mercoledì 1 novembre 2023

Un colpo al giorno toglie la RAI di torno


Raggiunta un “certa” età succede che si usa ripetere frasi e pensieri che ci hanno colpito negli anni precedenti. Così, succede, che per la prima volta abbiamo scritto nel 2001 una frase tratta da Fiesta di Hemingway che merita essere ripetuta. E così, succede, che ripetendola ne rivediamo tutta la sua plastica e sostanziale verità:

“Come hai fatto a fare bancarotta? – Chiese Bill. In due modi – Mike disse – Gradualmente prima e lentamente poi. – Chi ti ci ha portato? – Amici- disse Mike, Io avevo un sacco di amici. Falsi amici”.

Eccole, in sintesi il concretizzarsi delle realtà inesorabili, inequivocabili e indiscutibili alle quali stiamo assistendo: la RAI affonda sotto le sue difficoltà economiche, le sua incapacità a reagire, la sua ottusità a non comprendere che il suo mondo di riferimento normativo, sociale, economi e tecnologico insieme  al suo pubblico, è cambiato, cambierà ancora velocemente e difficilmente sarà mai più quello di prima.

Ogni giorno che il Buon Dio manda in terra non ci risparmia nulla. Oggi leggiamo alcuni passaggi rilevanti. Ieri, nel pieno corso del dibattito sulla prossima legge di Bilancio, abbiamo letto in una nota di agenzia (AGI) che il Governo potrebbe raschiare il barile e trovare ulteriori 100 mln a sostengo del Piano Industriale RAI (che ancora non esiste se non in bozze fumose e segretate ... fino ad un certo punto) in aggiunta ai 430 mln già previsti per il solo 2024. Ancora una volta, idee poche e ricche di confusione. Già il provvedimento di taglio del canone potrebbe essere a fortissimo rischio sia di incostituzionalità sia per l’intervento di Bruxelles come aiuti di Stato non consentiti dalla normativa europea. Questa ulteriore ipotesi (si legge che “… potrebbe rientrare anche il sostegno dell’esecutivo alla RAI per il Piano industriale (c’è chi ipotizza circa 100 mln) in modo da compensare il taglio del canone”. Non sanno più a che Santo votarsi: hanno pestato qualcosa di brutto e non sanno come uscirne. Avere accontentato Giorgetti (e solo indirettamente Salvini) ha innescato una reazione a catena che gli è sfuggita dal controllo perché forse non era stata ponderata attentamente la risposta di Mediaset: “La RAI sta bene così … non abbiamo alcun interesse a rompere questo delicato equilibrio a noi del tutto favorevole”. Punto. Amen. Così è stato da decenni e così deve restare per i prossimi anni. È probabile che Bloggorai dovrà cambiare missione e nome: BloggoSet. Parlare di RAI (non di Servizio Pubblico che ormai sono termini in corso di divaricazione costante) sembra non essere più tanto interessante.

Bene, il secondo elemento interessante della giornata che si lega perfettamente a quanto scritto sopra lo leggiamo su La Stampa, a firma di Paolo Festuccia con il titolo: “ll saccheggio della RAI”. Si tratta di una colata di cemento misto a petrolio e in aggiunta una spolverata di cicuta: “L’ora più buia della RAI si consuma tra i numeri” e chiude l’articolo con “ … senza soldi, dunque, pochi programmi e niente eventi sportivi (n.n: vedi la rinuncia alla Coppa Italia e non solo perchè come ci è stato detto “La RAI non se li può  permettere”) con il rischio di creare una voragine tra una società "elitaria", che può accedere ad offerte alte a pagamento e una società più debole con redditi mediobassi”. Un articolo ricco di spunti molto interessanti ma pecca di alcuni aspetti che non si possono porre in secondo piano: il primo è la contestualizzazione storica perché questo declino è iniziato da tempo e pochi sono intervenuti a cercare di porre un argine. La seconda considerazione riguarda il valore dei soldi: a Viale Mazzini i soldi ci sarebbero pure, ma sono semplicemente gestiti e spesi male. Tra i pochi a ricordarlo ci fu Gualtieri quando era Ministro al MEF, completamente inascoltato e presto dimenticato. Quando si pensa alle inefficienze e agli sprechi, denunciate anche dalla Core dei Conti, non si può non pensare a quanto pesano le produzioni esterne, le inutili e costose coproduzioni e la voragine degli appalti esterni, per non dire delle ricche provvigioni agli agenti artistici. Infine, solitamente quando non ci sono i soldi si possono utilizzare le idee, che invece latitano in tutti i fronti RAI: ieri ne abbiamo solo accennato quando abbiamo scritto dei giovani vincitori del premio Giornalistico Morrione. Costano poco e hanno un enorme valore simbolico: perché non utilizzarli in una finestra in una delle tre reti generaliste?

Chiudiamo in bellezza: come dice il proverbio: “Puoi prendere in giro qualcuno qualche volta ma non tutti sempre”. Ieri sera una trasmissione tanto voluta e tanto pagata (of course … realizzata in coproduzione con la nota società Fremanle) dal nuovo vertice di Viale Mazzini ha preso l’ennesima sberla di ascolti e ha dato un ennesimo colpo al bollettino di tragedia RAI:

Arrivederci!

bloggorai@gmail.com


 

Nessun commento:

Posta un commento