venerdì 2 febbraio 2024

RAI: il possibile tri-quadrangolo


Bloggorai chiede un aiuto, un supporto, un conforto spirituale e materiale, una mano: qualche lettore del VII Piano (o anche meno) per favore, per cortesia e gentilezza, sommessamente, può suggerire all’AD Sergio di diradare almeno una volta a settimana le sue intemerate interviste? Grazie! Bloggorai Non ce la fa a fronteggiare la mole di dichiarazioni, commenti, analisi e lucide proiezioni sul futuro della RAI scodellate a giorni alterni.

Questa mattina ci pensa Italia Oggi a pubblicare un’intervista assai più corposa e succosa della precedente sul Sole. Il titolo è "Sergio: la Rai è da scongelare. Per l’AD della tv di Stato «un manager interno può realizzare un percorso basato sulla discontinuità, come ho fatto in radiofonia. Forse servono le direzioni. di rete»”.. Bum bum  !!! Due notizione in un solo titolo! La prima: il futuro sono io. La seconda: le direzioni di genere sono un fallimento! E molto  altro ancora … Di fronte a tanta grazia, dobbiamo prendere fiato e non perdere il filo dei nostri ragionamenti. C’è tanta altra "robbbba" in questa intervista. Tanta che si legge ma anche tanta occulta.

Prima di andare avanti però necessario rimettere le cose in ordine. Il Triangolo delle Bermude entro il quale la RAI sta precipitando si forma con crescente chiarezza. Anzitutto le risorse: hai voglia a dire ma sono traballanti, incerte e confuse e non in grado di reggere alcuna pianificazione ragionevole oltre l’arco dei prossimi 11 mesi. Poi la governance: ieri abbiamo riferito dell’audizione del DG EBU in Vigilanza Rai dove è emerso che non appena varato il prossimo Euperan Freedom Act potrà mettere fuori gioco i meccanismi di nomina del Cda così come predisposti dalla Legge Renzi proprio durante il periodo in cui si dovrà provvedere alla nomina dei nuovi amministratori. Infine, il terzo lato del triangolo è composto dal fronte tecnologico.  

Se poi vogliamo aggiungere un lato al triangolo e farlo diventare un rettangolo, possiamo aggiungere il tema ascolti e contenuti dove pure le cose non vanno gran che bene.

Bene, giunti a questo punto si pone una scelta ardua: o ci occupiamo di “leggere” l’intervista di Sergio che certamente merita attenzione. Oppure, la mettiamo da parte e proseguiamo sulle nostre storie.

Siamo propensi per la seconda ipotesi e allora ci aggiorniamo su un tema importante: ieri su Repubblica.it è comparso un articolo di grande interesse (non inserito nella Rassegna stampa) con il titolo: “DVB-T2: cos’è il nuovo digitale terrestre e che cosa cambia per Rai 1, Rai 2 e Rai 3” dove si legge che “Stefano Ciccotti, direttore Tecnologie della Rai, ha annunciato che le 3 reti saranno trasmesse in simulcast, sfruttando sia il vecchio digitale terrestre sia il nuovo”. Leggiamo qualche stralcio “Ciccotti ha sottolineato che forse è mancato un po' di coraggio, ma è pur vero che a oggi, malgrado i bonus, ci sono ancora milioni di famiglie prive di un televisore compatibile. Lo scorso anno, Auditel-Censis stimava che il 47% degli apparecchi installati nelle case sarebbero inadatti: si tratta praticamente di circa 8,4 milioni di famiglie”. Ecco quindi la necessità di rinviare tutto a settembre (dopo i grandi eventi sportivi dell’estate) dove si tratta “per Rai di sperimentare una fase in simulcast, ovvero con vecchio e nuovo segnale, così che le persone non siano costrette a cambiare televisore”. Ma la notizia sta nella cosa dell’articolo e ci rimanda a tante cose di cui abbiamo scritto a lungo: “Di tecnicamente definitivo, comunque, non c'è nulla se non il Contratto di Servizio Rai, di cui circola una bozza e che obbligherebbe al passaggio tecnologico entro settembre”. cosa c'entra questa notizia con RAI Way? c'entra...c'entra!

La notizia non è solo di carattere tecnologico: in ballo ci sono grandi numeri sulla potenziale perdita di telespettatori che lo stesso Ciccotti aveva allarmato con una lettera al MiMit dello scorso settembre e resa nota in Vigilanza RAI. E’ cambiato qualcosa da allora? Necessario approfondire.

bloggorai@gmail.com

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