giovedì 23 novembre 2023

RAI: quanta puzza di bruciato


Ci sono persone che “sentono” voci, vedono oltre il visibile, avvertono odori e profumi apparentemente inesistenti. Alcune di queste persone diventano anche Sante perché magari “parlano” con il Divino o sovrannaturale. Bloggorai è laico, scettico e solitamente pessimista. Salvo incontrare qualcuno che possa esporre argomentazioni solide e robuste e allora è pronto a cambiare idea. Però, al momento, abbiamo ragionevoli dubbi e sentiamo forte una certa puzza di bruciato.

Dubbio Uno. Poco fa è stata diffusa una nota stampa da Viale Mazzini sulle decisioni del Cda dove si legge “Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunito oggi a Roma, ha preso atto dell’elezione di Davide Di Pietro a Consigliere espresso dai dipendenti e ha dato mandato alla Presidente Marinella Soldi di convocare l’Assemblea degli azionisti il prossimo 5 dicembre, per procedere alla relativa nomina. E noooo…non si potrebbe fare !!! Non sembra proprio esser così perché la Legge (art. 63 comma 17 Legge 208/21) a proposito della fonte di nomina del Consigliere espresso dai dipendenti  è molto chiara: comma 15, lettera c: “ … designato   dall'assemblea   dei   dipendenti    della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a.” e successivamente, stesso comma  17 “… componente  espresso  dall'assemblea  dei dipendenti della RAI Radiotelevisione  italiana  S.p.a”. sembra di poter sostenere legittimamente che il Cda non deve “nominare” proprio nessuno ma deve solo prendere atto che è l’Assemblea dei dipendenti che “nomina” ovvero "esprime" ovvero elegge e ancora più non sembra proprio necessaria l’Assemblea degli azionisti per procedere ad un atto che non gli compete. Per il nuovo consigliere Di Pietro un problemino da porre subito subito, giusto per mettere le cose in chiaro.

Dubbio Due (con grande puzza di bruciato). Che Report su Rai Tre fosse una trasmissione “indigesta” a tanti è cosa nota, da anni. Che lo spostamento alla domenica sera fosse in “odore” di bruciato lo abbiamo avvertito subito in tanti. Che quando Gasparri si è presentato in Vigilanza RAI con una carota in mano quando è stato audito Ranucci la puzzetta di bruciato si cominciava ad avvertire sempre più forte. Quando poi, questa mattina, leggiamo sul quotidiano La Notizia  che “Gasparri presidente di una società di Cybersecurity. All'insaputa del Senato Il capogruppo FI nella Cyberealm dal 2021 Ma ha omesso di dichiararlo a Palazzo Madama” e poi “… neo presidente dei senatori di Forza Italia che è invece assai preoccupato: fra due settimane al massimo andrà in onda Report il programma di Sigfrido Ranucci che lo stesso Gasparri ha incalzato di fronte alla Commissione di Vigilanza Rai dove il conduttore era stato trascinato per volontà del centrodestra” questa strana e curiosa puzza di bruciato comincia a farsi assai densa.  

Dubbio Tre. Ieri vi abbiamo riferito dei due report sulla diffusione degli apparati televisivi abilitati alla ricezione dei nuovi standard digitali presenti nella famiglie italiane secondo quanto riportato sia dal recente Rapporto Auditel Censis sia dal recentissimo (ne abbiamo avuto copia giusto ieri) Report della FUB “Diffusione degli apparati TV in Italia e scenari evolutivi. Aggiornamento ottobre 2023”. I dati tra i due report non concordano e, in primo luogo, sembrano discordanti le metodologie di indagine e ricerca. Evidente che se cambia il metodo e l’oggetto di rilevazione cambia anche il risultato. Quale è il senso di evidenziare un dato rispetto ad un’altro? Sommariamente con il Report Auditel la transizione al DVB-T2 a genanio si prospett come una catastrofe per RAI, con la ricerca FUB no. Dal nostro semplice e modesto punto di vista è e rimane sempre lo stesso: avvantaggiare la concorrenza RAI. E allora la domanda che poniamo è ancora una volta semplice e radicale: perché RAI non “agisce” a tutela dei suoi interessi che, in questo caso, significa il rischio potenziale quanto reale di perdere un numero rilevante di telespettatori che se non sarà il prossimo 10 gennaio, potrà essere solo rinviato di sei mesi? Altro che puzza di bruciato!

Dubbio Quattro. Come abbiamo scritto la fretta di chiudere il Piano Immobiliare è in odore di bruciato nel tempo e nel merito. Nel tempo perché, come abbiamo scritto e ribadiamo, il Piano Industriale dovrebbe essere subordinato in ordine A al Contratto di Servizio non ancora ratificato e B al Piano Industriale che ancora è in fase di “discussione” (avviato lo scorso 6 novembre). E dunque? Come si colloca questo piano immobiliare nel merito di un contesto di pianificazione strategica dell’Azienda tutto ancora da decifrare in relazione alle risorse di cui potrà disporre? Ricordiamo, giusto per la cronaca, che lo scorso 20 giugno è stata avviata Indagine di mercato invito a manifestare interesse per immobili da locare in Roma… La RAI - Radiotelevisione italiana Spa (di seguito "RAI") ha in corso un programma di razionalizzazione e rinnovamento delle proprie sedi in Roma e, a tale fine, ha interesse ad individuare uno o più immobili ad uso ufficio, ubicati nel territorio di Roma Capitale, da condurre in locazione al fine di trasferire temporaneamente alcune strutture aziendali del Gruppo RAI”.

Apriamo le finestre anche se non è primavera, la puzza di bruciato si avverte forte e chiara. Magari ci sbagliamo, però non si sa mai!

bloggorai@gmail.com

 

 

 

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