martedì 21 novembre 2023

Il Popolo RAI e chi va di corsa



Le elezioni del rappresentante dei dipendenti RAI hanno dato un risultato forte e chiaro: circa un terzo dei votanti, 2372 su 6482, ha promosso Davide Di Pietro, già vicepresidente di Indignerai al fianco di Riccardo Laganà. Un importante segno di continuità. Auguri di buon lavoro!!!

Cosa ci dice questa elezione? Tante cose. La prima si riferisce al numero dei votanti pari a più della metà degli aventi diritto (57,6%): sta dire che la maggioranza del “popolo RAI” non è indifferente a chi lo governa e questo “popolo” è più di sinistra che di destra (battuti i due candidati di destra la cui somma dei voti è inferiore a quelli ottenuti da Di Pietro). Abbiamo sentito spesso sostenere che serpeggiava un’aria di delusione e rassegnazione che, evidentemente, non è del tutto vera. La seconda osservazione si riferisce a chi ha vinto che ha goduto certamente di una preziosa eredità lasciata da Riccardo che, evidentemente, è stata riconosciuta ed apprezzata. Non era facile e tantomeno scontato. La sua prematura scomparsa ha privato l’apertura di un dibattito, di una riflessione, che si poteva e doveva fare al termine del suo secondo mandato sul ruolo e i compiti del rappresentante dei dipendenti.  La terza osservazione si riferisce al contesto temporale: questo Cda durerà in carica ancora pochi mesi e questo ha indotto alcuni a sottrarsi dalla competizione (“tanto serve a poco”) così compiendo un grande errore strategico. Pochi mesi saranno sufficienti a porre tante basi di mutazioni genetiche di forte impatto sull’Azienda (vedi Contratto, Piano industriale e immobiliare). La quarta osservazione si riferisce ai contendenti: che fine hanno fatto gli storici sindacati RAI? L’Usigrai chi ha sostenuto? Nessuno tra i candidati ne era espressione diretta. L’ultima osservazione l’abbiamo già anticipata: quanto tempo sarà necessario prima che Di Pietro potrà leggere, studiare, metabolizzare i tanti dossier strategici che sono sul tavolo del Cda e l’ambiente del VII piano? Tanto, tanto tempo. Il nuovo consigliere si insedierà il prossimo 5 dicembre, poi viene Natale. Vedremo. Intanto ancora un forte augurio di buon lavoro!

Nel frattempo, registriamo un fattore che da mesi si sta evidenziando: questo Cda vuole andare “di corsa” e, possibilmente, in gran segreto. La dimostrazione più evidente e clamorosa si è avuta con il Contratto di servizio che scientificamente si è voluto secretare fino allo scorso 12 luglio, salvo poi voler imprimere una sospetta velocità per chiudere il dibattito in Vigilanza entro il 30 settembre. Ora è la volta del Piano immobiliare che si vorrebbe votare “subito” prima ancora dell’insediamento del nuovo consigliere ma anzitutto prima ancora che venga sottoscritto formalmente il nuovo Contratto di Servizio e il conseguente Piano industriale del quale, è lecito supporre, che il Piano immobiliare si una derivazione. Perché? Poi, necessario ricordare che a luglio 2022 è stato presentata una bozza di “Piano Industriale 2023-25 e Focus sul Piano Immobiliare” prima ancora che prendesse forma il Contratto di Servizio. Quel documento aveva una sua “ratio” molto forte nell’inquadrare il Piano Immobiliare nel contesto del Piano industriale , tant’è che a pag. 8 si legge “Il Piano prevede in parallelo una profonda evoluzione di tutti i principali Fattori Abilitanti: immobiliare, risorse umane, tecnologie ed organizzazione”. Perché allora oggi forzare la mano sul Piano Immobiliare quando non c’è nessuna traccia all’orizzonte del nuovo Piano industriale la cui discussione è appena iniziata lo scorso 16 novembre? 

Infine, aspetto più importante, nonostante le fantasiose smentite e nonostante i precedenti, leggendo e dibattendo, si avverte una certa “fretta” nel voler chiudere rapidamente la storia di questo Cda per dare presto avvio ad una nuova stagione. Qualcuno ha scritto e ipotizzato una sostituzione di Sergio con Rossi (vedi il precedente poco fortunato di Fuortes) per rimescolare le carte prima possibile e formare un nuovo Cda maggiore immagine e somiglianza del Governo in carica.

Chiudiamo con due riflessioni: nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto Caritas 2023 con il titolo “Tutto da perdere” dove si legge che ad oggi “Si contano oltre 5,6 milioni di poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione; un residente su dieci oggi non ha accesso dunque a un livello di vita dignitoso”. Si tratta di un numero che accompagna giusto quello di ottobre dello scorso anno quando abbiamo letto che sono circa 5 milioni gli italiani che non pagano o sono forti ritardatari delle bollette elettriche, sulle quali insiste il canone RAI. Preoccupante.

Infine, ieri sera è andata inonda la nuova trasmissione di RAIUno di “approfondimento giornalistico”. Una vera fonte di idee, di proposte innovative e sperimentali con tanto di “data expert”, un pozzo di rara saggezza informativa da far tremare i polsi alla concorrenza. Auguri.

bloggorai@gmail.com

 

 

 

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