Poniamo domande esistenziali, fondamentali, ontologiche su alcuni
grandi Miti d’Oggi (R. Barthes rivisto e corretto):
Una mela al giorno toglie il medico di torno? FALSO! I medici,
in genere, fanno quello che vogliono.
Rosso di sera, buon tempo si spera? FALSO! Il tempo di
domani lo decide Meteo.it e non il colore del cielo.
Chi va piano va sano e va lontano? FALSO! Bene che vada, arriva
tardi e magari, ad una certa età, con affanno.
Non c’è due senza tre? FALSO! Ci può essere solo il due
senza che ci sia pure il tre.
Patti chiari e amicizia lunga? FALSO! Ci sono in giro un sacco di fetenti pronti a tradire pure i genitori.
La madre degli imbecilli è sempre in cinta? VERO! Il problema
è che spesso non si sa bene chi sia il padre.
“Fake news” significa “false notizie”. Se le notizie
sono ritenute false non sono notizie e quindi non meritano nemmeno essere
considerate come tali e quindi riportate. Se viceversa le “fake news” sono vere
diventano notizie e quindi debbono essere riportate come tali e non sono più “fake
news”. Il problema si pone quando qualche
buontempone non riesce più a distinguere il grano dall’oglio ovvero le notizie vere da quelle false.
Bene, parliamo di cose serie ora che è passato il momento di
crisi di sbellicamento di risate acuto che ci ha preso ieri pomeriggio. Quale è stato il senso
profondo di questa operazione “fake news”? Dove andava a parare oltre la forma squinternata?
Il maldestro tentativo puntava a due obiettivi precisi: il primo è cercare
di ribadire una immagine dei rapporti tra Sergio e Rossi in temini felici, affettuosi,
cordiali e sereni. Il secondo obiettivo è cercare di ribaltare la “narrazione”
sulla RAI che ormai stava diventando insopportabile dentro e fuori Viale Mazzini.
Da oltre un anno, un giorno si e l’altro pure, si leggono indiscrezioni e
voci poi esattamente avverate su tutto lo scibile raiotico immaginabile
(vedi, appunto, la nomina di Rossi annunciata mesi prima e puntualmente poi realizzata).
Un giorno si e l’altro pure si assiste ad un progressivo sgretolamento non
tanto e non solo degli ascolti in prima serata delle reti generaliste (di questo
si sono preoccupati) sui quali pure c’è molto da dibattere, ma sostanzialmente
sul ruolo e la funzione dell’Azienda che vorrebbe avere o dovrebbe essere di
Servizio Pubblico.
Il “debunking” proposto ieri non tocca lontanamente tutto il
vero o tutto il falso che interessa in modo strategico la RAI.
E’ vero o falso che questo nuovo Contratto di Servizio indebolisce
la RAI?
E’ vero o falso che non si riesce ad immaginare un nuovo
Piano Industriale (è solo “iniziato” il dibattito in Cda l’altro ieri …sic !!!)
perché non sono certe le risorse sulle quali puntare???
E’ vero o falso che la minacciata riduzione del canone
taglia le gambe al futuro della RAI?
E’ vero o falso che la prossima transizione al DVB-T2 potrebbe
far perdere un numero imprecisato ma certamente rilevante di telespettatori?
E’ vero o falso che le fiction RAI costano tre o quattro volte
di più di quelle Mediaset con risultati di ascolto pressoché simili?
E’ vero o falso che RAINews24 con oltre 200 giornalisti in
carico riscuote uno share da prefisso telefonico?
E’ vero o falso che è stata proposto la riduzione dei budget
del 10% a tutte le strutture di produzione?
E’ vero o falso che il Governo di Centro Destra gode del 62%
delle attenzioni dei notiziari RAI (Osservatorio di Pavia, novembre 2023)???
E così via trotterellando …
La Rai, non il Servizio Pubblico, questa RAI e non il Servizio
Pubblico, sgretola la sua credibilità se non riesce a dare risposte su questi
interrogativi. Cosa cambia o cosa interessa se RAIUno manda in onda per due serate
di seguito le repliche di Montalbano come avvenuto questa settimana? Ci teniamo
da parte le recenti dichiarazioni della presidente Soldi: perle di assoluta saggezza che la dicono lunga,, molto lunga su come alcuni immaginano la RAI del prossimo futuro.
bloggorai@gmail.com
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