venerdì 3 novembre 2023

RAI: boccaccia mia .. statte zitta!

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare
Così solita e banale come tante
Che non merita nemmeno due colonne su un giornale
O una musica o parole un po' rimate
Che non merita nemmeno l'attenzione della gente
Quante cose più importanti hanno da fare
Se tu te la sei voluta, a loro non importa niente
Te l'avevan detto che finivi male…

I politici han ben altro a cui pensare …

Chiunque si occupa di comunicazione, di relazioni con la stampa, di rapporti con i giornalisti dovrebbe conoscere bene alcune regole fondamentali di questo mestiere. Tra queste, una regna sovrana: una smentita è una notizia rilanciata due, tre, quattro…cento volte. E, saggiamente, si dice che è meglio un dignitoso silenzio che un imbarazzante vociare. Spesso poi succede che la smentita non smentisce nulla e, anzi, facilita e migliora la bontà della notizia.

Allora ieri è successo quello che da tempo, ben che vada da un anno, si legge spesso e volentieri: gli ascolti RAI vanno male e Mediaset la supera. Ora, premesso che gli ascolti delle televisioni generaliste vanno male per tutti perché la platea si restringe (i telespettatori emigrano sempre più massicciamente verso “altre televisioni”) quello che emerge con chiarezza indubitabile è che RAI tendenzialmente perde più di Mediaset. E non lo afferma solo lo Studio Frasi ma, semplicemente, la serie dei dati Auditel. Poi, come ha detto la nuova dirigente del Marketing RAI, Roberta Lucca, si pone un grave problema: “… l'obiettivo del servizio pubblico è vincere sugli ascolti o assolvere al suo compito e cioè dare una risposta ai bisogni di visione del pubblico attraverso tutte le sue piattaforme?”. Bella domanda, astuta, perspicace e profonda.  Vuoi vedere che la “nuova” Rai non è più interessata agli ascolti ma al contenuto di quanto manda in onda? Se mai fosse, siamo in presenza a di un fatto epocale del quale non ci eravamo accorti. Poi, magari, forse, qualcuno potrà spiegare come compensare i buchi di bilancio che si apriranno pure con il calo della pubblicità (oltre che con la riduzione del canone) che, guarda caso, si lega agli ascolti.

Bene, come abbiamo riportato ieri, è stato pubblicato un articolo su La Repubblica con il titolo “Tg e programmi flop. La RAI affonda. Mediaset la sorpassa”. Ne avevamo già avuto sentore: il nostro Autorevole Dirigente Anonimo ce lo ha riconfermato: c’è grande nervosismo al VII piano e l’ennesimo articolo contromano ha fatto venire un velenoso attacco di orticaria a più d’uno. A tal punto che, ieri alle 9.20 l’Ufficio Stampa RAI è stato indotto a rilasciare un comunicato stampa dove si leggono perle di rara e antica saggezza che iniziano già con il titolo “Mai in discussione leadership del servizio pubblico” e poi “… riportato da alcuni organi di stampa in maniera platealmente distorta, in relazione ai dati di ascolto…Fin qui i dati che sarebbe stato sufficiente leggere con onestà intellettuale. Quanto invece alle valutazioni e ai giudizi, assolutamente infondati …” per poi chiudere con la summa apocalittica “Stupisce poi che tali giudizi, in particolare il riferimento agli “amici” vengano rilasciati da esperti dello Studio Frasi che, dallo scorso mese di giugno, non ha più un contratto attivo con la Rai”. Quest’ultimo passaggio poi meriterebbe un consulto specialistico a parte per quando subdolo e malevolo: “honi soit qui mal y pense” (sia svergognato colui che pensa male).

Al che, poco dopo risponde l’interessato, Francesco Siliato dello Studio Frasi, che puntualmente respinge punto per punto le osservazioni nel merito dei numeri forniti. Per quanto ci riguarda, senza alcuna esitazione, nella forma e nel merito di quanto abbiamo letto e conosciamo affidiamo credito a Siliato per mille validi e puntuali motivi. Punto. La RAI va male e non tanto perché perde telespettatori, ma semplicemente perché ogni giorno che scende sulla terra, non perde occasione per danneggiarsi da sola, da dentro. Da fuori, non resta altro da fare che dare una spintarella.

bloggorai@gmail.com

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