissimo “Allegato1”. Nel metodo poi è meglio stendere un velo pietoso di cemento armato. La Vigilanza, con la fretta e la furia impressa inopinatamente e senza motivo dalla Presidente Floridia lo approva il 3 ottobre come se dovesse entrare in vigore il giorno successivo salvo poi svanire come fumo. Nota bene, il Contratto doveva (ed è ) essere la cornice del Piano industriale e cosa succede invece? Che il Piano industriale è stato approvato e il Contratto è svanito. Sintesi: hanno messo il carretto davanti ai buoi.

Vogliamo poi parlare del canone ovvero la benzina che dovrebbe alimentare tutto il motore? Altra truffa ai confini della costituzionalità (anche qui senza che nessuno si è preso la briga di sollevare almeno il dubbio). Canone si … canone no … bolletta si o bolletta no: intanto si riduce, poi si vedrà. Nota bene: al Ministero è sempre al lavoro il gruppo incaricato di affrontare il problema (il ministro di riferimento è dello stesso partito che vorrebbe la sua abolizione progressiva del 20% annuo fino alla sua eliminazione) Cosa quanto e quanto? Non si sa … vedremo. Intanto tagliamo e poi vedremo come e quando restituire i 430 milioni.  

Bene, torniamo alla notizia del giorno e al documento in nostro possesso. Viene da lontano e guarda avanti. Abbiamo dato una prima lettura sommaria: appare come un libro (…ino) di buone intenzioni “senza impegno” come ci è stato detto. Ovvero a “scartamento ridotto” ovvero nulla a che vedere con il precedente Contratto nella qualità e nella quantità di informazioni e proposte contenute. Forse, ci dicono, è costato meno del precedente a quel tempo si diceva stimato qualche milione di Euro. Lo nostra fonte ha lapidariamente sentenziato “C’è quanto basta per sopravvivere”. Ma non c’è, appunto la materia prima con il quale sostenerlo e alimentarlo: le risorse. I numeri di cui si parla sono risicati, sufficienti a “tirare a Campari” e poco più. La “Digitale Media Company” (senza “public” ovviamente)? “forse” … “dipende” … “vedremo” … “qualora” … “probabile”.

bloggorai@gmail.com

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