Anzitutto domani si vota per l’elezione del/della rappresentante dei dipendenti al posto del compianto Riccardo Laganà. Non è un voto irrilevante seppure durerà in carica solo per sei mesi (salvo proroga in vista della elezioni europee) e nonostante alcuni sindacati (due in particolare) l’hanno preso sottogamba ostacolando la candidatura (già formulata) di un nome autorevole ed esperto. Hanno preferito lasciare il campo libero in nome di non si sa bene cosa: “Non è conosciuto” hanno obiettato ma forse è vero il contrario “E’ molto conosciuto” e proprio per questo per molti indigesto. Staremo a vedere.
Intanto, sempre sul terreno del prossimo Cda, si affilano i coltelli e il prossimo 30 novembre si terrà l’Assemblea costitutiva del nuovo sindacato dei giornalisti RAI, considerato di destra in opposizione all’UsigrRAI di sinistra.
I prossimi mesi saranno importanti per molti buoni motivi: anzitutto si predisporranno scelte che, direttamente o indirettamente, influiranno in modo rilevante sulla formazione del nuovo consiglio. Come noto, come abbiamo scritto e per quanto si legge, Sergio e Rossi andranno pure d’amore e d’accordo, ma non c’è alcun ragionevole dubbio che entrambi potranno/vorranno/dovranno concorrere a guidare ancora la nuova Rai della prossima consiliatura, seppure in ruoli diversi. In questo quadro, un/a consigliere/a potrà far valere un voto pesante che non sarà indifferente per il destino dei due personaggi.
Poi, è verosimile che presto (non si sa ancora quando) possa essere approvato definitivamente il nuovo Contratto di Servizio e il conseguente Piano Industriale ovvero il percorso obbligato che la RAI dovrà compiere nel suo prossimo futuro. Si dovranno fare scelte che impegneranno non poco il progetto editoriale ed economico dell’Azienda. In genere, si dice che già dai mesi precedenti la scadenza il Cda si mette in “sonno”, pronto a fare le valigie visto che nessuno dei consiglieri attuali potrà essere ricandidato. Visto il contesto governativo entro il quale avverrà la prossima tornata di nomine di Viale Mazzini appare del tutto verosimile che Palazzo Chigi, oggi più di prima, non si lascerà sfuggire l’occasione di rafforzare ulteriormente la presa sulla RAI, magari raddrizzando la rotta rispetto a quanto finora avvenuto (che non sembra aver dato grandi soddisfazioni alla Meloni).
Dunque, per la nuova consigliera o il nuovo consigliere si prospettano due soluzioni esistenziali: la prima è capire dove è capitato, studiare i “dossier” e prendere le misura della nuova stanza del VII piano. Ci vuole tempo, tanto ...tanto tempo e fatica. La seconda soluzione riguarda se stesso: cosa ci faccio qui? Chi sono, quale il mio futuro? Quale il mio ruolo? Un semplice “sindacalista” di lusso, con un canale privilegiato con il vertice aziendale o l’espressione di un interesse collettivo che potrebbe non essere solo dei lavoratori che hanno votato. In gioco, nei prossimi tempi, non c’è solo il destino dell’Azienda ma quella del Servizio Pubblico. Gli sarà tutto chiaro? C’è solo da fare gli auguri.
Per quanto riguarda il nuovo sindacato c’è poco da dire: si immagina solo che si potrebbe incrinare la storica prevalenza dell’Usigrai tra i giornalisti di Saxa Rubra. In verità, non c’è nulla di nuovo: anzitutto è noto che, ovviamente, nella categoria sono rappresentati diversi orientamenti politici e dunque nessuna sorpresa se nasce un sindacato di destra che possa rappresentare quell’area politica. Poi, nessuna novità: già in passato c’è stata una iniziativa analoga che non ha avuto molta fortuna, giusto il tempo di consumare la permanenza del governo di riferimento. Tanto per dire che la destra in RAI c’è sempre stata, anzi, per certi aspetti quella di prima era più forte e forse autorevole. Vedremo.
Infine: noterella sulle recenti dichiarazioni della Presidente Soldi. Come abbiamo più volte scritto, a noi risulta che sia stata lei l’artefice della “ideazione” di alcune parti significative del nuovo Contratto di Servizio: la Digital Media Company e i famigerati KPI. Ne abbiamo già parlato ma vale la pena un breve cenno di ritorno. Nei giorni scorsi la Soldi ha dichiarato “… è importante, in generale, avere dei KPI (indicatori chiave di prestazione, ndr) che ci aiutino a capire la salute della nostra azienda …”. Fa tornare alla mente quando qualcuno che in passato ha immaginato la Rai come un fabbrica di bulloni, una impresa qualsiasi che si confronta con il “mercato” dimenticando la natura ontologicamente diversa del Servizio Pubblico dove si fa grande fatica a comprendere come e dove si misurano gli obiettivi: quali? fissati da chi? E cosa succede se non vengono raggiunti? Poi, aggiunge la Soldi “La situazione è delicata, abbiamo bisogno di certezza, è un tema che ha impatto sui conti aziendali e dunque un arco temporale congruo alla pianificazione di un’azienda che deve trasformarsi digitalmente è decisamente importante”. Delicata? Importante? Complimenti, se la cava con poco come se si trattasse di un cosetta passeggera: è in ballo la riduzione delle risorse da canone di centinaia di milioni e tutto si semplifica con “delicata” e “importante”? Ottimista. Chiudiamo in bellezza con la battuta finale “Siamo in attesa di avere il confronto con il Mimit”. Siamo in attesa? La Vigilanza ha espresso il suo parere già da quasi due mesi ed ora non resta che la firma congiunta. Di quale confronto parla? Cosa c’è altro da dibattere o confrontare? E dunque, perché attendere e non battere i pugni sul tavolo ed esprimere tutto il disappunto per il grave danno che questo ritardo sulla firma del Contratto di Servizio comporta (Contratto sciagurato a parer nostro) ??? Boh! Tanto lei si è assicurata un posto nel board della BBC. Alla RAI ci penserà qualcun altro.
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ps: seguite Report stasera ... ne parleremo!!!
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