venerdì 30 settembre 2022

Il Futuro del Governo e della Rai è dietro le nostre spalle

 

Foto di Arek Socha da Pixabay

La notizia del giorno la riporta il Sole 24 ore con un brevissimo trafiletto: “BBC via a Maxi tagli la BBC ha annunciato il taglio di 382 posti nel suo servizio internazionale in un drastico piano di riduzione dei costi avviato nella sua transizione al digitale”. Punto e a capo: si tratta dell’avanzamento di un piano che risale al 2020 quando il governo Johnson ha avviato il disegno finalizzato a ridimensionare il Servizio Pubblico inglese con la prima tappa che ha previsto il congelamento del canone per due anni e, in parallelo, una prima tranche di tagli all’occupazione. Sembra di capire che i governi di destra hanno una certa pruderie contro i servizi pubblici radiotelevisivi, vedremo ora cosa hanno intenzione di fare il trio delle meraviglie Meloni, Salvini e Berlusconi.

Andiamo avanti. Quando a metà dello scorso agosto vene fuori la storia del dibattito televisivo organizzato (o forse promosso) da Vespa tra Meloni e Letta abbiamo subito scritto che si stava lavorando in modo più o meno palese ad una ipotesi politica molto chiara: il bipolarismo. Hanno fatto e fanno del tutto per cercare di accreditarsi come i soli contendenti sulla scena: la destra perché comunque deve fare i conti con Berlusconi e salini e il PD  che deve fare i conti anzitutto con se stesso e poi con il resto del mondo.

Ancora una volta: è tutto già scritto e previsto, non c’è nulla di nuovo. In questo esatto momento di trattativa la Destra ha bisogno di una sponda PD non totalmente ostile e il PD ha bisogno di una destra che gli possa garantire ancora qualche margine di manovrabilità sufficiente per arginare  una crisi profonda dagli esiti molto incerti. E’ in questa chiave che si può leggere la notizia di oggi su presunti “inciuci” tra i due partiti per spartire ruoli chiave extragoverno: le presidenze di Camera e Senato e le Commissioni di garanzia e, per quanto ci interessa, la Vigilanza Rai. Il quesito è semplice: la presidenza della Commissione dovrebbe spettare all’opposizione e dunque chi è l’opposizione? Il PD che è comunque il secondo partito più votato o il M5S? la risposta altrettanto semplice: dipende … dipende. Da che dipende? Dipende dalle intenzioni “programmatiche” che il PD vuole esporre per proseguimento di una legislatura che  si preannuncia dura e complicata. Se il PD ha intenzione di lavorare ad una visione di opposizione allargata, forte e unitaria, apre agli alleati. Se invece ritiene di candidarsi ad essere il solo interlocutore della Meloni opera invece per la chiusura ed esclusione degli altri partiti dai luoghi nevralgici. Temiamo che sia buona la seconda: Letta non è stato in grado di dire una sola battuta sulle loro responsabilità e, anzi, hanno cercato di scaricare tutte le colpe su Conte perché reo di aver fatto cadere Draghi. Bene: prepariamoci a vederne di ogni genere.

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