Telespettatori di tutti i paesi, unitevi!
Raioitici italiani siete chiamati all’appello! Fanatici oltranzisti del Servizio Pubblico, scendete in piazza! Ostinati e compulsivi studiosi dei nuovi media, dell’IA, del mercato audiovisivo non perdete l’ora magica che la Storia vi presenta: state assistendo in diretta al declino fatale e ineluttabile della RAI – Radiotelevisione Italiana.
È tutto scritto nel libro del destino. Cap. 1: mancano i soldi. Cap. 2: mancano i telespettatori. Cap. 3: manca una legge che la possa rendere indipendente dal Governo e, Cap. 4 (epilogo) mancano le nuove tecnologie (vedi Cap.1). Questo libro si sta sfogliando pagina per pagina ogni giorno del calendario.
Vedi stamattina: La Stampa con “La Rai ricorre ai superpoteri degli adolescenti” (dopo di che non rimane che lo Spirito Santo); Domani con “Il flop del palinsesto sovranista. L'uomo che sta demolendo la Rai. Errori e ansie di Giampaolo Rossi. In difficoltà l'uomo che demolisce la Rai. Ansie e solitudini di mr Rossi. II direttore generale della Rai doveva lanciare l'arrembaggio della nuova egemonia culturale della destra ma dopo sei mesi di servizio di rivoluzione non c'è traccia e il palinsesto sovranista non fa audience” (si capisce, non solo dipende da lui); Il Fatto Quotidiano con “Rai, di niente ... di meno Coppa Italia addio: il servizio pubblico nel calcio è scomparso”; il Cento con “Disastro Rai, perso il primato degli ascolti” e, infine, ancora La Stampa con “Taglio del canone e calo della pubblicità I timori del Pd: la Rai sarà la nuova Alitalia” (sarà ??? magari già lo è !). ATTENZIONE: l’articolo di Domani sembra che stamattina abbia gettato nel panico più d’uno: come dice il proverbio “un conto è parlare (scrivere) di morte … altro è morire” ovvero, un conto è leggere/scrivere di crisi degli ascolti altro conto è leggere/scrivere i nomi e cognomi dei responsabili. Come ci è stato riferito, e confermato, il nervosismo è assai diffuso in tutta l’Azienda ma, più in particolare, tra i due condomini del VII piano che vedono avvicinarsi sempre più l’ora del destino quando i loro percorsi, inevitabilmente andranno in rotta di collisione.
Possiamo ben capire come in diversi uffici di Viale Mazzini ci possa essere un fastidioso prurito di natura imprecisata. E siccome, in fondo in fondo, vogliamo bene a tanti ex colleghi, ci piacerebbe dare una mano, anche se non richiesta, nei limiti del possibile . Una prima mano la merita chi si occupa di comunicazione: fare certi errori sempliciotti di gestione delle notizie e di relazioni con alcuni giornalisti amici non porta grandi risultati e produce più danni di quanti ne vorrebbe rimediare. La questione degli ascolti RAI che calano è ormai passata del lessico comune e non ci sarà comunicato, precisazione o articolo di giornale “amico” (vedi Corriere di ieri) a far cambiare direzione a questo racconto. Una volta che il treno è partito non lo fermi bucandogli le ruote ma solo con una nuova locomotiva e indicando una diversa destinazione dove andare. Evidente però che questo tema non è nello loro corde e responsabilità. Un errore come quello di titolare un comunicato stampa con “Mai in discussione leadership del servizio pubblico” e in fondo al testo leggere “Stupisce poi che tali giudizi, in particolare il riferimento agli “amici” vengano rilasciati da esperti dello Studio Frasi che, dallo scorso mese di giugno, non ha più un contratto attivo con la Rai” non lo commette nemmeno un giovane praticante di redazione alle prese con “un bambino ha morso un cane”. Perché scrivere “mai” ovvero un avverbio assoluto temporale che non ammette deroghe quando è certamente noto che “spesso” succede il contrario? Poi, cosa dovremmo pensare allora sull’articolo di ieri (“In questi giorni si è molto parlato del «tracollo» degli ascolti, in particolare di quelli Rai, ma questo dato non corrisponde al vero”) che è stato scritto solo perché l’autore ha un contratto attivo con la RAI? No, Bloggorai non pensa male e ritiene che banalmente e semplicemente che i dati Auditel sono disponibili a (quasi ) tutti e basta saperli leggere e comunicarli correttamente.
A questo proposito: da leggere con attenzione quanto pubblicato oggi su https://www.huffingtonpost.it/life/2023/10/31/news/spettatori_streaming_televisione_tradizionale-14006376/ con il titolo "La tv è roba vecchia per vecchi. I giovani non sanno neanche che tasto del telecomando premere per trovare Rai 3"
Infine: segnaliamo un tema che sarà ricorrente nel dibattito sulla nuova
governance della Rai che, si spera, prima o poi verrà modificata. Si tratta
dell’organo che dovrà presiedere la sua indipendenza dal Governo e si parla spesso
di Fondazione indipendente (vedi intervento di Luigi Zanda su Huff.post). Per conto
nostro abbiamo forti e ragionevoli dubbi su questa proposta che ci sembra
avviare un percorso di privatizzazione del Servizio Pubblico sottotraccia. Ne parleremo
ancora.
bloggorai@gmail.com
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