In poche parole, possiamo sperare in qualche utopia o ci
dobbiamo rassegnare alle sole distopie? È molto probabile che, per un verso
per un altro, già dalla notte di domani sera ci troveremo in una nuova sfera,
una nuova era dove tutto potrebbe essere radicalmente diverso da quanto ci è
noto e “familiare”. Abbiamo fatto i conti con il Covid quando nessuno mai
avrebbe potuto anche solo immaginare che saremmo rimasti chiusi in case per
mesi. Stiamo facendo i conti con una guerra della quale avvertiamo non solo il
rumore dei cannoni (anche Made in Italy) ma anche con le immagini terrorifiche
del fungo atomico. Pensavamo di poter passare il solito freddo inverno con la
solita bolletta (pellet, legna o gas) e invece dobbiamo preoccuparci di
ritirare fuori dall’armadio le maglie di lana fatte a mano dalla nonna.
Pensavamo di cavarcela con un tasso di inflazione tutto sommato sostenibile e
invece ci troviamo con una situazione ai limiti della bancarotta. Speravamo che
il numero dei poveri e disoccupati in Italia potesse diminuire e invece stiamo
assistendo al loro aumento progressivo e vertiginoso. Pensavamo che se mai ci
dovesse capitare di andare in un Pronto Soccorso di un qualsiasi grande
ospedale metropolitano dopo pochi minuti sarebbe arrivato un medico a visitarci
e invece dobbiamo constare che molti pazienti rimangono ore su una barella in
corridoio in attesa di qualcuno che gli possa degnare uno sguardo.
Pensavamo, speravamo, sognavamo un mondo diverso e possibile.
E invece, bene che vada, possiamo solo fare gli scongiuri che non possa
peggiorare ulteriormente. Ci potremmo accontentare che possa rimanere così com’è
e invece forse, dobbiamo temere che molte cose potrebbero cambiare e forse non
proprio per il verso giusto.
E la Rai? come la possiamo immaginare per i prossimi giorni,
settimane, mesi o anni? Non ci proviamo nemmeno ad interpellare gli aruspici,
non andremo da una chiromante, non lanceremo i dadi e non leggeremo i fondi di
caffè. Ci limitiamo solo a constatare quanto sappiamo e ci basta e avanza per
essere già vivamente preoccupati per la sua sopravvivenza. Canone, Contratto di
servizio, transizione digitale, Rai Way? Caleranno i nuovi barbari e si accamperanno
nei giardini sotto il Cavallo di Viale Mazzini? Ci dovremo preoccupare di loro
più di quanto non ci siamo già preoccupati in passato delle varie Strutture
Delta? Oppure possiamo sperare che all’orizzonte possano apparire i nuovi “salvatori
del Servizio Pubblico” che li sapranno fronteggiare?
Mancano poche ore per quando ci recheremo alle urne ma le
risposte, purtroppo, in parte già le conosciamo.
Per i nostri affezionati lettori, cultori del genere:
CASSIO: E' questa: è meglio che il nemico cerchi noi: così
egli consumerà le sue forze e stancherà i suoi soldati danneggiando se stesso;
mentre noi, rimanendo fermi, ci riposiamo e siamo pronti alla difesa e liberi
nei movimenti.
BRUTO: Ebbene, avanti. Oh, se si potesse conoscere, prima
che venga, la fine degli avvenimenti di quest'oggi! Ma basta che il giorno
termini. E allora la fine sarà conosciuta. Venite, olà! Avanti!
bloggorai@gmail.com
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