domenica 18 febbraio 2024

RAI: "Salvate il Soldato Ryan/Sergio" e fate presto!


Per intendere bene l’argomento di oggi, consigliamo di leggere sul supplemento del Corriere un lungo articolo con questo titolo: “Il risiko delle 500 poltrone • Subito i Cda e i direttori generali di Inps e Inail. In scadenza il direttore dei servizi segreti interni. Dalle Ferrovie alla Rai, la sfida tra i partiti”.

Dopo “L’Affaire Sanremo” con le dichiarazioni di Sergio e quelle di alcuni componenti del Cda RAI (Soldi, Bria e Di Pietro) si poteva supporre, forse, un destino diverso per l’AD se pure il consigliere Di Majo avesse dichiarato “qualcosa”?  La risposta è “Sliding Doors” con diverse ipotesi immaginabili. Il tema è capire se è possibile/utile/opportuno o necessario sostenere l’aggregazione de “I quattro dell’Ave Maria” (Conte, Schlein e Salvini + 1 a scelta) per una “Mission Impossible” necessaria a “Salvare il Soldato Ryan/Sergio”.

Nei giorni scorsi abbiamo lanciato con i nostri soliti quattro amici al Bar (forse otto) un mini referendum consultivo. Beninteso, chiacchere in libertà. Gli abbiamo chiesto:

1 - volete voi salvare il Soldato Sergio e farlo diventare “l’eroe del nostro tempo” in grado di arginare lo strapotere prossimo venturo di Meloni &C?

2 - volete voi abbandonare il Soldato Sergio al suo triste destino (si fa per dire) e lasciare che la Destra faccia il suo corso, con la speranza che possano arrivare tempo migliori?

3 -  esiste una Terza via alternativa ad una nomina di Governo (Rossi o Chiocci che sia) che guarda ad Oriente? Ad esempio dentro l’Azienda?

La verità è che le tre domande sono pressoché fungibili tra loro e magari riassumibili in una sola: è giusto sostenere Sergio o no come possibile barricata contro i progetti di Palazzo Chigi di prendere tutto il “cucuzzaro” RAI?

Mumble ... mumble … i nostri amici, sotto l’effetto ipnotico di diversi “tiriamo a Campari” stanno rimuginando  pensieri complessi e tortuosi e mettono le mani avanti: “Non è facile rispondere”. Già, anche Bloggorai mugugna e si intorcina intorno ad una foglia di rosmarino. Non è facile trovare una exit strategy adeguata e sufficiente. Dove nasce la domanda? Semplice: dalla recente apparente debacle di Sergio sulla questione del genocidio di Gaza. Apparentemente è stata una quasi disfatta per Sergio, oppure sostanzialmente, forse, è  servita a serrare i ranghi di una truppa in suo favore ancora sparpagliata e confusa? Oppure, come abbiamo scritto, si tratta del perseguimento con altri mezzi della strategia di attacco a Rossi iniziata da diverso tempo? Qualcuno a Viale Mazzini ha brontolato: “Sprovveduti allo sbaraglio”.

Cerchiamo di mettere in ordine le riflessioni che corrono.

Anzitutto chi è Roberto Sergio … oggi .. e non quello che è stato negli anni passati. Per questo, basta rileggere quello che è stato scritto a suo tempo (Giovanna Vitale su Repubblica del 12 maggio 2023 o Michela Tamburrino lo stesso giorno su La Stampa). Un passaggio però non va dimenticato: il “Soldato Sergio” è stato già salvato una volta. Il 15 maggio 2023 la sua nomina è passata con il voto decisivo (vale doppio) in Cda della Presidente Soldi che, di fatto, ha garantito a Sergio il futuro ante litteram. Ha votato contro la Bria e si sono astenuti Di Majo e il compianto Laganà. Tiremm’innanz…

Fatto sta che dopo, si sa, le cose cambiano, e la quadra si forma intorno al suo nome in ticket con Rossi come DG (che provvede a nominare ipse facto) con un malcelato impegno a tenergli il posto fino al prossimo giro. Gli anni passano e i figli crescono e le cose non sempre vanno come dovrebbero andare. Fatto sta Sergio ci prende gusto a fare l’AD e che i problemi, dallo scorso novembre, sorgono non tanto e non solo intorno al suo nome ma piuttosto intorno a quello del suo successore: si comincia a leggere che Rossi non sarebbe più nella lista dei desideri del Governo. Ecco allora che iniziano rocamboleschi sotterfugi e si tessono trame complesse che vede molti, famiglie allargate, affettivamente legati da  un insolito destino: fronteggiare lo strapotere prossimo venturo della Meloni. Inoltre, da non dimenticare pure l'ultima "picconata" di Sergio sulle direzioni di genere tanto care a Rossi. E' stata solo "voce fuori dal sen fuggita" ??? 

Ma il dubbio centrale è: questa partita quando potrà essere giocata, prima o dopo le europee? La domanda è semplice, le risposte molto, molto complicate. 

Veniamo ai modesti risultati del mini referendum.

A. una buona parte è sul fronte del “meglio Sergio che Rossi” per circa il 45,7%

B. una minoranza del “tanto peggio tanto meglio” è per Rossi con circa il 24,3%

C. una “zona grigia” è tra l’indifferenza e la possibilità di provare una terza strada con il 30%.

Mumble .. mumble .. la situazione è intricata assai e pure Bloggorai medita. Sergio è Sergio e rappresenta quello che rappresenta benissimo tutto il suo passato e il suo presente di amici, parenti e conoscenti molti interni alla RAI e molti (assai) esterni. Dare a lui le redini dell’Azienda per i prossimi tre anni che andranno a cadere proprio a ridosso del rinnovo della Concessione è arduo da sostenere. Ha le forze per sostenere l’onda d’urto del Governo? Forse anche si e i “Quattro dell’Ave Maria” che lo potrebbero supportare qualche chance la potrebbero avere e non perché sono forti loro in quanto tali, ma semplicemente perché potrebbe convenire a Palazzo Chigi avere “merce” di scambio per altre più succulente nomine (do you remember Scannapieco e i "Draghi boys" ???). Le poste in palio sono tante su diversi tavoli (vedi le 52 società controllate e partecipate) e, tra queste, c’è la partita sulla cessione di RAI Way che non è interessa solo RAI ma ben oltre.

bloggorai@gmail.com

ps: rimante sintonizzati ...

c'è tanto altro da raccontare 

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