I politici han ben altro a cui pensare …
Chiunque si occupa di comunicazione, di relazioni con la stampa,
di rapporti con i giornalisti dovrebbe conoscere bene alcune regole fondamentali
di questo mestiere. Tra queste, una regna sovrana: una smentita è una notizia
rilanciata due, tre, quattro…cento volte. E, saggiamente, si dice che è
meglio un dignitoso silenzio che un imbarazzante vociare. Spesso poi
succede che la smentita non smentisce nulla e, anzi, facilita e migliora la bontà
della notizia.
Allora ieri è successo quello che da tempo, ben che vada da un
anno, si legge spesso e volentieri: gli ascolti RAI vanno male e Mediaset la supera.
Ora, premesso che gli ascolti delle televisioni generaliste vanno male per
tutti perché la platea si restringe (i telespettatori emigrano sempre più massicciamente
verso “altre televisioni”) quello che emerge con chiarezza indubitabile è che
RAI tendenzialmente perde più di Mediaset. E non lo afferma solo lo Studio Frasi ma, semplicemente,
la serie dei dati Auditel. Poi, come ha detto la nuova dirigente del Marketing
RAI, Roberta Lucca, si pone un grave problema: “… l'obiettivo del servizio
pubblico è vincere sugli ascolti o assolvere al suo compito e cioè dare una
risposta ai bisogni di visione del pubblico attraverso tutte le sue
piattaforme?”. Bella domanda, astuta, perspicace e profonda. Vuoi vedere che la “nuova” Rai non è più interessata
agli ascolti ma al contenuto di quanto manda in onda? Se mai fosse, siamo in presenza
a di un fatto epocale del quale non ci eravamo accorti. Poi, magari, forse, qualcuno
potrà spiegare come compensare i buchi di bilancio che si apriranno pure con il
calo della pubblicità (oltre che con la riduzione del canone) che, guarda caso, si lega agli ascolti.
Bene, come abbiamo riportato ieri, è stato pubblicato un articolo
su La Repubblica con il titolo “Tg e programmi flop. La RAI affonda. Mediaset
la sorpassa”. Ne avevamo già avuto sentore: il nostro Autorevole Dirigente Anonimo
ce lo ha riconfermato: c’è grande nervosismo al VII piano e l’ennesimo articolo
contromano ha fatto venire un velenoso attacco di orticaria a più d’uno. A tal
punto che, ieri alle 9.20 l’Ufficio Stampa RAI è stato indotto a rilasciare un comunicato
stampa dove si leggono perle di rara e antica saggezza che iniziano già con il titolo
“Mai in discussione leadership del servizio pubblico” e poi “… riportato
da alcuni organi di stampa in maniera platealmente distorta, in relazione ai
dati di ascolto…Fin qui i dati che sarebbe stato sufficiente leggere con onestà
intellettuale. Quanto invece alle valutazioni e ai giudizi, assolutamente
infondati …” per poi chiudere con la summa apocalittica “Stupisce poi che tali
giudizi, in particolare il riferimento agli “amici” vengano rilasciati da
esperti dello Studio Frasi che, dallo scorso mese di giugno, non ha più un
contratto attivo con la Rai”. Quest’ultimo passaggio poi meriterebbe un
consulto specialistico a parte per quando subdolo e malevolo: “honi soit qui
mal y pense” (sia svergognato colui che pensa male).
Al che, poco dopo risponde l’interessato, Francesco Siliato
dello Studio Frasi, che puntualmente respinge punto per punto le osservazioni
nel merito dei numeri forniti. Per quanto ci riguarda, senza alcuna
esitazione, nella forma e nel merito di quanto abbiamo letto e conosciamo affidiamo
credito a Siliato per mille validi e puntuali motivi. Punto. La RAI va male
e non tanto perché perde telespettatori, ma semplicemente perché ogni giorno che
scende sulla terra, non perde occasione per danneggiarsi da sola, da dentro.
Da fuori, non resta altro da fare che dare una spintarella.
bloggorai@gmail.com
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